BASE AERONAUTICA DI CAPO MELE
BASE AERONAUTICA DI CAPO MELE
(Paolo Montanucci)
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STORIA DELLA 115a SQUADRIGLIA RADAR REMOTA CAPO MELE
Foto per gentile concessione Paolo Montanucci - anno 1955 - (rielaborazione grafica a colori - Mario Vassallo)
Sul promontorio di Capo Mele, nella splendida cornice della riviera di ponente, incastonata tra il mare e le verdi colline coltivate ad ulivi, ha sede la 115a Squadriglia Radar Remota dell'Aeronautica Militare. Posta a 224 m. sul livello del mare nel Comune di Andora, la Squadriglia venne costituita il 15 giugno 1998 sul sedime del dismesso 15°Gr.R.A.M..
Per risalire alla prima configurazione del sito, bisogna andare molti anni indietro, precisamente al 1952.
Il 2 luglio 1952 l’Aviere Scelto ARVASI Camillo e l'Aviere Scelto COLELLA Antonio, (frequentatori del 1° Corso Radar Meccanici) provenienti da Pratica di Mare, giunsero all’E.W di Albenga. Lo scopo, quello di incontrarsi con un Nucleo di Specialisti A.M. provenienti dal IV Settore D.A.T. di Milano e con questi collaborare nell'individuazione di un posto adatto, per la collocazione di un apparato Radar. Tale posto doveva essere scelto tra tre, precedentemente individuati dagli Enti Superiori:
Monte Pisciavino sopra Alassio, Isola Gallinara, Promontorio di Capo Mele. L'incontro tra il personale, avvenne sulla via Aurelia, in prossimità del Faro di Capo Mele.
Per la scelta del posto, furono scartati immediatamente il Monte Pisciavino, in quanto privo totalmente di strade di collegamento e l’Isola Gallinara per motivi di trasporto. Non restava a questo punto che trovare una sistemazione sul promontorio di Capo Mele, presso il Faro della Marina, raggiungibile, percorrendo una malandata strada sterrata che, dalla via Aurelia, saliva sino alla sommità del Capo.
Giunti in prossimità del Faro e dopo aver ottenuto l'autorizzazione d'accesso da parte dei Marinai, con molta difficoltà e fatica, riuscirono a sistemare i mezzi dietro al Semaforo, proprio sulla punta più esposta di Capo Mele.
Il radar (apparato inglese AMES 6) era montato su una camionetta Ford 8V nella cui cabina posteriore trovava alloggiamento il sistema rice-trasmittente, il controllo antenna e i tubi di rappresentazione situazione tipo A e PPI, Sempre nello stesso locale, dietro ad una tendina, erano sistemati gli accessori necessari per le comunicazioni Radio/ filo e un tavolino con piano di plexiglas illuminato per il riporto delle tracce; sul tavolino si disegnava la carta geografica della zona in cui si andava ad operare.
Foto per gentile concessione Paolo Montanucci
Il sistema di trasmissione direzionale era affidato a un gruppo di quattro antenne tipo Yagi, del tutto simili a quelle ora in uso per il primo canale tv e anche la frequenza era quasi la stessa, 212 Mc/ s. L'alimentazione era fornita da un generatore elettrogeno 220 volt, a 2000 c/s per diminuire il peso dei trasformatori.
Nonostante tutto il complesso elettronico e meccanico facente parte del radar, fosse costruito in modo artigianale, era funzionale e, facile da installare. Partendo da zero, l'apparecchiatura era pronta in circa cinque minuti.
Sull'altro mezzo, uno SPA-18 (autoambulanza trasformata in carro U.H.T.) trovavano alloggiamento le apparecchiature T.B.T..
Per tutto il giorno del 2 Luglio, si lavorò per la sistemazione dei mezzi e del sistema. Il giorno successivo, messo in funzione l'apparato, fu possibile effettuare i primi avvistamenti di aerei francesi, in esercitazione su Capo Corso. Nei giorni seguenti, gli avvistamenti seguirono regolarmente, tanto da ritenere il posto, adatto ed idoneo allo scopo prefissato. Ora si trattava di segnalare agli Enti Superiori la posizione individuata, per procedere nell’acquisizione dei terreni.
In data 8/9 Luglio l’Aviere Scelto COLELLA. la Squadra Specialisti del IV Settore D.A.T. rientrarono ai rispettivi Reparti, lasciando sul posto, a presidiare, il solo Aviere Scelto ARVASI Camillo.
Foto per gentile concessione Paolo Montanucci
L’ARVASI, nell'immediatezza trovò sistemazione in una tenda a Capo Mele,
successivamente fu sistemato in una stanza nell'Ex GIL di Laigueglia, caseggiato in semiabbandono.
Le rare comunicazioni militari, gli pervenivano tramite la guardia municipale del paese di Andora.
Il buon Camillo, sopportò tale situazione sino al 1 Ottobre 1952, quando arrivarono a Capo Mele, provenienti da Milano, il Capitano MEZZANA Italo, un Maresciallo, un Autista e quattro Avieri.
Il sito diventava cosi operativo come C.R. alle dipendenze dell'Aeroporto di Villanova d'Albenga; assumendo il nominativo radio di “Remo”.
Era questa la prima configurazione del sito RADAR di CAPO MELE.
A partire da quel momento cominciarono ad essere apportate modifiche e sostituzioni degli apparati tecnici, con l’installazione di un ponte radio e degli apparati di telecomunicazione.
I collegamenti operativi avvenivano con la Sala Operativa del IV Settore D.A.T allocata in Piazza Novelli, (MILANO) con collegamento in ponte radio via Monte Settepani (Località Melogno Calizzano).
Nel 1956 veniva installato il radar di ricerca AN / FPS-8 e creata la sala operativa, permettendo cosi, l'anno successivo, di istituire ufficialmente il C.R.C. di Capo
Il reparto acquista ulteriormente prestigio quando, il 10 luglio 1959, viene trasferita da Sanremo a Capo Mele, la stazione meteo di 1a Classe.
Nel 1979 viene installato il radar di quota AN / FPS -89S; viene inoltre attivato il collegamento diretto dell’M.S.A. con il C.C.S. di Acquasanta per la trasmissione automatica, in tempo reale, dei dati relativi al servizio rifornimento.
In campo operativo, nel luglio dello stesso anno, veniva tolta la funzione di controllo “guida caccia” degli intercettori, rimanendo così solo quella di avvistamento e sorveglianza; “'configurazione di Reporting Post Manuale che verrà assunta fino al 10 aprile 1995, data della sospensione dell'attività operativa”.
Da ricordare nel 1986, la sostituzione dei vecchi ponti radio Westinghouse, con ponti radio di nuova generazione GTE.
Dal 10 Aprile 1995, iniziano i lavori di trasformazione del sito in Testata Radar Remota.
Tale trasformazione inquadrata in quella più ampia della Forza Armata, ha portato nel maggio del 1997 all’installazione del radar RAT 31-SL, primo di un lotto di dieci acquistati dall'Aeronautica Militare per la completa riorganizzazione della difesa aerea.
Dopo un periodo di collaudo, servito anche all'indottrinamento del personale, a poco più di un anno dalla sua costituzione, la 115a Squadriglia assume il 9 agosto 1999 la completa operatività.
La 115a Squadriglia Radar Remota, assieme agli altri reparti simili dislocati sul territorio nazionale, rappresenta il primo anello della catena di difesa aerea.
Compito primario della stessa, è infatti quello di captare i segnali di tutti i velivoli presenti nell'area di responsabilità ed inviarli al sito “Master” per l'identificazione, concorrendo quindi fattivamente alla sorveglianza dello spazio aereo nazionale.
La Squadriglia assolve a tale incarico grazie appunto alla presenza di un sensore radar RAT 31-SL, costruito dall'Alenia, avente capacità tridimensionali che, coadiuvato da moderni sistemi di elaborazione e trasmissione dati, consente l'avvistamento, l'invio delle informazioni e l'identificazione dei veicoli in tempo reale.
Un sistema di difesa così concepito, attivo 24 ore su 24 e totalmente integrato nel ben più vasto sistema NATO, consente all'Aeronautica Militare di assolvere pienamente al proprio compito istituzionale e, nel contempo, dell'Alleanza Atlantica.
Per quanto concerne la vecchia Base Logistica a seguito della trasformazione attuata dal 1° Giugno 1998, non rientrando nella pianificazione operativa, è stata stralciata dalla 115a Squadriglia R.R. assumendo come prima configurazione quella di ufficio Stralcio, successivamente (anno 2000) quella di Distaccamento Ordinario Soggiorno Marino, configurazione tutt'oggi ricoperta, alle dirette dipendenze del Comando Quartier Generale della 1a Regione Aerea di Milano.
Foto per gentile concessione Paolo Montanucci - anno 1955 - (rielaborazione grafica a colori - Mario Vassallo)
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IL PIONIERE
Foto per gentile concessione Paolo Montanucci - anno 1955
Capo Mele come Base Aeronautica nasce ufficialmente il 1 Ottobre 1952.
Se si fa riferimento invece, alla presenza di personale Aeronautico sul sito, si deve andare indietro al giorno 9 luglio 1940, quando, presso l'Ente allora esistente, "SEMAFORO" comandato dalla Marina, venne trasferito da Milano il 1° Aviere CANTISANO Girolamo.
Foto per gentile concessione Paolo Montanucci
Queste righe che seguono a testimonianza, sono tratte da uno scritto, inviato dallo stesso CANTISANO al Comandante la 115a Squadriglia R.R. Capo Mele, in data 16 giugno 2004. “Caro Capitano, il giorno 9 luglio 1940, cioè 64 anni fa, dall’Idroscalo Forlanini di Milano fui trasferito al SEMAFORO di Marina, di Capo Mele.
Il Reparto era composto da un Maresciallo di Marina, brav'uomo, di nome CASALINO (i suoi figli residenti oggi a Laigueglia), un Maresciallo “richiamato” di nome SEMERIA, un Ligure e 12 marinai.
Le devo raccontare, come e perché fui trasferito dalla Centrale Assistenza al Volo di Milano, a Capo Mele.
Il 10 giugno 1940, alle ore 18,00 il Ministro dell’Aviazione “MUSSOLINI”, annunciò che eravamo entrati in guerra. Fu così, che la sera stessa del 10 giugno 1940, tutti i radiotelegrafisti che eravamo alla Centrale, ci presentammo al nostro Superiore diretto: il Tenente Specialista che proveniva dai Sottufficiali e unanimi, chiedemmo di essere trasferiti nei REPARTI OPERANTI. Il brav’uomo, di oltre 60 anni, di nome CASTELLUCCIO, un combattente della guerra 1915/18 ci disse: potrei mandarvi in galera, per non aver seguito le norme che si adottano per essere trasferiti, però, feci così anch'io quando avevo la vostra età. Vi dico solo, che la guerra è una brutta cosa e chi la vede terminata, è un UOMO FORTUNATO.
Dopo solo un mese mi chiamò nel suo Comando, e mi disse: CANTISANO sei stato trasferito in un Reparto della Marina; volevo altre informazioni, ma fu lapidario. E’ già pronto il Foglio di Partenza, devi recarti al Campo d'Aviazione di VILLANOVA d’ALBENGA (SAVONA). Ti presenterai al Comandante. Il Personale ti darà le informazioni necessarie sul compito che devi svolgere. Ti dico solo, che è un compito gravoso e pericoloso.
Il giorno dopo, a VILLANOVA d’ALBENGA, un Capitano anziano, certamente richiamato alle Armi, mi disse: INCOMINCIAMO BENE LA GUERRA, mandano un ragazzino di 20 anni, con uno striscetto rosso sulla manica, certamente con poca esperienza, a svolgere un compito importante e gravoso. Al tuo posto, se le cose marciassero come Dio comanda, avrebbero dovuto mandare un Maresciallo per lo meno, addirittura un Ufficiale e dei collaboratori. Oltretutto, TI HANNO MESSO IN MANO UNA BOMBA, che se Dio non voglia, dovesse scoppiarti, sarebbero problemi superiori alle tue forze. Mi disse che dovevo recarmi al SEMAFORO di Capo Mele e, come prima cosa dovevo sapere, che ero responsabile (con il Maresciallo della Marina, Comandante il SEMAFORO) del CIFRARIO SEGRETO MILITARE; inoltre mi ricordò, che dovendo prestare servizio in un’altra Arma, (oltretutto antagonista, nella Regia si cantava E GIRA GIRA ĽELICA, ROMBA IL MOTORE, QUESTA E’ LA BELLA VITA DELL’AVIATORE, DELLA MARINA CE NE FREGHIAMO PERCHE' DALL?ALTO LA BOMBARDIAMO), anche velocemente, dovevo prepararmi convenientemente. Mi diedero una divisa nuova, scarpe nuove, mi fecero tagliare quasi a zero i capelli e, un signore in borghese, "dopo ho saputo che era un Ufficiale dei Carabinieri, forse dei Servizi Segreti", oltre a farmi tante domande, mi suggeriva dei consigli. Per esempio, che ad Alassio, gli Inglesi, che si erano preparati bene, ed in anticipo, per farci la guerra, avevano trasferito circa 100 persone, camuffate da turisti, fra di loro molte ragazze, che dovevo fare attenzione a farmele amiche e, insisteva, che un momento di intimità, mi sarebbe potuto costare molto caro. In guerra, innanzitutto, bisogna sapere, che tradire è una faccenda infamante, e che facendolo, si può andare di fronte al plotone di esecuzione.
Mi disse inoltre, che una Ditta l'ALLOCCHIO BACCHINI di Milano, a giorni, massimo un mese, avrebbe montato una STAZIONE RADIO RICEVENTE – TRASMITTENTE, sarei stato istruito dai Tecnici dell’Allocchio, per comunicare con una Base di Marina, in Francia, nella quale c’erano molti nostri Sommergibili, che qualche mese prima, dall’inizio del 1910, avevano passato, senza essere notati, lo Stretto di Gibilterra. I messaggi, che eventualmente dovevo trasmettere, dovevano essere fatti assieme al Comandante il Semaforo, Capo Francesco CASALINO. Dopo due giorni, con un mezzo dell'Aeronautica Militare sono stato spedito dal Campo d’Aviazione di Villanova d’Albenga, per il Semaforo di Mele.
Dove adesso, la Base è cinta dal muro, il motociclo si fermò. Allora, per arrivare al Semaforo da Laigueglia, c’era una stradina non asfaltata, i mezzi di trasporto non esistevano quasi, perciò, il Personale del Semaforo, nel sentire il mezzo che si avvicinava, capì che era il Radiotelegrafista della Regia, che aspettavano.
Tutto il Personale, dal Capo ai Marinai, mi accolse con vero affetto e, mi trovai completamente a mio agio.
Al Semaforo, trovai solo la capannina meteorologica, mi era stato detto the avrei trovato pure il TEODOLITE per seguire il palloncino, per la misurazione dei venti. La capannina meteorologica, è nello stesso posto, “anno 2002 mia visita” che ebbi il piacere di rivedere dopo tantissimi anni. L’edificio dove ora si trova il Centro TLC, è stato modificato. Per esempio, nel 1940, tutto intorno c’era un fossato e, per accedervi c’era un ponte levatoio.
Il giorno dopo il mio arrivo a Capo Mele, con il telegrafo ho trasmesso ad Arma di Taggia, il primo bollettino meteorologico. Come arrivavano a noi militari le notizie, neanche ce lo sapevamo spiegare. Sapemmo, che alcuni Sommergibili, con cui avrei dovuto comunicare, erano stati affondati. Della Stazione Radio, se ne parlava sempre meno.
Foto scattata nell'agosto 1940 su una terrazza del Semaforo che sarà demolita.
Al centro il Capo Casalino, Dirigente del Semaforo.
Foto per gentile concessione Paolo Montanucci
Sono stato in servizio al Semaforo, fino al 10 luglio 1941, quando, dietro mia domanda, fui trasferito alla 57a Squadriglia del XXXII° Gruppo 10° Stormo B.T.V. famoso, perchè Comandato dal migliore manico che aveva la Regia Aeronautica, (che di manici, nel 1940 ed anche oggi, non glie ne sono mai mancati) Colonnello Pilota CUPINI RANIERI di LUCCA, il più giovane Colonnello Pilota, che comandava uno Stormo di S.M. 79 nel 1940. Da Capitano era stato con S.E. Italo BALBO, nella Crociera Atlantica. Da Maggiore, vincitore assoluto della gara internazionale ISTRES/DAMASCO/PARIGI.
Solo dopo poche settimane che ero stato trasferito nel suo Stormo, (che ha avuto più perdite umane su tutti i teatri di guerra Aerea) fui scelto dal Colonnello CUPINI, come suo marconista. Con lo stesso, presi parte a molte Azioni di Guerra. Tutt'ora custodisco il LIBRETTO PEPSONALE DI VOLO, dove sono RELIGIOSAMENTE ANNOTATE le 78 SETTANTOTTO AZIONI cui ho partecipato.
La 57a all’inizio del conflitto, era composta da 125 uomini fra Piloti e Specialisti; alla fine, dopo 14 mesi, siamo rimasti vivi una ventina.
SIGNOR CAPITANO:
Lei ha notato che ho la veneranda età di 85 anni. Purtroppo (e chi non lo capisce non ha molto senno) si deve intraprendere, quel VIAGGIO LUNGO E SENZA RITORNO, per cui, non devo vendere nessun prodotto.
Le ho solo scritto avvenimenti, che se Dio esiste, non devono verificarsi mai più.
Signor Capitano,
come Le ho detto, sono stato il PRIMO DELL’AERONAUTICA MILITARE a venire, dove oggi, Lei dirige il suo Reparto. Sarei veramente felice sapere che, nel Comando 115a Squadriglia R.R. Capo Mele, esiste un Ufficio Storico che tramandi queste notizie”.
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I MILITARI E LA CITTA'
Foto per gentile concessione Paolo Montanucci
Li chiamavano “Aviei”.
Guardati piuttosto di sbieco, sotto sotto anche con invidia.
Del resto loro, gli “Aviei” in paese rappresentavano, almeno in apparenza, una "concorrenza" spietata.
Con quelle divise blu e l’aria scanzonata sembrava facessero faville con le ragazze, soprattutto poi nel periodo estivo, con le turiste tedesche ed olandesi, assai numerose negli anni 60-70 in Andora, Laigueglia, Alassio e Diano Marina.
Soprattutto, però, in un paesino allora particolarmente operoso nell'agricoltura (produzione olio, pesche e carciofi), quei giovanotti dell'Aeronautica Militare di Capo Mele, apparivano ai compassati andoresi, come una branca decisamente “improduttiva”.
E poi provenivano, particolare non secondaria in quel periodo (emigrazione) quasi tutti dal Sud, eccezione fatta per gli Ufficiali, i quali però con la "piazza" andorese avevano ben poco da fare.
Insomma gli "Aviei", ovvero quel gruppo di giovani futuri Sottufficiali cui toccò dar inizio all'organizzazione di Capo Mele, non ebbero vita particolarmente facile.
Non la ebbero da un paesino a loro indifferente; non la ebbero perché bisognava partire praticamente da zero, e i mezzi erano quelli che erano.
Economicamente, poi, non c'era proprio da stare allegri, e per di più il Regolamento di Disciplina Militare in vigore allora, non offriva spiragli.
Certo è, che tra passato e presente si intravede davvero un abisso.
Quelli della vecchia guardia, ad esempio dovettero attendere dagli otto ai dieci anni con il grado di Aviere, Aviere Scelto e poi Primo Aviere prima di conquistare il grado di Sergente, più altri quattro cinque, prima della nomina a Sergente Maggiore.
Insomma, in tutto almeno 14 / 15 anni prima di passare al Servizio Permanente Effettivo, un'eternità.
Ora, un Sottufficiale, probabilmente sorriderà al pensiero che negli anni 50 / 60, un mensile consentiva appena cinque sei ingressi al cinema ad Alassio, o qualche consumazione al Bar Saraceno, non di più; pena il rischio di rimanere senza il becco d'un quattrino, confinati in camerata ad aspettare quelle poco meno di diecimila lire che passava allora l'Aeronautica Militare.
Da allora ad oggi il cambiamento è stato a dir poco impressionante, in tutti i sensi.
Tra i Sottufficiali d’un tempo e quelli odierni, è rimasta in comune solo la provenienza.
Ancora oggi infatti è il Sud Italia il serbatoio da cui la Forza Armata attinge largamente per rinnovare il personale di carriera.
Talvolta la prima sensazione che avvertono i nuovi arrivati, tutti d’età compresa i 20 e i 25 anni, è che oltre i muri della caserma, ci sia il vuoto.
E un pensiero si fissa nella mente, sin dall'inizio: trasferimento appena possibile, impiegarsi in un Reparto dell'Aeronautica che sia più vicino a casa, alla famiglia, agli affetti.
Desideri destinati per lo più a rimanere inascoltati, almeno per alcuni anni.
C'è da dire che ad Andora, oggi, inserirsi nel tessuto cittadino è particolarmente semplice, i tempi della preclusione alle divise, sono per la verità lontani anni luce.
E’ anche vero però, che in città i posti dove potersi svagare, in alternativa alle famiglie distanti, sono quasi sempre gli stessi, e guarda caso, dove immancabilmente si incontrano le stesse persone.
Questa, a mio giudizio, è una “carenza”, conseguenza delle scelte politiche prese negli ultimi 20 anni.
Si è scelto di puntare sulla realizzazione di nuove abitazioni, per creare occupazione e lavoro, ma con l’effetto che queste seconde case, hanno portato ad un turismo ristretto e di sole persone anziane.
Alla fine degli anni 70 ed inizio anni 80, quando io arrivai a Capo Mele, le spiagge, gli alberghi, i campeggi erano pieni di giovani e vi era ancora anche buona parte, di turismo straniero; oggi purtroppo, di tutto ciò, restano solamente piacevoli ricordi.
Ad Andora, non vi è più neanche un campeggio, la maggior parte degli alberghi ha chiuso, o è stato convertito in Residence, quei pochi che sono rimasti sono di ricettività limitata, non avendo così la possibilità di poter ospitare gruppi numerosi.
Una cosa è certa: i tempi del cameratismo, del goliardismo puro, delle divise, sembrano definitivamente chiusi in archivio.
In effetti, l'attenzione posta nell'ultimo ventennio al benessere del Personale Militare, ha finito per integrarlo sempre più nella sfera civile, slegandolo però da certi spiriti di corpo collegati per tradizione alla divisa.
Ma una divisa intesa anche nel suo significato più stretto: alle ore 16,00, giovani o anziani che siano, la ripongono nell'armadietto per indossarla il giorno dopo e una volta usciti dal cancello della Base diventano “cittadini qualunque”.
Situazione del tutto diversa rispetto agli obblighi ai quali erano vincolati i giovani Sottufficiali di alcuni anni fa: le loro divise infatti li seguivano dappertutto, tanto da costringerli ad affilare quanto mai l’astuzia: in occasione della libera uscita (dalle 18,30 alle 22,30) dandosi appuntamento in casa di qualche conoscente o nel locale del barbiere di Alassio, per effettuare velocemente il cambio d’abito. Naturalmente per poi essere “beccati dalla Ronda”.
A parte il fatto che non potevano andare tanto lontano, visto e considerato che gli unici mezzi disponibili erano la Corriera Militare: faceva Base Andora Alassio, visto che il ritrovo preferito (e per certi versi obbligato) degli Aviatori, era il Caffè Roma e il Boccaccio, sempre in Alassio.
Di sera in Andora, c'erano praticamente solo gli Avieri, e ottenere un appuntamento con qualche ragazza era, se non impossibile, una vera impresa.
Eppure molti dei Sottufficiali di quegli anni, finirono per trovare moglie giusto in zona, come poi successivamente, anche il sottoscritto ha fatto.
Naturalmente il fidanzamento era destinato a durare anni, considerato il fatto che prima di raggiungere il traguardo del Servizio Permanente, e ottenere i benefici in busta paga, dovevano trascorrere i famosi otto dieci anni da graduati.
Ora un Sottufficiale potrebbe permettersi di formare una famiglia già dopo i vent’anni, anche lui sposandosi con ragazze della zona, anche se egli puntualmente affronta mille e più chilometri pur di trascorrere un fine settimana, solo un fine settimana, a casa.
Dopo qualche anno, comunque, l’iniziale idea del trasferimento viene definitivamente accantonata.
Definitivo diventa l'inserimento nel tessuto urbano.
A livello economico sono stati fatti passi da giganti.
Da 30 anni a questa parte, lo stipendio di un Sottufficiale è praticamente triplicato: tra la fine degli anni 70 e gli inizi degli 80 ad esempio, era pari a due terzi di quello percepito dai lavoratori dell’industria.
Addirittura spesso e volentieri lo stipendio della moglie, che lavorava anche solo come commessa, superava largamente quello del marito militare: aspetti questi, che negli anni 70 provocarono una consistente, la prima, ondata di contestazione.
Nell'ambito della Base, lo svago, le attività ricreative per i Sottufficiali, alloggiavano generalmente al "Circolo Sottufficiali".
La lista delle iniziative, sovente promossa in collaborazione col P.UMA.S.S., era piuttosto varia. Piccolo particolare: i "registi" della situazione erano sempre i colleghi anziani, i Marescialli. Raramente la sfera giovanile del Personale Militare di carriera si faceva promotrice di iniziative, a meno che non si trattasse di tornei interni nell'ambito della struttura militare: tornei di carte, di biliardo, di biliardino.
Una di queste iniziative "Torneo Azzurro" nato nel 1978, come Torneo interno tra i vari Nuclei, ottenne nell'immediato un successo tale, da essere allargato alla partecipazione di squadre rappresentanti le altre Caserme del comprensorio, elevando così il tasso tecnico dei giocatori partecipanti, tanto da divenire una delle manifestazioni sportive, inserita nel calendario delle manifestazioni estive del Comune di Andora.
Si è disputato fino al 1991.
Oggi purtroppo con la riconfigurazione della base, a seguito del nuovo assetto strategico-militare e con la conseguente riduzione di Personale, questo, non si sente più particolarmente invogliato ad organizzare o partecipare a quei momenti ricreativi che il programma del Circolo Sottufficiali, una volta proponeva.
Comportamento, come si è visto, non casuale, dato appunto il radicale mutamento avvenuto nel rapporto tra militare e tradizione d’Arma.
Quelle stesse tradizioni (incluso l'ampio bagaglio d'esperienza professionale) di cui, nonostante tutto, gli "anziani" i "giovani di un tempo" del 15° Gr.R.A.M., restano, per i giovani di oggi, portavoce a tutti gli effetti.
Foto per gentile concessione Paolo Montanucci
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IL DISTINTIVO DI REPARTO
Il distintivo è di forma sannitica, con la denominazione dell'Ente nel “Capo” in un'arca alta circa un quinto dell'altezza complessiva del distintivo stesso.
L'emblema è costituito da tre elementi:
- una trota (di colore giallo), a rappresentare la continuità con il vecchio distintivo del 15° Gr.R.A.M. da cui discende la 115a Squadriglia Radar Remota;
- cinque stelle di colore giallo a simboleggiare i nuclei costituenti la Squadriglia;
- sullo sfondo un lembo di terra affacciato sul mare raffigurante il promontorio di Capo Mele, sede della Squadriglia stessa ed il sole che vi sorge alle spalle, simbolo di un nuovo giorno e di augurio per un futuro sempre radioso per l'Ente ed il suo personale.
Per gli appassionati si tiene a precisare che nell'attuale distintivo, a differenza degli altri che lo hanno preceduto non è più stato riportato l'aereo.
L’aereo, quale simbolo di appartenenza all'Aeronautica e del tipo di lavoro svolto, è sempre stato precedentemente inserito negli stemmi di Capo Mele, (anche in epoche diverse CRC - CRP - CRAM) fin dal primo stemma di reparto. Il primo stemma riportava infatti, l'aereo F84, sostituito poi nel 1978 con il 104.
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Il crest ideato e realizzato dall'allora 1° M.llo Paolo MONTANUCCI per la A.A.A. di Andora testimonia (grazie alle esperte mani dei decoratori e ceramisti di Albisola Marina) il forte legame esistente tra la Città di ANDORA e l'ARMA AZZURRA, raffigurandolo attraverso due immagini simbolo:
- la CHIESA DEI SANTI GIACOMO E FILIPPO, notevole opera architettonica del periodo tardo romanico, costruita intorno alla metà del Duecento, scelta dalle Autorità Comunali come simbolo storico nella promozione turistica della cittadina rivierasca del Ponente;
- la PATTUGLIA ACROBATICA NAZIONALE, orgoglio dell'Arma Azzurra e di tutta l’Italia, conosciuta nel mondo anche con il nome di “Frecce Tricolori”.
- la CHIESA DEI SANTI GIACOMO E FILIPPO, notevole opera architettonica del periodo tardo romanico, costruita intorno alla metà del Duecento, scelta dalle Autorità Comunali come simbolo storico nella promozione turistica della cittadina rivierasca del Ponente;
- la PATTUGLIA ACROBATICA NAZIONALE, orgoglio dell'Arma Azzurra e di tutta l’Italia, conosciuta nel mondo anche con il nome di “Frecce Tricolori”.
Foto per gentile concessione Paolo Montanucci
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La sede andorese dell'Associazione Arma Aeronautica è dedicata al Cap. Pilota Andrea GASTALDI, nato il 26 Giugno 1965 ad Albenga (SV), dove ha conseguito il Diploma di Maturità Scientifica presso il Liceo Scientifico “G. Bruno”.
Arruolatosi volontariamente nell'Accademia Aeronautica di Pozzuoli, in qualità di Av. All. Ufficiale del ruolo naviganti normale ed ammesso alla 1a Classe del Corso DRAGO 4 per l'anno 1981/85, veniva nominato PILOTA D’AEROPLANO su velivolo SF-260 in data 14 giugno 1985.
Successivamente impiegato presso 60a Brigata Aerea “anno 1989” e 3° STORMO “1990”, l'8 marzo 1990 veniva nominato PILOTA MILITARE su velivolo T38 e successivamente abilitato al pilotaggio su velivolo F104E - AM-X - SF260 - T37 - G91 - F104G, in servizio presso il 132° Gruppo Volo, sotto il comando del Ten. Col. Massimo DONADEL.
Il 23 Aprile 1992, durante un volo di pattugliamento, condotto con un velivolo MB-339, periva, insieme al Magg. Pil. Enrico MOSCA, inabissandosi nelle sottostanti acque del Lago di Garda, evitando che il velivolo impattasse su di un vicino centro abitato.
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Paolo MONTANUCCI, nato a Orte (VT) il 4 ottobre 1963, dopo aver conseguito il Diploma di Scuola Media Inferiore presso l'Istituto Statale “A. Deci” di Orte, si è arruolato in Aeronautica Militare il 20 ottobre 1980 ed ha frequentato il 67° Corso Normale nella Scuola Sottufficiali di Caserta.
Ultimato il corso basico e conseguito l'attestato di idoneità tecnico / professionale nel luglio del 1981 è stato destinato al 15° C.R.A.M. di Capo Mele in Andora (SV). Promosso Sergente in data 27 aprile 1982 ha ricoperto l'incarico di Addetto alla centrale elettrica.
Nel maggio 1984 ha partecipato al 1° Concorso di Stato per l'accesso al Servizio Permanente Effettivo, con esito favorevole, ed acquisendo cosi il grado di Sergente Maggiore.
Trasferito nel settembre del 1985 alla S.A.R.V.A.M. di Viterbo ha ricoperto anche qui le mansioni svolte nel precedente reparto.
Nel maggio del 1986 è stato nuovamente trasferito a domanda al 15° C.R.A.M., ove oltre a svolgere le funzioni di Addetto alla centrale elettrica ha svolto come Incarico Secondario dal settembre 1992 al maggio 1998 quella di Capo Nucleo Infrastrutture.
L’1 giugno 1998, in base alla nuova riconfigurazione della Difesa Aerea e con la conseguente chiusura dei Centri Radar viene trasferito alla costituenda 115a Squadriglia Radar Remota Capo Mele, con le funzioni di Addetto alla Segreteria Ufficio Tecnico.
Nel dicembre del 2002 è stato promosso al grado di 1° Maresciallo.
Ha frequentato con esito positivo il 1° Corso Informativo di Diritto Internazionale Umanitario applicabile ai conflitti armati per il personale militare, svoltosi ad Andora (SV) dal 10 aprile al 13 aprile 2007.
Il 1 agosto 2012 assume l’incarico di Capo Nucleo Gruppi Elettrogeni/Centrale Elettrica della 115^Squadriglia R.R. Capo Mele.
Il 1 gennaio 2015 gli viene conferita la qualifica di Luogotenente.
Il 24 agosto 2015, in esecuzione di specifica delega da parte del Capo Di Stato Maggiore A.M. ed alle direttive in riferimento riceve dal Comandante della 115a Squadriglia R.R. Capo Mele l’incarico di Presidente dei Sottufficiali, Graduati e Militari di Truppa della 115^Squadriglia R.R. Capo Mele: incarico ricoperto fino al 3 settembre 2018 data del collocamento in congedo.
Nell’ottobre del 2017 gli viene conferita la qualifica di Primo Luogotenente.
Il Primo Luogotenente MONTANUCCI Paolo ha partecipato a Missioni Operative all'Estero essendo:
- comandato a Pristina (Kosovo) quale componente della Forza Multinazionale Impiegata per conto dell'O.N.U. nell’Operazione Joint Guardian dal 31 gennaio 2003 al 18 marzo 2003;
- comandato a Djakovica (Kosovo) sempre nell'Operazione Joint Guardian dal 19 marzo 2003 al 09 maggio 2003;
- comandato a Tallil (Iraq) quale componente della Forza Multinazionale nell’ambito dell'Operazione Antica Babilonia dal 25 maggio al 24 settembre 2006;
- comandato a Djakovica (Kosovo) quale componente della Forza Multinazionale Impiegata per conto dell’O.N.U. nell’Operazione Joint Guardian dal 14 ottobre 2011 al 21 giugno 2012.
Il Primo Luogotenente MONTANUCCI Paolo è insignito delle seguenti onorificenze:
- Medaglia Mauriziana al Merito di dieci lustri di Carriera Militare, ad attestazione di lungo e meritevole servizio nelle Forze Armate;
- Croce d’Oro con stelletta per Anzianità di Servizio (anni quaranta);
- Diploma di Benemerenza con Medaglia a testimonianza dell’opera portata in favore delle popolazioni della Campania e della Basilicata colpite dal sisma del 23 novembre 1980;
- Medaglia “Non Article 5” per aver preso parte all’Operazione Joint Guardian;
- Croce commemorativa per la Missione Militare di Pace in Kosovo nell’ambito della Risoluzione O.N.U. 1244/99 a favore della pacificazione nella ex Jugoslavia;
- Croce commemorativa per la Missione di Soccorso Umanitario in IRAQ;
- Medaglia di Bronzo al Merito di Lungo Comando.
E' sposato con la signora Antonella dal 6 ottobre 1988 ed ha un figlio, Michail.
La grande passione per l’Aeronautica e la sua storia, lo ha spinto a realizzare e pubblicare una propria opera “Aquile di Liguria”, (Edizioni Nuova Prhomos - Città di Castello PG) pubblicata nel 2012, in cui raccoglie e descrive in modo dettagliato la Storia dell’Aviazione in Liguria, corredando con un vasto repertorio fotografico ed illustrativo esclusivo.
Nel tempo libero è impegnato socialmente nell’aiuto delle persone meno abbienti.
Ha per più anni preso parte al Pellegrinaggio Annuale OFTAL (Organizzazione Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes) con la diocesi di Albenga/Imperia, impiegato come barelliere.
Dal 2018 data del collocamento in congedo presta quotidianamente opera di volontariato presso la Pubblica Assistenza Croce Bianca di Andora in qualità di autista nelle corse programmate.
Nel contempo, ha frequentato il Corso di formazione per il personale delle associazioni convenzionate operante sulle ambulanze del Servizio di Emergenza Sanitaria della regione Liguria, conseguendo la certificazione di Soccorritore del Servizio 118 in data 16/02/2022, entrando così a far parte fissa del personale di prima emergenza.
Inoltre, come milite della Croce Bianca di Andora ha recentemente preso parte, assieme ad altri volontari, a tre missioni umanitarie di soccorso al popolo ucraino, consegnando medicinali e alimenti:
- la prima, 6 – 10 marzo 2022, lo ha visto partire da San Bartolomeo al Mare (IM) per Siret (Romania), percorrendo complessivamente 4.483 chilometri;
- la seconda, 26 – 28 marzo 2022, dalla Riviera alla “border police” di Galati (Romania), percorrendo 4.400 chilometri;
- la terza, 9 – 12 maggio, da Andora a Isiccea (Romania), percorrendo 4.790 chilometri.
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