MODIFICHE DEL TERRITORIO
MODIFICHE DEL TERRITORIO
(Mario Vassallo)
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Terminata la Seconda Guerra Mondiale, che per fortuna ha solo “sfiorato” il territorio andorese litoraneo, fallita l’opera bellica in uscita dall’occupazione militare tedesca che prevedeva di far brillare intere aree minate sulle vie di collegamento principali in corrispondenza dei Capi Mele e Cervo, Andora si trova ad affrontare la tappa iniziale del proprio sviluppo urbanistico che la porterà sorprendentemente a sviluppare un indirizzo principalmente dedito all’attività e frequentazione turistiche.
L’economia di parecchie famiglie locali è stata mantenuta viva da impieghi nella cantieristica navale litoranea che, nonostante l’occupazione gestionale tedesca, è proseguita in modo piuttosto attivo per tutta la durata del conflitto mondiale, ma “furbescamente” portando a compimento gli scafi in costruzione fino ad un 80% della loro realizzazione per poi lasciarli incompiuti adducendo la scusa di mancanza delle provviste di materiali necessari.
Ma finita la guerra si deve trovare una svolta e imboccare una direzione per nuovi programmi di sviluppo del territorio e delle condizioni economiche degli abitanti.
Un abbozzo di pianificazione urbanistica prevede l’identificazione di zone territoriali che consentono la costruzione di edifici per scopi residenziali, per accrescere i numeri demografici locali ed offrire l’accoglienza di presenze turistiche.
Nascono così i “Villaggi” Pineta e Orizzonte, insiemi di casette sparse, dalle linee architettoniche essenziali, pressochè avvicinate le une alle altre, meta di “case di vacanza”.
Sperimentato questo tipo di insediamenti estensivo, si spinge sull’acceleratore per realizzare interventi edificatori più intensivi, mirando alla costruzione di edifici multipiano e di grandi dimensioni che stravolgeranno radicalmente e drasticamente l’aspetto ed il territorio andorese.
Sul tratto litoraneo costiero, tra la borgata Marina e lo sparuto gruppo di case chiamate con la denominazione “Dal Castellante”, ci sono solo campi coltivati a monte della Strada Statale Aurelia e le strutture edificate sulla spiaggia, appartenenti alla Colonia di Asti e già sede in passato anche delle attività cantieristiche navali locali.
Alla fine degli anni ’50 del secolo scorso, in posizione fronteggiante il mare ed a monte rispetto alla Strada Nazionale Aurelia, circa a metà del tratto costiero, sorge il primo edificio “moderno”, esempio dell’edilizia in verticale: il primo palazzo che darà il via all’espansione dell’abitato nel nucleo centrale di nuova formazione della cittadina: l’odierno Condominio “RIVIERA”, spesso indicato come “Palazzo del Sole” - , a causa di una sorta di raffigurazione “scultorea” realizzata su una delle facciate principali dello stesso.
Il Condominio "Riviera" e il Condominio "Marino" danno il via alla formazione del centro cittadino ed alla creazione della futura via Doria
Il Condominio Riviera o “Palazzo del sole” sorto all’incrocio tra via Doria e via Aurelia; a sinistra, la trattoria “Cacciatori” (“u Noru”)
Da questo momento si forma una rete di arterie stradali ortogonali al litorale costiero, che permettono di creare, con il collegamento trasversale delle nuove future vie, una serie di isolati pressoché rettangolari e, comunque, di forma piuttosto regolare: nascono così in principio la via Andrea Doria - , il viale Roma, la via dei Mille - ed un tratto della via Clavesana.
Il colonnato di via Doria – lato Levante
In seguito lo sviluppo urbanistico si svolgerà espandendosi da questo nuovo centro, allargandosi fino alla consistenza attuale.
Edifici di cinque o sei piani, alcuni con negozi al piano terreno, antistanti parcheggi, zone di verde pubblico, pochi giardini privati, viabilità ordinata: questa è la crescita prevista dallo sviluppo che segue l’avvento del “boom economico”; la progressiva riduzione e poi scomparsa dei terreni coltivati e la trasformazione da piccolo paese di campagna a cittadina turistica rivierasca.
Il nuovo tessuto urbano si completa in circa un quarantennio, riconducendo ogni decennio a singole zone di intervento, dove spesso si sacrificano le vecchie case rurali ed edifici esistenti, per dare sbocco ad interventi edificatori di tipo intensivo.
A Levante del Merula, nelle località Marina (intorno al Bastione - ), Binelli, Cà Bianca - , Pigna - , Stazione - , Mezzacqua, Noceto, si assiste ad un rinnovamento sostanziale dell’abitato, creando una sorta di unico lotto residenziale, che accentra le attività complessive e maggiori della nuova cittadina..
A Ponente, invece, rimangono in piedi i vecchi edifici, ad assistere ad un allontanamento graduale dell’interesse per tali zone, con una specie di “spopolamento” che induce ancora oggi a considerare erroneamente le Località Stazione, Pigna e Garibbo, come l’antico abitato andorese.
Tutto intorno, nell’entroterra e sulle colline, le antiche frazioni sono testimoni di un lento e graduale abbandono, per diventare dopo alcuni decenni, nuovamente meta di ricerca esasperata di luoghi e porzioni di immobili immersi nella tranquillità e nel verde, magari anche con invidiabile vista panoramica; in questo lasso di tempo, la morfologia e la consistenza di tali nuclei rimane pressoché inalterata, mantenendo l’originario fascino di luoghi dove la modernizzazione è arrivata in modo meno intenso, lentamente e più tardi, salvo poi lo stravolgimento subito con i condoni edilizi.
La cittadina cresce a vista d’occhio, aumentando non solo la potenziale ricettività turistica, ma anche la popolazione residente, come dimostrato dal confronto dei dati rilevabili dai censimenti effettuati.
La tabella sotto riportata evidenzia come il periodo della Seconda Guerra Mondiale abbia “toccato” marginalmente l’andamento demografico del Comune di Andora.
Si determina un aumento netto della popolazione nel periodo in corrispondenza degli anni ’60 e ‘70, coincidenti con il “boom edilizio”, seguito nei decenni successivi da una crescita continua ma più ridotta e controllata.
ANNO | RESIDENTI FEMMINILE | RESIDENTI MASCHILE | RESIDENTI TOTALE |
1861 | 1940 | ||
1971 | 1844 | ||
1881 | 1950 | ||
1901 | 1753 | ||
1911 | 1675 | ||
1921 | 1803 | ||
1931 | 2131 | ||
1936 | 2284 | ||
1951 | 2464 | ||
1961 | 1588 | 1582 | 3170 |
1971 | 2428 | 2267 | 4695 |
1981 | 3138 | 2930 | 6058 |
1991 | 3424 | 3140 | 6564 |
2001 | 3571 | 3196 | 6767 |
2004 | 3728 | 3368 | 7096 |
2016 | 3947 | 3614 | 7561 |
In questo contesto globale, è stato considerato ed approfondito quanto successo in una parte di Andora: quella dove si è creato il nuovo centro cittadino, in un’area compresa a Levante della vecchia linea ferroviaria - .
Il motivo principale di tale scelta è dettato dal fatto che in questa zona si è svolto il cambiamento più sostanziale e prima che altrove, modificando totalmente quello che preesisteva.
Nella riproduzione sotto riportata si descrive la situazione insediata e territoriale degli anni ‘50.
© Mario Vassallo - 2015
Nella riproduzione grafica seguente si riporta lo stato attuale della zona corrispondente.
© Mario Vassallo - 2015
Nella planimetria seguente, invece, si evidenziano i periodi di costruzione ed espansione edilizia nel centro urbano andorese, riportando in tabella le indicazioni dei rispettivi interventi edificatori per periodi, riferiti alle denominazioni delle grandi palazzine realizzate.
Occorre tenere presente che la rappresentazione grafica effettuata e le conseguenti tabelle schematiche sono da ritenersi indicative, poichè di alcuni edifici non è stato possibile ottenere riscontri documentali precisi, circa l'effettiva data di realizzazione, e pertanto potrebbero esserci delle traslazioni di periodo per gli anni di fine - inizio decennio presi in riferimento.
© Mario Vassallo - 2015
Si può notare, dalla grafica rossa, che sono rimaste poche costruzioni “originarie”, cioè preesistenti gli anni ‘50; alcune databili agli inizi del 1900 o epoca precedente.
Alcune di tali costruzioni hanno rappresentato e costituito strutture per usi diversi nel tempo, altre e solitamente antiche case rurali, sono rimaste integre nella loro funzione di abitazione famigliare, in maggior parte ancora appartenenti alle stesse famiglie che le occupavano nell’epoca di riferimento degli anni ‘50.
FABBRICATI COSTRUITI PRIMA DEGLI ANNI ‘50
FABBRICATI COSTRUITI NEGLI ANNI ‘50
FABBRICATI COSTRUITI NEGLI ANNI ‘60
FABBRICATI COSTRUITI NEGLI ANNI ‘70
FABBRICATI COSTRUITI NEGLI ANNI ‘80
FABBRICATI COSTRUITI NEGLI ANNI ‘90
CONDOMINI COSTRUITI NEGLI ANNI 2000
Altra caratteristica che ha avuto enorme incidenza sul passaggio da paese a cittadina è stato il cambio radicale e sostanziale della nomenclatura dei luoghi, dei particolari territoriali e dei riferimenti usati ed applicati un tempo.
Sarebbe troppo lungo descrivere per esteso ogni singolo cambiamento e per tale motivo è stato preferito raccogliere sotto forma di tabella i riscontri analizzati, pescando dai documenti ufficiali e noti, dai ricordi, dagli aneddoti, dagli usi e dalle consuetudini.
DENOMINAZIONI STRADALI
DENOMINAZIONI LOCALITA’
Queste ultime due tabelle riassumono i nomi dei luoghi e delle strade appartenenti agli stessi:
- per quanto riguarda le località, molte denominazioni non solo sono state modificate, ma si sono totalmente perdute, poiché assorbite all’interno dell’unico nuovo tessuto urbano costituito;
- per quanto riguarda le strade, invece, il discorso risulta essere più difficoltoso, poiché i tracciati originari hanno subito sostanziali modifiche e, in alcuni casi, la corrispondenza attribuibile è limitata solo a brevi tratti delle attuali vie; tra l’altro non deve essere dimenticato che originariamente molti percorsi di collegamento erano costituiti da veri e propri sentierini (stradellìn), non identificati con denominazioni univoche, ma con termini variabili secondo circostanze dell’epoca.
Negli anni '50 e soprattutto negli anni '60 si attribuiscono ufficialmente le denominazioni alle vie della cittadina andorese in corso di formazione: nomi di santi, di luoghi geografici, di personaggi storici o in qualche modo legati alla storia locale, di riferimenti locali territoriali.
Tali denominazioni giungeranno fino ai giorni nostri, con relative modifiche, aggiornamenti dei tracciati ed integrate con altri tratti stradali di nuova formazione nel corso degli anni.
Negli anni '60, con lo sviluppo urbanistico in piena evoluzione, si usava studiare e tracciare a tavolino, sulla pianificazione urbanistica e territoriale (cartografia), la posizione dei nuovi fabbricati da edificare; ciò portava conseguentemente alla identificazione dei nuovi "isolati", perimetrati da nuovi tracciati viari.
L'Amministrazione Comunale dell'epoca provvedeva, quindi, ad attribuire i nomi alle "nuove vie", spesso prima che le stesse fossero effettivamente completate a seguito delle lottizzazioni da effettuarsi e/o in corso di realizzazione.
E’ stata riscontrata una serie di denominazioni stradali di vie istituite regolarmente ed ufficialmente attribuite negli anni, poi scomparse o, comunque, non utilizzate e in parte mai realizzate.
L'Amministrazione Comunale dell'epoca provvedeva, quindi, ad attribuire i nomi alle "nuove vie", spesso prima che le stesse fossero effettivamente completate a seguito delle lottizzazioni da effettuarsi e/o in corso di realizzazione.
E qui nasce la "sorpresa": sono stati rinvenuti una ventina di nomi di vie istituite regolarmente ed ufficialmente attribuiti, negli anni poi scomparsi o, comunque, non utilizzati ed in parte mai realizzate.
Durante le ricerche effettuate, presso alcuni uffici veniva sostenuto che tali attribuzioni non avrebbero avuto effetto alcuno, poichè non rintracciabili in loco, ovvero in alcuni casi le denominazioni stesse sarebbero state utilizzate, ma con diverso posizionamento e tracciato rispetto dell’originaria identificazione.
Tuttavia, non convinto di tale assunto, un approfondimento delle ricerche ha permesso di recuperare una cartografia ufficiale dell'epoca che evidenzia in dettaglio il posizionamento di alcune di tali denominazioni "scomparse" e permette altresì, in base ai criteri di denominazione utilizzati all'epoca, di individuare anche le restanti.