CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITA' - Andora nel tempo

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CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITA'

TESTIMONIANZE DAL PASSATO > ARCHITETTURE RELIGIOSE > LE CHIESE
CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITA'
(Testo di Laura Carletti - Foto di Laura Carletti e altri autori indicati)
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Disegno di Adriano Lunghi - per gentile concessione Federica Lunghi




Foto Ovidia Siccardi e Mario Vassallo


La Chiesa dedicata alla Trinità venne ricostruita tra il 1616 e il 1630 sui resti di un preesistente oratorio (1).
I lavori iniziarono il 10 Agosto 1616, quando il reverendo Parroco Marco Rosso pose la prima pietra e la nuova chiesa fu inaugurata il 9 Giugno 1634 (2).
La chiesa è costruita in pietra, ad aula (navata unica), con quattro altari laterali e volta a botte. La copertura è in ardesia. Il presbiterio è delimitato da una balaustra in marmo bianco a colonnine.
Il pavimento, in ardesia e marmo, fu rifatto come l’originale negli anni ’70 (del Novecento).
L’interno in origine non era policromo e solo le lesene erano dipinte in un colore ambrato.
Nel 2008 la Chiesa fu oggetto di un intervento di restauro conservativo, volto all’eliminazione delle cause di degrado (infiltrazioni dalla copertura e umidità di risalita), al restauro degli interni e degli elementi in legno presenti all’interno della chiesa, quali i portoni di accesso, gli armadi a muro, le ante delle nicchie e le strutture dell’organo e del coro.
Detto intervento fu supervisionato dalla Soprintendenza ai Beni architettonici.
Nel preventivo dello studio di architettura si legge che l’umidità “mette a rischio la conservazione degli affreschi esistenti, in particolare modo quelli messi in luce su alcuni degli altari laterali. Lo stato di conservazione di questi ultimi è compromesso ulteriormente dalla presenza di uno strato di pittura bianca steso durante un intervento di tinteggiatura effettuati diversi anni fa, che ha nascosto le decorazioni pittoriche originali e che non ne consente la traspirazione necessaria alla conservazione”.
Purtroppo di questi affreschi non rimane traccia.

Nel 1600 le cappellanie erano:
  • la compagnia della Madonna delle Grazie, con un reddito di lire 244, derivate da capitali ripartiti tra alcuni benefattori (Battista Tagliaferro fu Antonio, Luca Tagliaferro fu Antonio, Domenico Perato fu Giò Batta, Tommaso Stalla fu Lorenzo);
  • la Compagnia del SS. Rosario; possedeva la terra detta Beveo (lascito di Lorenzo Bernero) e la terra detta Braia (lascito di Guglielmo Stalla).
Gli oratori erano:
  • Oratorio di San Giovanni Decollato.

La festa della SS. Trinità si celebra la domenica dopo Pentecoste.



(1) “Nella Villa di Rollo un Oratorio, sotto titolo della SS.ma Trinità, nel quale per esser numeroso il Popolo, et assai distante dalla Parochiale, si conserva parimente l’oglio santo” G.A. PANERI, Sacro, e vago, Giardinello, e succinto Repilogo delle Raggioni delle Chiese, e Diocesi d’Albenga, in tre tomi diviso, cominciato da Pier Francesco Costa vescovo d’Albenga dell'anno 1624, ms.sec.XVII, Albenga, Archivio della Curia Vescovile, II, foglio 370.

(2) “sopra Poggio d’ameno Colle, di grata campagna, dominante l’onde cerulee, piantorno l’alto mistero della SS.ma Trinità, in un picciol, e divoto Oratorio, e cresciuto poi, et inanimato in si gran mistero, dieron di piglio del 1616. Li X d’Agosto, solennità del porporato Lorenzo, à nuova, e sontuosa fabrica, di dorico, e corinto mista, à cui fu posto il primo lapide con universal consenso, di licenza dell’Ordinario dal R.P. Marco Rosso, ad un vaso, in volta, capace di numerose anime, e di fabrica uguale a Città, appoggiato al medemo scudo della SS.ma Triade, di Choro in forma ottangulare, in polita, et elegante struttura, e facciata à ponente, et a viva voce manifesta la devotione di quelle peccorelle, à quali grandemente acese all’honor di Dio li 9 Giugno del 1634, con gusto universale fu benedetto dal Rev. Antonio Berrobianco Prevosto, e li XI celebrata la santa Messa, con giubilo commune di quelle parti; nel medemo per commodità de fideli si conserva l’oglio santo, e d’ivi un miglio lontano sorger si vede piccola, ma cristallina aqua, detta fonte di Varé.” Ibidem. II, Fogli 357 e 358.


La Chiesa durante i restauri del 2008.

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PANORAMICA DELL'INTERNO DELLA CHIESA



Presbiterio con altare e coro ligneo nell’abside. Le porticine della sacrestia e del campanile mostrano lo stesso motivo decorativo e sono quindi coeve del coro.

Parete di fondo con confessionale, portale di ingresso e soppalco dell’Organo.
Lato destro, con la porticina del campanile e la nicchia con il gruppo ligneo della Trinità.
Lato sinistro, con i due altari e la nicchia con la statua della Madonna Assunta.
Lato sinistro – Porticina della sacrestia, crocifisso processionale e pulpito
Lato destro, con i due altari e la porticina d’accesso laterale.
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IL PRESBITERIO


L’abside ospita un coro ligneo a 15 scranni e un inginocchiatoio del XVII secolo.
Dietro l’altare vi sono due nicchie che contengono statue: a sinistra la Vergine e a destra l’Arcangelo Gabriele annunciante. Attualmente le statue sono invece dipinte in colori pastello (rosa-azzurro).

     
Nelle foto precedenti: Angelo annunciante (foto 2003) - Angelo annunciante (foto 2022) - La Vergine Maria

Dietro l’altare: Tempera su tavola recante la scritta “OLEUM INFORMORUM” (sportello del tabernacolo dell’Olio Santo), inizio sec. XVIII.
 


Tabernacolo dell’Olio Santo

Nell’abside è collocato un pregevole dipinto del 1571, tempera su tavola della bottega di Giulio De Rossi (comunemente ed erroneamente definito “Pancalino”) raffigurante la Trinità con Angeli e Santi: San Giovanni Battista a destra e San Giovanni Evangelista a sinistra. Nella predella due immagini: San Giovanni a Pathmos e San Giovanni che predica ad una piccola folla.
La Cornice con colonne, trabeazione e timpano è in legno dorato. Restauro eseguito nel 1991.
Ecco tuttavia come si presentava il dipinto nel 2000:


Trinità, bottega G. De Rossi, foto A. Giacobbe, anno 2000 ca.
 


Trinità con angeli e Santi, bottega G. De Rossi come appare oggi, dopo ulteriore restauro.
 


Particolare del decoro del soffitto dell’abside

L’altare è a forma di carena di nave in marmo intarsiato (marmo bianco/nero e pietra paesina colorata) (si narra che fu rinvenuto su una nave affondata davanti ad Andora e diretta in Spagna).
 
  
In sequenza: l'Altare (foto A. Giacobbe - 2000 ca) e in una foto del 2022
 
  
Particolare del Tabernacolo e Angioletto marmoreo
 

Altare – motivo centrale a tarsia marmorea

Sopra l’altare sono posti:
  • un pregevole baldacchino o “cielo”, olio su tela - tessuto dipinto e legno dorato, (opera di una bottega della Liguria di ponente, terzo quarto del sec XVIII) raffigurante la Trinità con angeli e cherubini; la scheda dei beni culturali del 2004 lo descrive già in mediocre stato di conservazione;

  
“Cielo”, foto A. Buzzi anni '90 ed una foto del 2022

  
Particolare della figura del Cristo (foto 2000) e particolare della figura del Padre (foto 2022)

  • crocifisso ligneo (seconda metà del sec. XVII) con terminali lavorati, opera di bottega ligure.


Crocifisso

Alla base del crocifisso è collocato un gruppo scultoreo (legno scolpito policromo e dorato) raffigurante la Trinità con Vergine e cherubini, di bottega ligure, databile al sec. XVII.


Gruppo scultoreo: Trinità

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LATO SINISTRO

Sopra la porta della sacrestia è posto un olio su tela ovale di bottega ligure del sec XVII con Madonna, bambino e S. Luigi Gonzaga / Santa Margherita. (Restaurato nel 1989, subì un tentativo di furto con conseguente danneggiamento, il 21/09/1999).

  
Ovale in una foto del 2000 ed altra del 2022

Un altro dipinto ovale analogo (sec XVIII) con Madonna e due Santi domenicani (restaurato nel 1989) fu rubato nell’inverno 1997.


Ovale scomparso - foto anni '90

Accanto alla balaustra in marmo, sul lato sinistro, è posto un crocifisso ligneo, prodotto di bottega ligure della fine del sec XVII – inizio XVIII sec.


Pulpito con baldacchino e crocifisso

Il Pulpito è sovrastato dal un baldacchino: un olio su tela di bottega ligure di fine sec XVIII – inizio XIX sec raffigurante la Trinità. Già in pessimo stato nel 2004, ora è totalmente illeggibile.
Anche le scene dipinte sulle facce del pulpito non sono più leggibili.

Procedendo a sinistra, troviamo il primo altare. In un tripudio di stucchi colorati, una nicchia al centro ospita una statua della Madonna del Rosario.
La statua, in legno scolpito e dipinto, è opera di una bottega ligure fine XVII – inizio XVIII sec.
La nicchia era in passato incorniciata e protetta da un vetro legato in piombo che è stato rimosso, come mostra la foto più antica, in cui un vetro appare danneggiato.

  
Statua della Madonna del Rosario - foto 2000 e 2022

A sinistra dell’altare è posta una statua dell’Immacolata concezione, anch’essa in una piccola nicchia incorniciata.
La statua in legno scolpito e dipinto, opera di bottega ligure, è abbastanza recente e risale a fine sec XIX – inizio sec XX.
Un’altra nicchia contiene una statua lignea della Madonna Assunta con Angeli adoranti, opera di bottega ligure di fine XVIIinizio XIX sec.

  
Statua della Madonna Immacolata e statua della Madonna assunta

Sopra questa ultima, troviamo un altro dipinto: Madonna in trono con bambino e santi, olio su tavola.


Madonna in trono con Bambino e Santi

Dagli appunti di N. Clerici “nella nicchia del secondo altare a sinistra era situata un’opera scultorea raffigurante Madonna con bambino del sec XVII, presumibilmente dello stesso autore della Madonna dell’annunciazione nell’abside”, che purtroppo non è più presente ma è in parte documentata da questa foto di vent’anni fa.


Particolare della statua della Madonna con Bambino - (Foto A. Giacobbe anno 2000)

Sul secondo altare troviamo un dipinto raffigurante la Madonna del Rosario tra S. Domenico e S. Caterina da Siena. L’opera, un olio su tela dell’ultimo quarto del sec XVI, è un’altra opera della bottega di Giulio De Rossi.

  
Madonna del Rosario, bottega di G. De Rossi, 2000 e 2022.


Particolare dei committenti raffigurati nel dipinto della Madonna del Rosario.

Sopra a questo altare si trova un rosone in stucco che si suppone ospitasse un motivo decorativo ora rimosso o illeggibile.


Rosone in stucco

In una nicchia nell’angolo in fondo alla chiesa a sinistra, affrescata con la scena del battesimo di Gesù, opera di G. Bernardini, è collocato il fonte battesimale.
Accanto al Fonte battesimale, sulla parete di fondo della Chiesa, è appeso uno stendardo processionale, diviso e restaurato nel 1991 da Airoldi (Milano).

  
Nella prima immagine il Fonte battesimale; nella seconda lo Stendardo processionale.

Sopra il portale principale è situato l’organo della seconda metà del sec XIX. I portali d’ingresso sono stati rifatti in rame e borchiati alla ligure con un restauro compiuto a spese dei villeggianti negli anni ’80.


L'Organo

Dall’altro lato del portale di ingresso troviamo un confessionale del XVIII sec. in legno.


Il Confessionale

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LATO DESTRO

Nel presbiterio, sopra la porticina del campanile, è collocato un dipinto a olio su tela del Sacro Cuore di Maria, opera di bottega ligure di fine XIX – inizio XX secolo. Restaurato nel 1989. Sempre nel presbiterio, nel pavimento è inserita una lapide in marmo inciso che indica il luogo di sepoltura dei sacerdoti.

  
Nella prima immagine, il Sacro Cuore di Maria; nella seconda immagine, la Lapide

Continuando sul lato destro, troviamo una nicchia contenente il gruppo scultoreo della SS. Trinità, in legno, opera della bottega genovese di Paolo Olivari, del secondo quarto del XIX sec.


Gruppo scultoreo della SS. Trinità

Nella prima cappella del lato destro, al centro di un imponente altare e protetta da una teca in vetro, è posta una statua in marmo bianco scolpito e dipinto della Madonna di Trapani, opera di una bottega trapanese e risalente al XVII secolo.
A partire dal 1600 in tutta l’area del Mediterraneo si diffuse questa rappresentazione della Madonna, di cui l’originale era conservato nel santuario dell’Annunziata a Trapani: l’immagine, ritenuta miracolosa e meta di numerosi pellegrinaggi, era una scultura in marmo della seconda metà del 1300, attribuita a Nino Pisano.
A partire dal secolo successivo venne replicata e diffusa, ma dopo la controriforma si giunse a una vera e propria produzione in serie.
Botteghe trapanesi dedicate ne produssero molte copie, allo scopo devozionale di rafforzare il culto mariano e sottolinearne l’aspetto miracoloso.
Vendute come souvenirs, si diffusero in tutte le aree del Mediterraneo connesse alla Sicilia da commerci e rotte marittime.
Questo esemplare, conservato nella chiesa della SS. Trinità di Rollo, è probabilmente giunto qui grazie ai corallari che avevano contatti con Trapani, allora luogo di commercio e lavorazione del corallo.
A Rollo era infatti viva la tradizione della pesca del Corallo, com’è attestato da documenti della metà del 1600 in cui nella composizione degli equipaggi delle Galeotte coralline si contano marinai di dell'omonima Borgata.
I rollesi, come gli abitanti dei paesi vicini, erano contadini e pescatori, e accolsero questa statua che rappresentava tradizionalmente la religiosità delle genti del mare.
Un modello antico, medioevale, venerato da generazioni di pescatori di corallo.

Fonti:
  • Fulvio Cervini, “Per ragionare su centro e periferia. Testimonianze figurative di età moderna in Val Merula”, in Bollettino della Comunità di Villaregia, XI - XII (2000-2001) N. 11-12
  • Dino Durante - Ita Defferrari, Pescatori di corallo turco barbareschi banditi e schiavi, Collana Storia e Tradizioni Liguri, 1984, Oneglia, Dominici Editore


Madonna di Trapani


Sugli stipiti della nicchia ecco i 14 misteri del rosario, dipinti da due pittori (dipinti a olio su tela del sec XVII, restaurati nel 1998).

Misteri Gaudiosi:

    
Nella prima immagine, l'Annunciazione (parete destra, basso - indicata nelle schede come in sacrestia/deposito).
Nella seconda immagine, la Visitazione (parete destra, alto - indicata nelle schede come in sacrestia/deposito).
  
  
Nella prina immagine, la Natività (indicata nelle schede come in sacrestia/deposito - riquadro mancante).
Nella seconda immagine, la Presentazione al tempio (parete destra, basso - indicata nelle schede come in sacrestia/deposito).

La Disputa con i dottori (parete destra, alto - indicata nelle schede come in sacrestia/deposito).
  
Misteri dolorosi:

  
Nella prima immagine, Gesù flagellato (parete sinistra, basso); nellaseconda immagine, Gesù sale al Calvario (parete destra, medio).

  
Nella prima immagine, Crocifissione (parete destra, medio); nella seconda immagine, Gesù coronato di spine (parete destra, basso).

Misteri Gloriosi:

  
Nella prima immagine, la Resurrezione (parete sinistra, basso); nella seconda immagine, la Pentecoste (parete sinistra, metà).
 
  
Nella prima immagine, l'Assunzione della Vergine (parete sinistra, alto); nella seconda immagine, la Trinità incorona la Vergine (parete destra, alto).

Pare esistesse un ulteriore riquadro raffigurante l’Agonia nel Getsemani, del quale ora non c’è traccia.
Sopra la porticina laterale è appeso uno stendardo processionale.


Stendardo

Sull’altare della seconda cappella troviamo un dipinto raffigurante Madonna con bambino, Tobia e S. Raffaele Arcangelo, olio su tela di bottega ligure occidentale della seconda metà del sec. XVIII. Negli anni 90 e fino a tutto il 2004 il quadro appariva in pessimo stato, ma dopo opportuno restauro è tornato al suo splendore originario.

  
La Madonna con Bambino e San Raffaele (foto A. Giacobbe 2000) e in una foto del 2022.

Sulle lesene sono poste 14 tavole con le immagini della Via Crucis, opera di bottega ligure (olio su tela con cornice dorata) della prima metà del sec XVIII, restaurate negli anni ’80 a Genova.

  
Gesù Cristo condannato a morte I (presbiterio, lato sinistro, lesena seconda) e Gesù Cristo caricato della croce II (presbiterio, lato sinistro, lesena prima)

  
Gesù Cristo cade la prima volta III (lato sinistro, lesena quarta) e Gesù Cristo incontra la Madonna e le pie donne IV (lato sinistro, lesena terza)

  
Gesù Cristo aiutato dal cireneo a portare la croce V (lato sinistro, lesena seconda) e Gesù Cristo asciugato dalla Veronica VI (lato sinistro, lesena prima)

  
Gesù Cristo cade la seconda volta VII (controfacciata, lato destro) e Gesù Cristo consola le donne di Gerusalemme VIII (controfacciata, lato sinistro)

  
Gesù Cristo cade la terza volta IX (lato destro, lesena prima) e Gesù Cristo spogliato e abbeverato di fiele X (lato destro, lesena seconda)

  
Gesù Cristo inchiodato alla croce XI (lato destro, lesena terza) e Gesù Cristo morto in croce XII (lato destro, lesena quarta)

  
Gesù Cristo deposto dalla croce XIII (presbiterio, lato destro, lesena prima) e Gesù Cristo deposto nel sepolcro XIV (presbiterio, lato destro, lesena seconda)

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SOFFITTO

Sul soffitto troviamo un dipinto raffigurante la Trinità con la Madonna incoronata: anche in questo caso la foto del 2000 mostra segni di deterioramento mentre oggi l’immagine appare in buono stato.

  
Affresco soffitto, in una foto anno 2000 ed in una del 2022

Nella navata sono inoltre appesi due velieri ex voto del XIX secolo, mentre il “Veliero con bandierine” purtroppo non è più presente.

  
Veliero sul lato sinistro

  
Nella prima immagine, Veliero sul lato destro; nella seconfa immagine, “Veliero con bandierine” ora mancante.

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SAGRATO E SACRESTIA

L’arco di fronte alla chiesa è del sec XVII ed era l’ingresso carraio al giardino del palazzo Tagliaferro.

L’arco come appariva nel 2000 quando era coperto di vegetazione e nella piazzetta troneggiava una grande palma.


L’arco come appare nel 2022.

La pavimentazione a ciottoli sul sagrato mostra un sole con un simbolo poco intelligibile (si potrebbe ipotizzare un’Alfa-Omega).


Simbolo sul sagrato.
 
  
Nella prima immagine, in mobile settecentesco ad ante e cassetti (restaurato nel 1990); nella seconda immagine, il lavamani barocco in marmo scolpito.
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