PRESENTAZIONE - Andora nel tempo

Andora nel tempo
Andora nel tempo
iniziativa ideata e realizzata da MARIO VASSALLO
Privacy Policy

Cookie Policy
Vai ai contenuti

PRESENTAZIONE

Disegno realizzato da Ovidia Siccardi © - andoraneltempo.it ©

y

Sono cresciuto in una famiglia contadina e le "favole" che mi venivano raccontate da mio papà, mia mamma e mia nonna altro non erano che ricordi, storielle legate a fatti, persone e luoghi di un tempo passato: tempo passato da poco, ma già lontano, perchè lo sviluppo economico correva, travolgendo e modificando ciò che ci stava intorno, i nostri spazi.
Modifiche del territorio che avvengono in modo rapido, spesso nell'apparente disinteresse dovuto alla fretta quotidiana, per scelte effettuate, sacrifici e, perchè no, anche per speculazioni, ma comunque un percorso che cambia l'ambiente che ci circonda, i modi, gli usi, le abitudini, spesso forzando anche l'adattamento di chi ne è coinvolto.
I ricordi che ascoltavo mi trasportavano in un mondo che non era più di tanto immaginario, bensì mi permettevano di osservare ciò che avevo intorno e di raffrontarlo idealmente col passato che mi veniva raccontato.
Mio papà Berto trascorreva e trascorre ancora ore a raccontarmi i suoi ricordi e quelli che gli sono stati tramandati da chi ha appoggiato i propri passi sul suolo andorese in precedenza, una sorta di eredità generazionale che mi è stata trasmessa con parole che per me hanno rappresentato pennellate precise ed inconfondibili, consentendomi di rivivere idealmente, ma in modo quasi reale, un mondo appartenente ad un periodo che non ho vissuto direttamente, ma nel quale mi riconosco ed al quale sento con tutto me stesso di appartenere.
Papà che racconta, io che ascolto senza perdere un solo istante, una sua sola parola, un viaggio che ogni volta facciamo insieme, con lui che mi accompagna ed io che lo seguo in un percorso che ha caratterizzato tutta la mia vita.
In questo modo sono cresciuto consapevole di che cosa esistesse ad ogni mio passo, ad ogni mio sguardo, nell'ambiente in cui ho sempre vissuto.
E' nata così la curiosità e la volontà di provare a creare un confronto "visivo" tra passato e presente, per poterlo conservare e trasmetterlo.
C'è stato un passato, nemmeno troppo lontano in cui gli andoresi ed Andora erano una cosa sola: riportare alla memoria i vecchi nomi dei luoghi, spesso legati ai personaggi che vivevano sugli stessi o alle esperienze di vita che ne hanno caratterizzato l'esistenza, è la testimonianza dell’amore sincero e profondo per la nostra terra, per non fare dimenticare semplicemente ciò che ci ha preceduti, sperando di trasmettere a chi oggi è presente il valore affettivo dell’ambiente che ogni giorno frequentiamo ed in cui viviamo.
y

y

Quando ero bambino, ascoltare i racconti di tempi passati faceva correre la mia immaginazione: cercavo di creare un confronto con il mondo di tutti i giorni che mi trovavo attorno e, sebbene molti dettagli riuscissi a farli combaciare, le parole che ascoltavo creavano immagini in parte sfuocate, che percepivo come se avessero colori assopiti.
Le foto in bianco e nero del passato (ma non solo del passato) hanno il potere di trasmettere un certo fascino, con tratti nitidi, fissando in modo indelebile i ricordi.
Provare a dare colore ad immagini in bianco e nero non ha lo sfrontato significato di tentare di stravolgere la rappresentazione del passato, né vuole arrogare la replica di situazioni innaturali che alterino la realtà.
Si tratta solo di un semplice tentativo nel provare a ricreare le atmosfere a toni morbidi dell’immaginazione di un bambino di parecchi anni fa, quando ascoltava descrizioni di un passato che gli appariva come un mondo così fantastico da essere reale.
L’inestimabile patrimonio della collezione fotografica di Marino Vezzaro, un software “amatoriale” realizzato con un progetto scolastico da studenti, migliaia di ore di lavoro applicato al trattamento delle varie foto, hanno permesso di realizzare una raccolta di immagini uniche, con una qualità che dipende molto dalle caratteristiche proprie, datazione, stato di conservazione e metodo di riproduzione degli originali trattati.
       
Un lungo e faticoso lavoro che, nell’insieme, fornisce una curiosa rivisitazione di antiche immagini andoresi, risvegliando ricordi e affetti sopiti.
y
COLORI DEL PASSATO - LE PERSONE
COLORI DEL PASSATO
Mario Vassallo ©
y

COME NASCE

"ANDORA NEL TEMPO"

y
Mio papà Berto proviene da famiglie contadine, egli stesso contadino da quando è nato e restato tale nel carattere e nell’animo, sebbene gli eventi famigliari ed il corso della vita lo abbiano indotto e costretto a svolgere nel tempo altre attività lavorative.
Ma la tradizione e le abitudini sono rimaste, come occuparsi in ogni modo di non fare mancare nulla alla famiglia, senza considerare il numero di ore della giornata, senza mai risparmiare il proprio tempo, i sacrifici e la propria fatica.
La domenica rappresentava la giornata settimanale di riposo, o meglio durante la quale ci si concedeva un ritmo più blando, col pranzo puntuale a mezzogiorno e dopo essere passati a comprare il giornale.
E proprio una domenica mattina, mentre stava acquistando l’abituale giornale, incontrò in edicola Marino Vezzaro, che portava in braccio alcune copie del suo primo libro fotografico su Andora: “Andora di un tempo”.
Quattro chiacchiere di rito ed immediatamente acquistò una copia di quella pubblicazione, portandola fiero a casa, per sfogliarla tutti insieme in famiglia e per commentare ogni foto che vi era contenuta, aggiungendo i propri ricordi, gli aneddoti e le proprie esperienze.
Da quando nacqui, ero sempre stato attratto dai racconti dei ricordi del passato, che mi avevano accompagnato nella crescita un po’ come fossero stati i miei libri di favole, per i quali mi costruivo immaginariamente lo sfondo quasi realistico in cui avrebbero potuto essere ambientati.
Il libro di Marino, portato a casa da mio papà, con le antiche foto contenute al suo interno, improvvisamente mi illustrava in modo chiaro e deciso tutto quello che avevo provato ad immaginare con la mia fantasia e quasi magicamente mi permetteva di renderlo dannatamente reale.
Da quel momento è impossibile dire quante volte abbia ripetutamente sfogliato non solo quello, ma anche tutti gli altri libri fatti da Marino, con la passione di osservare ed approfondire ogni dettaglio, ma forse anche con l’ossessione di imparare il più possibile, cogliere ogni volta qualcosa di nuovo, per arricchire la mia sete di conoscenza del passato andorese.
Una passione smisurata che ho portato avanti in modo quasi inconsapevole, la quale mi ha fatto considerare Marino come un punto fermo di riferimento, una fonte “inarrivabile” di ispirazione.

Col passare degli anni, all’inizio del nuovo millennio, decisi di cimentarmi in una sorta di tentativo di pubblicazione su Andora, sfruttando anche alcuni progetti e studi effettuati in campo universitario da Ovidia, dando forma a quello che avrebbe dovuto essere “Sul sentiero dei ricordi”, servendomi delle conoscenze che la mia professione e la mia passione per la nostra terra mi hanno permesso di raccogliere e di avere a disposizione.



L’idea è sempre stata quella di cercare di creare un confronto tra passato e presente, in modo da focalizzare visualmente i cambiamenti avvenuti sul territorio: la trasformazione di Andora, da paese di contadini affacciato sul litorale all’odierna cittadina.

La preparazione aveva richiesto parecchio tempo, ottenendo anche l’opportunità di finanziamento per la stampa da parte di sponsor locali ed istituti bancari, ma alla fine mi sembrava non avere più di tanto da dire, complici alcuni ostacoli che mi si opposero, o forse si presentarono solamente ed io non fui in grado di affrontare.
Tutto finì accantonato in un cassetto, quasi per essere dimenticato con delusione.
Mi era mancato il coraggio di non permettere strumentalizzazioni su quanto avevo fatto e, per indole caratteriale, avevo commesso l’errore di fidarmi di alcune persone non adeguate e di dare loro, ed alle loro opinioni, troppa importanza.

Circa un decennio più tardi, in occasione della realizzazione del mio sito web professionale, Ovidia mi consigliò e convinse a pubblicare il lavoro prodotto anni prima, trasformandolo in contenuti consultabili online: era un modo per poter presentare ciò che avevo composto, senza dover dipendere dalle idee ed opinioni degli altri.
Apparentemente non era cosa facile, perché una consultazione online è sostanzialmente diversa dallo sfogliare delle tradizionali pagine di carta, ma la sfida era interessante e coinvolgente, anche se le mie competenze informatiche erano tutt’altro che adeguate.
Ero nuovo a qualsiasi tipo di esperienze simili e mi lanciai nell’impresa, acquisendo gradualmente conoscenze specifiche che mi permettevano di migliorare ed arricchire i contenuti creati.
Tutto restava abbastanza fine a se stesso, senza dargli grande visibilità e lasciandone l’eventuale scoperta al caso, salvo qualche timido accenno ad amici e conoscenti, effettivamente senza grande convinzione: bruciavano ancora le opinioni ricevute e subite in passato!
A fine marzo del 2019, uscivo da un periodo personale particolarmente difficile.
Una serie di pesanti esperienze e grandi preoccupazioni mi avevano completamente svuotato, non volevo chiedere aiuto perché le difficoltà appena vissute non avevano toccato solo me, ma anche i miei affetti più cari che avevano cercato il mio appoggio in tutte le circostanze; cercavo un punto di svolta, ne avevo bisogno, e decisi di liberare a tutti i costi il pomeriggio di un venerdì per poter partecipare per svago all’incontro di “Storie Andoresi” dedicato proprio ai libri di Marino, presso Palazzo Tagliaferro: speravo semplicemente di incontrare Marino, ascoltare i suoi racconti, testimoniargli la mia grandissima ammirazione per quanto aveva realizzato con i suoi ricordi fotografici.

Venerdì 29 marzo 2019, mi trovai seduto in prima fila, a fianco ed attorniato da alcuni degli “andoresi” amici di vecchia data di mio papà, che avevano accolto la mia presenza con grande affetto, coinvolgendomi come se fossi il suo diretto rappresentante, trattandomi e facendomi sentire a pieno titolo “uno di loro”.
Con grande agio ci ritrovammo a dialogare in dialetto “tra di noi”, condividendo ricordi del passato, del loro passato, nei quali io partecipavo disinvoltamente come se li avessi vissuti direttamente in prima persona.
Rimasi colto di sorpresa dalla mancanza di Marino, assente per problemi di salute.
Osservai attentamente la presentazione fatta, di cui conoscevo dettagliatamente ogni immagine mostrata e/o aneddoto raccontato, ponendo enorme cura per tutto il tempo ai commenti ed alle considerazioni dei presenti, dai quali si accentuava l’interesse per quel tipo di contenuti, manifestando il dispiacere che ormai fossero legati a pubblicazioni introvabili e tendenzialmente destinati ad essere dimenticati.
In quel momento ho ricevuto la netta sensazione che ci dovesse essere un impegno a proteggere i ricordi del nostro passato andorese, integrando quello che altri avevano avviato e condotto già in precedenza; per me tutto ciò fu come una sorta di esplosione emotiva, ed in quella precisa occasione decisi che avrei realizzato un sito web su Andora, ma che potesse coinvolgere Andora e gli andoresi.
Ed immediatamente!!

La volontà era di creare un’iniziativa di raccolta, indipendente, interamente su Andora, completamente libera ed a cui potesse partecipare chiunque ne avesse il piacere di farlo, ognuno mantenendo la piena titolarità di ogni proprio contributo.
Era mia ferma convinzione che, per avere credibilità e risultare davvero compreso, dovesse essere alla portata di tutti e con il coinvolgimento/condivisione delle persone, degli Uffici Comunali, dell’Amministrazione Comunale, prevedendo la compartecipazione dell’andoresità in tutte le sue sfaccettature e variabili.
Ne parlai con Maria Teresa Nasi, da sempre attenta ad ogni iniziativa, la quale dimostrò immediatamente grande interesse, anche se inizialmente ricevetti la viva impressione che nutrisse ragionevolmente più di qualche dubbio sulla sua effettiva fattibilità e mi considerasse un po’ un sognatore per qualcosa di utopistico.
In effetti, a pensarci bene, lo schema del progetto era decisamente qualcosa di nuovo, per certi versi assurdo da credere che potesse essere attuato e realizzato!
In ogni caso offrì il suo pieno appoggio, la sua partecipazione e collaborazione, curiosa di vedere se si trattasse solo di parole “tanto per dire” ….. e così prese il via l’intera mia iniziativa, del quale Maria Teresa resterà partecipe quale punto di riferimento e aiuto.
In pochissimi giorni vennero coinvolti con altrettanto entusiasmo il Sindaco, l’Amministrazione Comunale e subito dopo gli Uffici Comunali, grazie al diretto interessamento della Dott.ssa Mariacristina Torre, e la sorpresa fu che tutte le porte improvvisamente si spalancarono.
Grazie al Sindaco Mauro Demichelis, ai Funzionari, ai Responsabili di Settore - Nicoletta Oreggia, Stefania Lanteri, Lucia Gagliolo, Antonella Soldi - sono arrivate le autorizzazioni (tante, immediate ed importantissime) e la collaborazione loro e del personale comunale, che hanno agevolato in ogni modo le mie ricerche negli archivi per il reperimento di documentazione e dati necessari allo sviluppo del progetto.

Mi impongo di “cogliere l’attimo”, sempre, non farmi sfuggire nessuna occasione, non rimandare mai, per alcun motivo.
E il nome da dare a tutto questo? Deve essere qualcosa di immediata comprensione, facile da capirsi nella dizione, distintivo, che possa rapidamente identificarsi e facile da ricordare, contenere il nome Andora, rappresentare il significato che vuole essere e trasmettere, …..
Tanti tentativi e supposizioni si susseguono, anche alcune proposte, ma nessuna convince, per vari motivi.

Dopo averne scartate una dietro l’altra, prende finalmente forma l’idea del nome che potrebbe andare bene: “Andora nel tempo”.



Si tratta di una denominazione molto simile al primo libro di Marino ("Andora di un tempo"), anche se si distinguerebbe in modo sostanziale perché descriverebbe con immediatezza un percorso attraverso varie epoche, implicitamente legando un processo di trasformazione nella successione degli eventi.
Ma mi dispiacerebbe che Marino potesse considerarla in qualche modo un’intromissione nel suo operato e per tale motivo vado a fargli visita per spiegargli l’idea, chiedendo il suo giudizio in merito.
Sono timoroso, non vorrei sembrargli invadente, non vorrei che mi vedesse come qualcuno che cerca di alterare ciò che lui ha fatto o peggio un approfittatore.
Gli spiego a grandi linee cosa intenderei fare, incespicandomi con le parole, perché vorrei riuscire ad illustrargli le mie intenzioni e trasmettergli le mie sensazioni, ma sono come intimidito di trovarmi proprio davanti a lui in questo, per me, quasi goffo tentativo.
Mi anticipa, non mi lascia nemmeno finire di spiegare perché ha subito capito ed intuito tutto: è entusiasta all’inverosimile e commosso dall’idea perché non riesce a capacitarsi che finalmente ci possa essere qualcuno intenzionato a fare qualcosa che, in un certo senso, possa proseguire ciò a cui lui ha dedicato parte della sua vita con tanta passione!
Marino ha sempre riservato e rivolto la sua opera al materiale documentale e fotografico nella versione classica cartacea, mentre la mia impostazione mira esclusivamente ad una trasposizione digitale, e proprio il mondo digitale apre nuovi orizzonti, offre tante sorprendenti possibilità, che apparentemente sembrano quasi più assimilabili ad idee fantascientifiche, segnate a dover rimanere dei sogni non realizzabili.
Questa mia impostazione “innovativa” attrae e soprattutto incuriosisce, perché fa intuire grandi potenzialità, ma poi si dovrà vedere fin dove si riuscirà a spingerci.
La prima grande sorpresa.
Giunge immediatamente l’inaspettato e preziosissimo dono di Marino, che con felicità incontenibile, mi mette a disposizione il suo sconfinato e preziosissimo archivio personale: mi accompagna nel suo studio, mi mostra il suo archivio …. un patrimonio immenso che mi fa “tremare le gambe” sul momento, in un misto di incredulità, felicità, sorpresa ed emozione.
Questo evento “stravolgerà” repentinamente e di fatto lo sviluppo ed il contenuto di tutto il mio lavoro.
Osservo lo sguardo di Marino, i suoi occhi brillano ed il suo cuore si spalanca all’idea di cosa avremmo potuto fare insieme, perché aveva istantaneamente capito che non mi sarei fermato e che ci sarei riuscito!
Da parte mia sento il carico a poter e dover gestire il suo patrimonio fotografico e documentale inestimabile, che diventa improvvisamente l’ossatura di tutta l’iniziativa: una fonte da cui attingere, ricevendo illimitati spunti e tanto materiale da analizzare, studiare e sviluppare.
Subito dopo, arrivano le prime collaborazioni e partecipazioni esterne, tra cui quella di Carlo Volpara, e comincio ad avvertire un senso di responsabilità crescente, dovuto alla fiducia e stima incontrollabile che ricevo con il passare dei giorni.
Dapprima mi concentro su un numero di argomenti abbastanza limitato, ma il materiale a disposizione è talmente ampio che gradualmente, e quasi inconsapevolmente, il progetto cresce in modo esponenziale e con una rapidità sorprendente.
Con Ovidia e Alice cominciamo a setacciare l’intero territorio comunale a caccia di foto e Leonel si interessa di alcuni importanti montaggi video.
Maria Teresa, che segue in modo estremamente coinvolto ogni sviluppo di quanto si sta realizzando, mi propone e suggerisce sempre nuovi spunti …… e un po’ alla volta tutti vengono trattati.
Intanto, si è sparsa la voce dell’ottenimento del Patrocinio Comunale (che mi permette anche l’utilizzo del logo comunale) e da tutte le parti arrivano materiale, disponibilità, attenzione e partecipazione.
Proseguono ed aumentano le mie frequentazioni presso gli Uffici Comunali, che sopportano la mia presenza: ormai sono diventato una specie di “complemento d’arredo in forma stabile”.
Con grande sorpresa, ogni volta che chiedo o propongo idee e possibilità, ricevo dei “sì” e sento sempre più l’ansia e la pressione causate dalle crescenti aspettative intorno al lavoro che sto svolgendo.
Con grande sorpresa, ogni giorno incontro persone ed altre mi vengono a cercare direttamente a casa per propormi e portarmi “quello che hanno trovato in un cassetto”, documenti, foto, ricordi, molti dei quali strettamente personali e di particolare valore affettivo.
Mi devo abituare al “disagio” di sentirmi invadente, perché gli sguardi dei miei interlocutori mi dimostrano quanto credano nel mio operato e la grande fiducia che riversano in me.
Raccolgo una mole incredibile di materiale: ormai è diventato un lavoro a tempo pieno, straordinari inclusi!
Quasi frettolosamente, mi butto a capofitto nel creare la struttura di quello che dovrebbe essere, almeno per le mie “improvvisate” possibilità, l’ormai prossimo sito web, puntando molto sui contenuti fotografici e lasciando in secondo piano l’importanza della parte scritta.

A metà luglio, prendo coraggio e decido di presentarne un’anteprima al Sindaco.
Non so che reazione aspettarmi, perché la versione del sito è ancora grezza e a dire il vero sono molto impacciato dall’agitazione del giudizio che avrebbe potuto suscitare quanto realizzato.
E’ la prima volta che mi cimento in una presentazione; improvviso, vorrei fare vedere il più possibile, magari anche tutto, mi piacerebbe trasmettere le sensazioni che provo nel creare i contenuti …. ma onestamente non so se sono in grado di farlo e mi terrorizza l’idea di causare confusione con quello che ritengo essere il mio modo quasi frettoloso di saltare da un argomento all’altro.
Mauro assiste quasi incredulo: forse pur avendo sempre cercato di spiegare in modo dettagliato cosa tentavo di realizzare, alcune cose erano apparentemente poco credibili …… e invece …….
Alla fine dimostra il proprio gradimento con entusiasmo davvero inaspettato.
La prima versione è un po’ grossolana, perché devo affinare ancora le capacità compositive e comprendere il funzionamento di un ambiente digitale che per me è una continua e nuova scoperta.
Nel giro di quattro mesi, diventati un vero e proprio “periodo sabbatico” che durerà ancora per oltre un anno, scandito dal principio di non lasciare sfuggire alcuna occasione, il 22 luglio 2019, viene pubblicato il sito web “andoraneltempo.it” e lo comunico timidamente, perché devo ancora testare come si presenta e come si comporta.

Questa volta, però, con lo sforzo e la convinzione di voler farlo conoscere …. E i risultati sono stati davvero inaspettati ed impensabili!!
Contiene una settantina di argomenti, oltre 8000 immagini, con contenuti che talvolta si abbozzano ad una consultazione “interattiva”, ma molto deve essere ancora sviluppato per poter diventare il risultato che vorrei ottenere: devo imparare strada facendo!

Seguono due aggiornamenti in brevissimo tempo, uno per sistemare alcuni difetti di impaginazione e tra i collegamenti, e l’altro per ampliarlo, perché nel mentre sono arrivati un sacco di nuove partecipazioni e di nuova documentazione.

Con la quinta rassegna di Storie Andoresi vengono dedicate ben due puntate alla presentazione di questa realizzazione, il 22 novembre ed il 13 dicembre 2019.
Entrambe le date ricevono una enorme partecipazione di pubblico, grazie all’interesse dei concittadini andoresi ed all’assiduo appoggio dell’Ufficio Stampa Comunale che si occupa di farne una vistosissima promozione.
Nell’evento del 22 novembre viene presentata in anteprima la nuova versione del sito web, con una veste grafica rimaneggiata che si discosta in modo sostanziale da quanto pubblicato in precedenza.
Mi trovo nella Sala Consigliare di Palazzo Tagliaferro, davanti ad un numero enorme di persone, all’Amministrazione Comunale, dipendenti comunali che mi hanno aiutato lungo il percorso, insegnanti delle scuole andoresi, appartenenti alle “vecchie” famiglie andoresi: io sono lì, davanti a loro, a presentargli e raccontargli la "loro" Andora, quella del periodo che "loro" hanno vissuto …. Un’esperienza unica, emozionante, che suscita un misto di ammirazione, commozione e nostalgia per i tempi andati.
Nell’evento del 13 dicembre, dopo aver consegnato ufficialmente l'unica copia in volume cartaceo per la Biblioteca Comunale, con mia enorme e del tutto inaspettata sorpresa, per l’iniziativa realizzata di “Andora nel tempo” ricevo dal Sindaco Mauro Demichelis le “Chiavi di Andora”, con la seguente motivazione:
 
Pregevole e accurato lavoro di ricostruzione dell’evoluzione storica e urbanistica di Andora. Un dono alla Comunità e uno strumento unico e prezioso per la promozione del territorio.
 
E queste le parole che il Sindaco Mauro dedica alla presentazione della consegna del riconoscimento:
Il sito web ‘Andora nel Tempo’ è un dono unico e prezioso alla comunità di Andora. È frutto di due caratteristiche fondamentali di Mario Vassallo: la competenza e il grande amore per Andora. Il lavoro fatto dal geometra Vassallo è unico, utile e prezioso per promuovere la conoscenza del comune di Andora a livello locale, nazionale e internazionale un’opera di ricerca accurata, precisa, sostanziata di atti pubblici e dalla raccolta di un repertorio di documenti, di testimonianze, di fotografie e di disegni unico, oggi facilmente consultabile da tutti a cui da tempo il Comune di Andora ha concesso il Patrocinio.





Si tratta di un altissimo riconoscimento, che mi viene attribuito per la realizzazione di qualcosa di molto impegnativo ed apprezzato: ma il "premio" ricevuto per me non rappresenta un punto di arrivo, un risultato, bensì mi trasmette un ulteriore ed enorme peso di responsabilità, un onore a cui dedicare tutto il mio impegno, per fare di più.

Intanto arriva anche l’autorizzazione alla consultazione e pubblicazione di documenti dell’Archivio Storico Comunale: un’occasione davvero unica e irripetibile, che permette per la prima volta di riprodurre, pubblicare e fare conoscere un patrimonio storico documentale senza precedenti.

In occasione delle festività natalizie e dell’evento del 27 dicembre (sesta edizione di Storie Andoresi) il sito web si amplia enormemente con l’inserimento di pubblicazioni di concittadini, tesi di laurea e migliaia di pagine di documenti provenienti dall’Archivio Storico Comunale, oltre a rinnovarsi nuovamente dal punto di vista grafico, con l'innovazione rappresentata dall'uso e inserimento di stili animati.
E’ la prima volta che i “libri andoresi” e degli autori andoresi, ormai introvabili, vengono resi disponibili in versione integrale, digitalizzata e gratuita, e questo grazie anche alla incredibile disponibilità dei rispettivi autori ed editori, i quali aderiscono immediatamente all’iniziativa da me proposta.
E il lavoro continua …….

Con l’arrivo del nuovo anno, il 2020, giunge anche la lunga emergenza sanitaria, che mi fornisce estesi periodi da dedicare a questa interminabile iniziativa, permettendomi di fare nuovi e più accurati approfondimenti ed ampliare ulteriormente tutti gli argomenti e contenuti del sito web.
Nonostante la mia formazione tecnica, mi sono lanciato verso gli aspetti storici meno noti e/o incompleti, “riscrivendo” alcune pagine della storia locale, riscoprendo documenti che sono alla base degli accertamenti di dati e accadimenti, studiando ed approfondendo periodi di cui si avevano rare e scollegate notizie.
Un importante significato è stato dato alle ricostruzioni foto/grafiche territoriali, con realizzazioni di inedite ed apposite riproduzioni cartografiche, mirate al diretto confronto tra varie epoche a cavallo di oltre due secoli: un’opera dettagliata e capillare, resa possibile anche grazie alle competenze acquisite in tanti anni lavorativi “sul campo” del territorio andorese ed alle attrezzature professionali a mia disposizione, ai rilievi architettonico-topografici effettuati con Ovidia e Alice, all’utilizzo di software appositi e dedicati (addirittura oltre una cinquantina!).
Ogni contenuto realizzato e presentato è ricostruito su solide verifiche di dati e controlli incrociati, dove i ricordi vengono raffrontati con la documentazione probante e datata, la quale mantiene la priorità su ogni altra fonte disponibile ed acquisita.

Cosa è e cosa è diventato “Andora nel tempo”?
Prima di tutto una immensa assunzione di responsabilità nel raccontare e contribuire a far conoscere Andora e tutto ciò che la riguarda per storia, ricordi, tradizioni, territorio: ogni cosa in modo documentato, verificato ed accertato.
Si sono create forme di collaborazione con tante persone, le quali si sono sentite veramente partecipi di una iniziativa che non è un prodotto strumentalizzato, ma è rivolto ad accogliere tutti, permettendo di poterne fare parte diretta ed attivamente, di libero accesso e consultazione, dove ognuno resta titolare di qualsiasi contributo metta a disposizione.
Andora nel tempo” sta diventando una fonte di consultazione per studenti, insegnanti, professionisti, associazioni, comitati, organizzazioni, cittadini andoresi, turisti, curiosi, ed ultimamente anche per Uffici Comunali, per l’Amministrazione Comunale e quale “guida turistica” per visitare e conoscere Andora.
Notizie storiche, fonti, contenuti, sono state utilizzate per la realizzazione di tesi di laurea e studi universitari in Italia (Genova, Milano, Torino e Roma) e all’estero (Spagna, Australia, Cile, Canada, Germania, Francia, Stati Uniti).

La collaborazione con l’Amministrazione Comunale e con gli Uffici Comunali ne ha segnato dall’inizio l’importanza e la possibilità di espansione, attingendo ad enormità di fonti documentali senza precedenti, rese note e accessibili, permettendo contemporaneamente una divulgazione, ma anche una consultabilità immediata proprio di documenti e dati che diversamente sarebbero stati di più difficile reperibilità e spesso forse dimenticati, sconosciuti e di cui si sarebbe ignorata l’esistenza.
L'apertura alla piena collaborazione con le Associazioni e Comitati locali, lo scambio di passione e competenza volontaria, sta rendendo possibile interconnessioni che concorrono con innovative potenzialità alla promozione culturale del territorio andorese, e non solo per gli aspetti turistici, mettendo in correlazione la visitabilità con le informazioni storiche dell'intero Comune, rendendolo accessibile nei luoghi ed anche nella approfondita conoscenza dei luoghi.

Tutto questo ha permesso di riscoprire antiche conoscenze, la formazione di nuove amicizie, la creazione di collaborazioni e legami interpersonali vincolati a valori di stima, rispetto e fiducia reciproci, che aprono le porte ad una rete propositiva e costruttiva mirata ad ampliare ogni limite già raggiunto, con i soli fini di poter sviluppare e dare sfogo alla propria passione per Andora a disposizione di tutti.

Nel periodo intercorso dall’ormai “lontano” 22 luglio 2019 il sito web ha cambiato più volte aspetto grafico, adattandosi meglio, per quanto possibile nel rispetto dei contenuti che presenta, ai vari dispositivi di consultazione ed a una sempre crescente integrazione di ricerca, apportando significative aggiunte di materiale illustrativo e argomenti.
La fine del 2021 e il 2022 rappresentano un periodo in cui si verificano la contemporanea espansione ed approfondimento di tutti gli argomenti, per numero e contenuti, in un crescendo continuo, progressivo e rapido.

Attualmente, dopo quattro anni dalla sua nascita, “andoraneltempo.it” si presenta con:
  • oltre 700 argomenti trattati;
  • oltre 50.000 immagini;
  • oltre 100 video fotografici;
  • oltre 9000 pagine di documenti dell’Archivio Storico Comunale;
  • oltre 100 ricostruzioni grafiche;
  • trascrizione o digitalizzazione completa dei testi antichi e dei libri degli autori andoresi;
  • mappe interattive di tutti i luoghi visitabili;
  • 10 percorsi consigliati.

In tutto questo tempo ho cercato di coinvolgere gli andoresi, trasmettere la passione e l’entusiasmo di questa iniziativa, di evidenziare l’operato di ciascuno e, tutto sommato, credo di poter dire che tutti insieme ci siamo riusciti!
Abbiamo dato voce al nostro essere andoresi, abbiamo collaborato creando una raccolta, un grande contenitore che racchiude e testimonia il nostro semplice, ma puro, “spirito di andoresità”.
 
Abbiamo realizzato qualcosa di Andora e per Andora.

Marino, in uno dei nostri ultimi incontri mi disse:
Tu e io abbiamo tre cose in comune che nessuno ci potrà mai togliere: le nostre iniziali (MV), le nostre origini famigliari (Bardino Vecchio – Tovo San Giacomo) e la passione per Andora”.
E’ andato via troppo presto per vedere quello che è stato fatto, ma è comunque presente in tutto questo, e sono sicuro che sarebbe fiero e felice del risultato!
y

"Sono cresciuto ascoltando i ricordi di chi aveva vissuto il passato
e ho provato l'emozione, anni dopo, di raccontarli, rivivendoli insieme."
M.V.
y

y
MARIO VASSALLO

La mia famiglia paterna è giunta ad Andora ad inizio degli anni ’30 del Novecento, proveniente da “Bardìn Veggiu” (Bardino Vecchio), oggi frazione “du Tu” (di Tovo San Giacomo).
Mia mamma, invece, è originaria di “Carxi” (Calice Ligure).
Ogni famiglia aveva le sue tradizioni che ne contraddistinguevano il susseguirsi delle varie generazioni, mantenendo un legame con il proprio passato e con quello dei luoghi in cui risiedeva.
La mia si trascinava il nome per i componenti maschili, per i quali il nome Bartolomeo era diventato un marchio quasi distintivo ed obbligato: prima di me si era ripetuto per quattro generazioni, prevalentemente accostato ad un secondo nominativo, che talvolta diventava quello principale per distinguersi dai predecessori, ma più agevolmente accompagnato da un soprannome, che finiva per seguirti per tutta l’esistenza, senza possibilità di essere anche solo vagamente confuso con chiunque altro.
Così, il bisnonno di mio papà era Bartolomeo Giuseppe, comunemente Pippo “u bacàn” (discendente di una famiglia proveniente dai dintorni di Genova, soprannominata con l’appellativo de “i Sciumbrìn”, di cui facevano parte due fratelli che si erano votati alla vita clericale, più per convenienza che per vocazione), dove “bacàn” stava a significare non solo “anziano”, ma anche una forma di rispetto in forma autoritaria.
Il figlio di Pippo era solo Bartolomeo, il mio bisnonno, per tutti “Mèllu” o “Melìn u caŗegò” e queste denominazioni derivavano da caratteristiche anche fisiche, dove il diminutivo del nome (“Melìn”) era associato al fatto che il viso era piuttosto liscio, dotato di poca barba e le guance si coloravano naturalmente di un rosso vivace, associandolo ad una maculatura di una mela locale (la mela Carla, tipica e molto diffusa all’epoca); poi, inequivocabilmente era seguito dall’attività svolta, quella di calzolaio (“u caŗegò”).
Il figlio di “Melìn” era mio nonno Bartolomeo Mario, ma per tutti Mario “u Melòttu”, dove il secondo nome diventava quello principale per distinguersi dal proprio padre, ma in quanto figlio, assumeva il diminutivo del nomignolo; e così “Mèllu” diventava “Melòttu”.
Poi c’era mio papà, Bartolomeo (anche se in realtà pure Federico per non fare torto al nonno materno), diventato da subito “Berto” per distinguersi da nonno e padre, ma in questo caso, essendo nato direttamente ad Andora, divenuto “Berto du Ciàn de Scàie” o “Berto da Cruxèa”, dove “Ciàn de Scàie” (appezzamento scaglioso) o “Cruxèa” (crociera) identificavano univocamente il luogo e le caratteristiche della residenza famigliare, prendendo spunto dalla natura del terreno di proprietà e dalla limitrofa presenza di quello che era un crocevia di riferimento nel territorio andorese della Marina.

Quindi, sono arrivato io.

I miei genitori hanno voluto spezzare la ripetizione dei “bartolomei”, senza discostarsi troppo dalla tradizionalità famigliare, grazie alla quale ho ripreso il nome di mio nonno Mario (purtroppo già scomparso da anni alla mia nascita), suscitando le ire del bisnonno, che assisteva contro la sua volontà alla rottura di quello che, a suo dire, era un legame con gli affetti del passato che non doveva essere interrotto.
La scelta decisa dei miei genitori e il non assecondare la volontà patriarcale del bisnonno porterà quest’ultimo a “togliere il saluto” a mio papà per mesi, fino a quando non risulterò essere l’unico bisnipote a “parlare in dialetto”, annullando l’ostilità personale di “Melìn” ed attirando la sua simpatia.
Logicamente, essendo stato temporaneamente l’ultimo della nidiata a portare il cognome, mi è toccata l’attribuzione di un appellativo che mi potesse distinguere: senza tanta fantasia mi è stato affibbiato “Marietto”, fantasiosamente dedicato al diminutivo di mio nonno; ma di "Marietto" ce n’erano già altri in giro e così, nel dubbio, sono diventato più esaurientemente “u fiu du Berto e da Ruśètta” e per rendere più veloce la localizzazione, “da Cruxèa” (così almeno con la localizzazione si evitavano eventuali possibili dubbi e confusioni).
Mi porto dietro questo “bagaglio” denominativo con grande affetto, anche se ormai la tradizionalità si è persa, non ci sono più solo le famiglie originariamente locali e l’attuale cittadinanza è andorese spesso da meno tempo di me, e non conosce ciò che esisteva, come ci si "identificava" ed i "modi di vivere" il luogo in precedenza.
Certi nomignoli, anticamente ed in un recente passato distintivi, ormai non hanno più seguito e perdono il loro affettivo e distintivo significato: non c’è più “u Ciàn de Scàie”, perché al suo posto è stato realizzato un condominio; non c’è più “a Cruxèa”, perché al suo posto ci sono strade, rotonda con giardini, denominazioni viarie nuove e conformazione diversa del luogo, che ne rendono irriconoscibile la vecchia identificazione.
Si perdono le coscienze e le conoscenze tradizionali delle attribuzioni nominative associate ai gruppi famigliari di appartenenza: il mio nome locale resta quello che era solo più per la generazione a cui appartengono i miei genitori, l’ultima a ricordare la vecchia Andora e tutto ciò che la caratterizzava e, purtroppo, sono rimasti in pochi e tristemente sempre meno.
Oggi sono chiamato e conosciuto in prima persona, troppo spesso con l'appellativo che, gli studi prima e la professione dopo, mi hanno incollato, e che declino con decisione ripiegando per scelta sul mio semplice nome, senza più il riferimento a provenire da qualcuno o da qualcosa, ma senza dubbio subisco la privazione del legame che univa al luogo, perchè l'andorese appartiene ad Andora, era sempre stato così, e non il contrario.
Resta il ricordo delle abitudini passate, di un periodo non ancora lontano, ma già così distante, in cui ognuno era accompagnato ad essere conosciuto per essere figlio o nipote di qualcun altro, tramandandone la discendenza e la presenza locale alle generazioni future, in funzione di una propria identità precisa legata a persone, luoghi e attività svolte.
y
Sono nato nel 1970, in una famiglia contadina, che mi ha insegnato e trasmesso il profondo legame alle mie radici territoriali.
Le mie origini hanno contribuito a creare un legame indissolubile con i luoghi e l'ambiente in cui sono cresciuto e dove vivo.
Arrivo a scuola l’ultimo “1° ottobre”, parlando solo il dialetto, iniziando ad esprimermi correntemente in italiano solo sui banchi delle elementari.
Nel 1985, a soli quindici anni, inizio a frequentare lo Studio Tecnico del Geom. Giacomo Ratto, che mi accoglie ragazzino e mi farà crescere dal punto di vista lavorativo, fino ad insegnarmi la libera professione e con cui collaborerò per oltre 12 anni.
Imparo a conoscere approfonditamente il territorio, i luoghi, le persone, storie di famiglie, la natura dell'avvenuta trasformazione nel corso del tempo.
La mia “prima lingua” è e resta il dialetto (il mio subisce alcune inflessioni tipiche delle origini di provenienza famigliari, che nel corso degli anni imparerò a limitare per adattarmi alla parlata più tipicamente andorese); questo rappresenta un fattore che nello svolgimento dell’attività professionale mi permette di legare facilmente con gli anziani del posto, i quali si trovano a proprio agio e anche un po’ incuriositi e divertiti a poter dialogare con un ragazzino in tutta semplicità, instaurando molti legami confidenziali con la generazione “dei grandi”.
In questo periodo ho la fortuna di ricevere ed imparare anche dagli insegnamenti di due andoresi, Luciano Dabroi e Adriano Lunghi, i quali contribuiscono alla mia formazione, trasmettendomi il profondo attaccamento alla nostra terra ed il valore di essere un andorese.
Nel 1989 mi diplomo geometra all'Istituto Tecnico "G. Ruffini" di Imperia, dopo già quattro anni di esperienza in ambiente lavorativo professionale.
Dal 1991 ho l'occasione di collaborare con Ovidia, per la realizzazione di studi progettuali e urbanistici universitari svolti ed applicati in particolare a luoghi della vallata locale.
Insieme, nell'Ottobre 1991, affrontiamo il rilievo e la restituzione grafica del borgo del Castello di Andora, studiandone per la prima volta caratteristiche e storia, raccogliendo quanta più documentazione possibile (considerate le difficoltà del periodo, non ancora scandito dalle tecnologie digitali).
Alla fine del 1993 ottengo l'abilitazione all'esercizio della libera professione di geometra, che inizio a svolgere in proprio la successiva primavera del 1994.
Tutte queste esperienze favoriscono e determinano l'inizio del mio interessamento allo studio storico e territoriale di Andora, al quale applicherò con accuratezza ogni risorsa e conoscenza professionale acquisita, confluendo nel 2005 in “Sul sentiero dei ricordi", una pubblicazione che resterà inedita fino al 2015, quando, su idea di Ovidia, sarà trasformata in una sezione del mio sito web "mariovassallo.it".
Nel 2019, in occasione della partecipazione all'evento di Storie Andoresi dedicato ai libri di Marino Vezzaro, decido che e giunta l'ora di dare voce ed il via ad una iniziativa che possa coinvolgere l’entusiasmo di essere andoresi.
E così, da 28 anni di esperienze, ricerche, documentazione, passione e dedizione, nasce l’iniziativa “Andora nel tempo”, che porterà alla realizzazione del sito web www.andoraneltempo.it, per il quale ho ricevuto il prestigioso riconoscimento delle “Chiavi di Andora”.
Nell'Ottobre 2021, Ovidia ed io decidiamo che è giunto il momento di completare la nostra analisi del Borgo del Castello, cominciata insieme 30 anni fa, effettuando un tuffo nel passato di Andora ed anche nel nostro.
Questa nostra avventura nei luoghi medievali andoresi ci ha permesso e riservato l’onore ed il privilegio, su richiesta dell’Amministrazione Comunale andorese, di realizzare il video di presentazione dell’importante progetto di ristrutturazione di “Borgo Castello”.

La mia storia è molto semplice, come le mie origini: sono un andorese, fiero e onorato di esserlo, che ama Andora per quello che ė e per come è, ieri, oggi ….. e sempre …. a cavallo di due secoli e due millenni.
y




Sito Web ideato e realizzato da Mario Vassallo - Andora
Sito Web ideato e realizzato da Mario Vassallo - Andora
Sito Web ideato e realizzato da Mario Vassallo - Andora
Sito web creato con Incomedia Website X5
Per informazioni scrivere a info@andoraneltempo.it
Per informazioni scrivere a info@andoraneltempo.it
Per informazioni scrivere a info@andoraneltempo.it
Per informazioni scrivere a info@andoraneltempo.it
Per informazioni scrivere a info@andoraneltempo.it
Torna ai contenuti