LA CIPOLLA BELENDINA
LA CIPOLLA BELENDINA
per gentile concessione
Comitato per la promozione della Cipolla Belendina
Marco Gagliolo
www.cipollabelendina.it
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LA STORIA
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Nella prima metà del Novecento l’Avvocato Momigliano acquistando anche dal Marchese Maglioni, diventò proprietario di una vasta estensione terriera che comprendeva tutto il versante di ponente di Capo Mele, la zona di Mezzacqua, l’antico acquedotto ed i campi della pianura adiacente, sulla quale esisteva una cascina.
Tale edificio sarà l’abitazione di tutti i mezzadri in servizio presso la famiglia Momigliano, che nella prima metà degli anni ‘30 costruirà nelle vicinanze “Villa Laura”.
Alla fine dell’Ottocento, in Località Mezzacqua nasce Settimio Denegri detto “Balilla”, di origine contadina e a lungo navigatore, che sposerà Calcagno Maria, tornando a fare il contadino con la nascita del secondo figlio Giuseppe Denegri - detto “Pippo du Balilla” (1907).
Oltre a “Pippo” che si sposa con Ascheri Teresa detta “Secondina” e dalla loro unione nasce Maria Rosa, altre due figlie, Maddalena e Santina, la quale si sposa con Saettone Nicola detto “Niculìn”.Dai ricordi di Maria Rosa viene tramandato che il nonno Settimio già coltivava “una cipolla rossa di grosse dimensioni, a forma di fiasco e da un sapore dolcissimo”.
Negli anni ’60, lo sviluppo edilizio andorese porta gli eredi della famiglia Denegri ad abbandonare la coltivazione dei terreni per intraprendere altre attività.
Per fortuna però, nella parte pianeggiante adiacente all’antico acquedotto, la famiglia Luzzati resiste ancora per decenni al richiamo della speculazione edilizia, mantenendo integro un appezzamento di terreno, affidato alle cure del mezzadro Bellenda Trentino detto “Trentìn” (classe 1926) che, giunto ad Andora con il padre Giacomo nei primi anni di vita, ha dedicato la sua vita alla coltivazione della terra.
(Trentin nel suo regno accovacciato sulla destra)
Dai suoi ricordi sappiamo che la semenza della cipolla gli viene data da Bruno Corio che a sua volta la ebbe proprio da Saettone Nicola detto “Niculìn” e che per decenni ne aveva curato la semenza e la riproduzione.
La bontà del prodotto e l’esclusiva produzione delle piantine da parte di “Trentìn” hanno portato i contadini di Andora ad identificare quel tipo di cipolla come “LA CIPOLLA BELENDINA”.
Giovanni ROBERTO (classe 1929), piemontese di origine ma Andorese da coniugato, dal 1967 al 2013 ha coltivato in via Rattalino un orto/giardino dove in stagione si mostravano due o tre solchi di cipolle Belendine, trasmettendo la passione alla figlia Laura per la nostra cipolla andorese.
Giovanni ROBERTO (classe 1929), piemontese di origine ma Andorese da coniugato, dal 1967 al 2013 ha coltivato in via Rattalino un orto/giardino dove in stagione si mostravano due o tre solchi di cipolle Belendine, trasmettendo la passione alla figlia Laura per la nostra cipolla andorese.
Nell’ultimo decennio si è corso il rischio di perdere la semenza della cipolla, orgoglioso simbolo dei prodotti tipici andoresi, preservata e valorizzata grazie all’impegno e grande dedizione di Marco Gagliolo che ha dato vita al Comitato per la promozione della Cipolla Belendina, attuando un’importante iniziativa che ha permesso di farla recuperare, conoscere e riconoscere, pubblicizzandone storia e natura, con il coinvolgimento, la collaborazione e l’interessamento da parte delle aziende agricole andoresi che attualmente la coltivano redendola disponibile e accessibile per farcela gustare sulla nostra tavola:
Belgrano Fiorella e Paola, Bianco Antonietta, Ciccione Francesco, Elena Ambrogio (Claudio), Guardone Giorgio, Peq Agri, Puppo Francesco, oltre ai produttori per passione Proglio Giorgio e Roberto Laura.
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Foto di Piero Dagati