COSA E' RIMASTO DEI MARCHESI MAGLIONI
COSA E' RIMASTO DEI MARCHESI MAGLIONI
(Mario Vassallo)
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La famiglia/dinastia marchionale andorese dei Maglioni ha caratterizzato la “nobiltà” di Andora per oltre un secolo: da Marco Andrea, nominato marchese nel 1827, ad Umberto, deceduto nel 1950.
Questi sono i 123 anni dei marchesi Maglioni di Andora.
Dopo 70 anni dall’ultimo marchese Umberto, che cosa è rimasto di questa importante e, per certi versi, affascinante pagina di storia locale?
Purtroppo molto poco …. e devo ammettere che mi è molto difficile farne un elenco descrittivo, senza valutazioni personali, perché almeno in alcuni casi le speculazioni edilizie hanno avuto il sopravvento sui valori storici, apportando trasformazioni territoriali che non hanno avuto alcun rispetto, tutela e/o attenzione per le testimonianze segnanti un periodo ed una pagina importante del passato: avrebbero altrettanto potuto rappresentare una ricchezza attuale, sicuramente più apprezzabile rispetto a parte di quanto realizzato.
Sono giunti fino a noi:
- il “tempietto”, annesso a Villa Laura, un tempo facente parte della residenza della Marina di Marco Maglioni, in passato ristrutturato abbastanza sommariamente con una tinteggiatura gialla che poco è durata nel tempo e poi dimenticato nella sua decadenza;
- nelle sue vicinanze una lapide marmorea dedicata a Lion, l’amato cane San Bernardo di Marco, incastonata in un muro di recinzione della citata Villa Laura, originariamente ai bordi di un fastoso parco di alberi secolari anche esotici, dapprima parco della residenza marchionale, successivamente del lussuoso Grand Hotel du Parc, dopo ancora giardino della Colonia marina gestita dall’Istituto Orfani di Guerra di Cuneo, a cui infine sono state preferite palazzine ed un giardino come tanti altri;
- gli “Archi”, le tre arcate sopravvissute “eroicamente” all’espansionismo edilizio, superstiti di uno scenografico acquedotto ad oltre 40 arcate, caratterizzante l’antico panorama del Levante andorese, che attingeva acqua dalle sorgenti di Mezzacqua trasportandola per l’irrigazione del parco della residenza di Marco;
- “Villa Stefania”, antica residenza di Giuseppe, dedicata all’unica figlia Stefania morta in giovane età, nei decenni sopraelevata, trasformata ed utilizzata per un lungo periodo quale struttura dell’Istituto Sacra Famiglia e da tempo in disuso in attesa di recupero;
- la Chiesa di Santa Matilde e relativo ex Seminario, realizzati su donazione di Giuseppe in ricordo della amata moglie Matilde Novaro, eretta Parrocchia nel 1973 (fino al 1982), per anni anche sede di alcune classi della scuola elementare locale;
- il “Palazzo del Marchese” nel Borgo del Castello, ex Hospitale, successivamente residenza di Stefano e dopo ancora di Umberto e poi di oriundi siciliani, dotato di un folto giardino ricco di piante secolari ed anche rare; sul “Palazzo” sono scese le attenzioni della speculazione edilizia, intervenute lasciandolo incompiuto ed infine abbandonato ad un triste ed incerto destino; nel giardino, l’incuria e l’abbandono hanno consentito lo sviluppo incontrollato di infestanti spontanee che hanno soffocato la maggior parte della ricca e particolare vegetazione che lo ornava;
- infine, il ricordo di alcuni dei marchesi, che riposano con le loro spoglie nella parte antica del cimitero di San Giovanni.
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