CARTOGRAFIA STORICA E TOPONOMASTICA ANDORESE
CARTOGRAFIA STORICA E TOPONOMASTICA ANDORESE
(Mario Vassallo)
La “Mappa Storica di Andora” è una esclusiva opera del cartografo ligure Giovanni Pazzano.
L’intero territorio andorese viene rappresentato riscoprendo l’antica eredità dei toponimi (nomi dei luoghi), ormai in parte dimenticati e riportati alla luce con un’attenta ricerca e localizzazione (in collaborazione con Mario Vassallo), facendo rivivere denominazioni ottocentesche e della prima metà del Novecento, molti dei quali riportati in versione dialettale locale.
Giovanni Pazzano, con la sua pregevole abilità artistica, l’assoluta competenza e tutto rigorosamente a mano, ha ricreato dal nulla qualcosa di unico, che illustra e tramanda ricordi in parte perduti, testimonianze che hanno segnato la vita andorese del passato e l’identificazione locale del territorio andorese.
y
"La “Mappa storica toponomastica dialettale di Andora” è un’opera realizzata dall’amico artista/cartografo Giovanni Pazzano, che ho avuto il grande privilegio e immenso piacere di osservare in ogni fase della creazione, partecipando con l’apporto di informazioni legate alla descrizione e definizione del territorio andorese.
E’ stata una collaborazione che ci ha visti coinvolti con grande passione nei nostri rispettivi ruoli, permettendoci quella semplicità e spontaneità capaci di trasmettere i valori che testimoniamo e portiamo avanti nel fare conoscere la tradizionalità e le radici del nostro territorio.
La mia conoscenza di Andora è legata a coloro che, da quando sono nato, mi hanno raccontato i loro ricordi, trasmesso le loro testimonianze, reso partecipe della “loro Andora”: ho cominciato sulle ginocchia di mio papà, continuato incontrando gli anziani del posto, i “vecchi saggi dell’Andora di un tempo”, incuriositi dall’attenzione di un bimbo prima, un ragazzo poi e uno di loro dopo, sempre pronto ad ascoltare e assimilare ogni racconto; incuriositi da uno dei pochi bimbi/ragazzini che si esprimeva correntemente nel loro dialetto, spesso solo nel loro dialetto, tagliando ogni distanza anche generazionale.
E questo è rimasto.
Ciò che conosco di Andora lo devo anche e soprattutto a loro, i “miei maestri” di sempre e da sempre, e nelle mie esposizioni sono presenti nelle mie parole, nelle informazioni che cerco di proporre, trasferire, condividere e non fare dimenticare.
La profonda gratitudine per quanto mi hanno trasmesso e donato ho voluto testimoniarla in una raccolta fotografica che descrive il lavoro fatto da e con Giovanni, angoli meno conosciuti e caratteristici della “nostra Andora”, i volti di coloro che, più di altri e da sempre, mi hanno insegnato a conoscerla, rispettarla e amarla.
Alcuni non ci sono più, ma rivivono nei nostri ricordi e nei nostri affetti, attraverso immagini di “momenti felici” donatemi dai loro cari."
M.V.
Mario Vassallo e Giovanni Pazzano
in occasione della presentazione della "Mappa Storica di Andora"
ad "Azzurro pesce d'autore" - 19 maggio 2024 - Porto di Andora
y
y
TOPONIMI ANDORESI
y
y
Scendo adesso in dettaglio nel tentativo di analisi di alcuni toponimi, alcuni dei quali legati all’uso identificativo popolare locale, i quali prendono spunto e derivazione da caratteristiche specifiche di alcuni luoghi, spesso limitati al breve periodo, ma rimasti diffusi nell’uso parlato comune.
Alcuni di essi sono “posizionati” in modo descrittivo in antichi atti amministrativi e/o in registri che elencano sistemi di inventario territoriale, quali strade, poderi nei casi di confinazione, catasto delle proprietà.
In modo curioso, si evince come l’attribuzione denominativa sia di fatto abitualmente legata ad una stretta localizzazione del singolo luogo, attenendosi ad aspetti o particolari che in qualche modo lo rendevano di immediato, o almeno spiccio, riconoscimento rispetto ai dintorni.
y
y
In conclusione di questa lunga trattazione, mi
soffermo brevemente sui nomi di alcuni luoghi recenti, originatisi nel
Novecento, che hanno caratterizzato l’identificazione di alcuni punti particolari
secondo la parlata locale e sono rimasti toponimi di uso comune tra gli andoresi.
y
y
CARATTERISTICHE DEL TERRITORIO
y
- Àndiu (m). Andito: la striscia di terreno lungo la quale le donne avanzavano cogliendo da terra le olive.
- Autìn (m). Pergolato di viti.
- Banda (f). l) versante; 2) striscia di terreno coltivato; 3) direzione.
- Bàusu (m). Balza rocciosa su pendio.
- Bèŗa (f). l) Canale artificiale in muratura; 2) solco per lo scorrimento dell’acqua.
- Bersó (m). (oppure “sciumbrìa”), pergolato di piante ornamentali.
- Béu (m). Beudo: ruscelletto; piccolo canale in pendenza, per raccogliere le acque piovane di scolo.
- Bòrca (f). Antico rustico parzialmente in muratura adibito a fienile.
- Bóscu (m). Bosco.
- Briccu (m). Vetta rocciosa.
- Brügheŗi (m); anche “Brüghi” (m). Letteralmente, “eriche”, sinonimo di bosco e di gerbidi.
- Bunda (f). Sponda. Indica la testa del muro di una “fascia” terrazzata, in contrapposizione al piede del muro stesso detto “sprèscia”.
- Bura (f). l) Mucchio; 2) cimatura di pannilana, già usata per l’imbottitura dei “basti” dei muli; 3) muschio (detto anche “śèrbin”).
- Burgò (f). Borgata (detta anche “burgu”).
- Ca (f). Casa.
- Canéu (m). Canneto.
- Canò (f). 1) Tubo o canale della grondaia.
- Capélla (f). Cappella.
- Caŗò (f). Strada in discesa. E’ opposto a “muntò” (salita).
- Cašélla (f). Casella.
- Cašò (m). Casa diruta, rudere.
- Castagnéu (m). Castagneto.
- Castéllu (m). Castello (anche abitazioni con torretta).
- Ciàn (m). Campo (solitamente in piano, non terrazzato in “fascie”).
- Cianéllu (m). Luogo pianeggiante.
- Cianelùn (m). Spianata; radura.
- Cianüŗa (f). Pianura.
- Ciàppa (f). Lastra di pietra.
- Cólla (f). Sommità di un versante collinare.
- Cósta (f). Falda collinosa più o meno ripida, coperta di vegetazione.
- Còva (f). Cava di pietra.
- Còvu (m). Capo, promontorio.
- Culétta (f). Collinetta.
- Culéttu (m). Piccolo passo, piccolo valico.
- Cuŗinò (m). Semenzaio.
- Custéŗa (f). Crinale, spartiacque.
- Custiùn (m). Sperone.
- Dumèstegu (m). Luogo esposto al sole (letteralmente, “domestico”). Contrapposto a “sarvòigu” (letteralmente "selvatico").
- Fàscia (f). Porzione di terreno terrazzato, sorretta da muretti in pietre a secco.
- Fenéra (f). Fienile.
- Fiŗàgna (f). Filare (tipicamente di viti).
- Fròna (f). Frana.
- Fundacca (f). Modesto e circoscritto sprofondamento del fondo marino o del letto torrentizio.
- Fundarùn (m). Accentuazione della voce precedente.
- Funtòna (f). Fontana.
- Fusaŗéllu (m). Ruscelletto.
- Fusàu (m). Fossato. Rivo proveniente generalmente dai monti, incanalato almeno in parte artificialmente.
- Gévu (f). Zolla di terra, grossa e compatta.
- Géja (f). Chiesa.
- Giàiŗa (f). Torrente (letteralmente, “ghiaia”).
- Giàssu (m). l) Strame: erbe dure falciate nel bosco e poi sminuzzate sull’aia, davanti alla stalla.
- Gumbu (m). Frantoio.
- Liggia (f). Frana (voce più antica di “Fròna”).
- Lògu (m). l) Pozza d'acqua temporaneamente permanente nel greto del torrente.
- Lübegu (m). Zona non esposta al sole e perciò umida e fredda. E' contrapposto a “surìu”.
- Maŗina (f). 1) Zona abitata omonima; sinonimo di “mò” (mare).
- Meŗàia (f). Muro. Il diminutivo, “meŗaiétta”, significa anche parapetto.
- Meŗàu (m). Muro. Tipicamente, è il muro di sostegno delle “fasce”, detto anche “majé”.
- Mò (m). Mare.
- Móttu (m). 1) Zolla di terra; 2) agglomerato solido.
- Müggiu (m). Mucchio.
- Muntàgna (f). Montagna.
- Munte (m). Monte.
- Muntò (f). Strada in salita. E' l’opposto di “caŗò”.
- Muŗìn (m). Molino.
- Òia (f). Aia.
- Òigua (f). Acqua. (usato anche “òiga”, "aigua", "ægua").
- Òrtu (m). Orto, frutteto.
- Paìśe (m). Paese.
- Paiò (m). Pagliaio.
- Palassiu (m). Palazzo. (“Paŗòju” nella forma antica).
- Pàregu (m). Letamaio in formazione (di uso comune anche la forma “bàregu”).
- Passu (m). Passo, valico.
- Piccu (m). 1) Punte rocciosa; 2) piccone.
- Pìlùn (m): pilone votivo.
- Pinéu (m). Pineta (usato anche in forma “pinèa”).
- Pissu (m). Punta, cima.
- Pónte (m). Ponte.
- Pöššu (m). Poggio, altura.
- Pràu (m). Prato (diminutivi: “praéttu”, “praéllu", “praissö”).
- Prìa (f). Pietra, sasso, roccia.
- Pùssu (m). Pozzo.
- Réngu (m). Spazio intercorrente fra due filari di viti.
- Riàn (m). Rivo.
- Riva (f). l) Riva; 2) pendio poco ripido.
- Rivassu (m). Pendio ripido, scivoloso.
- Rùgiuŗa (f). Sorgente, fontanella.
- Sarvòigu (m). Letteralmente, “selvatico”: terreno scarsamente produttivo, in quanto non esposto al sole. Si contrappone a “dumèstegu” (letteralmente "domestico").
- Scàia (f). Scaglia, frammento roccioso generalmente piatto.
- Scaiò (m). Ammasso di pietrame oppure muro rovinoso.
- Ŝccìanca (f). Passerella in assi di legno.
- Ŝcciumòia (f). Torrente.
- Scitu (m). Possedimento (letteralmente, “sito”).
- Scögéŗa (f). Scogliera, serie di massi rocciosi.
- Scögiò (m). 1) Ammasso di scogli; 2) rovina.
- Scöggiu (m). Scoglio.
- Sgurò (f). l) Declivio o tratto di strada a forte pendenza.
- Śèrbu (m). Gerbido.
- Simma (f). Cima, vetta.
- Sótta (f). l) Fossa di raccolta; 2) Fossa circolare per la concimazione con letame.
- Sóttu (m). 1) Depressione; 2) piccolo avvallamento; 3) fossa artificiale.
- Sprèscia (f). Indica il piede del muro di una “fascia” terrazzata, in contrapposizione alla testa del muro stesso detto “bunda”.
- Stalla (f). Stalla.
- Stràdda (f). Strada.
- Stradùn (m). Strada principale.
- Surcu (m). Solco.
- Suŗìu (m). Letteralmente, “soleggiato”. Si contrappone a “lübegu” (letteralmente "umido, freddo").
- Técciu (m). Teccio, costruzione prevalentemente in pietra.
- Tèra (f). 1) Terra, quale globo terracqueo; 2) luogo di coltura; 3) possedimento; fondo rustico; 4) Terriccio.
- Uŗatóŗiu (m). Oratorio: antiche cappelle generalmente a fianco delle chiese parrocchiali, non raramente matrici delle stesse.
- Uŗivéu (m). Oliveto.
- Valàu (m). Fosso lungo e profondo, generalmente scavato.
- Valò (f). Valle.
- Valùn (m). Avvallamenti tra le falde dei monti.
- Véna (f). 1) Canale sotterraneo naturale di scorrimento idrico; 2) sorgente.
- Vigna (f). Vigna, vigneto.
- Villa (f). 1) Villa; 2) borgata.
- Viùn (m). Viottolo (usato anche “viö” e raramente “viöŗa”).
y
Tabella corsi d'acqua in territorio andorese
ELENCO TOPOMINI SU MAPPE CATASTALI D'IMPIANTO
ELENCO TOPOMINI SU MAPPE CATASTALI D'IMPIANTO
ONOMASTICA STRADALE - (ODONOMASTICA)
LA CARTOGRAFIA DI MATTEO VINZONI
y
MATTEO VINZONI
Matteo Vinzoni, nato nel borgo spezzino di Montaretto (6 dicembre 1690 – Levanto, 1773) è stato un cartografo italiano, il quale collaborò già adolescente e succedette professionalmente al padre Panfilio Vinzoni, affermato cartografo e topografo della Repubblica di Genova nel XVII secolo.
Insieme collaborarono nella realizzazione di pregiate mappe geografiche e topografiche per la Repubblica Genovese, grazie anche ai numerosi studi sulla geografia e geologia del territorio che il figlio Matteo preferiva svolgere prima di elaborare una mappa su una determinata area.
La sua particolarità di recarsi in loco e quindi approfondirne tutti gli aspetti geografici, contribuì alla fama di Matteo Vinzoni, che divenne cartografo ufficiale della Repubblica di Genova, abile nel riprodurre le caratteristiche dei territori, in modo innovativo per l'epoca.
Realizzò per la Repubblica genovese la raccolta cartografica nota come “Atlante dei Domini della Serenissima Repubblica di Genova e Terraferma”, effettuata in collaborazione con il figlio Panfilo.
L’atlante fu presentato al Senato di Genova il 2 agosto del 1773, pochi giorni prima della sua morte.
y
LA MAPPA DI MATTEO VINZONI
Estratto da “Atlante dei Domini della Serenissima Repubblica di Genova e Terraferma” di Matteo Vinzoni
Biblioteca Civica Berio - Genova
Passiamo ad analizzare la mappa redatta da Matteo Vinzoni e raffigurante la parte di territorio riconducibile alla Valle del torrente Merula.
Prendendo spunto dalla tesi di laurea di Sabrina Lunghi:
“….. la Valle del Merula, con indicazione approssimativa dei rilievi e dei corsi d'acqua. Sono segnati, con una linea a tratti e puntini, i confini della Podestaria di Andora, la cui giurisdizione si estendeva a partire dal crinale separante Andora dalla Valle del Cervo sino alla località di Porto Saluo, fra Laigueglia ed Alassio, sulla costa. All’interno, ad ovest, seguiva la linea di crinale sin sopra Villa Faraldi e di qui, con una curva verso nord-est raggiungeva la località La Madonna, e quindi il Castello di N.ra Sig.ra della Guardia.
Di qui scendeva verso sud-ovest a Moglio e proseguiva verso la suddetta località di S. Maria di Porto Saluo.
(…..)
Sulla costa, da est verso ovest, sono segnalati il Capo delle Meire, una località non ben precisata detta Mortale, un piccolo rivo detto Coscione, in corrispondenza della Marina è segnalato il toponimo Andora torre, quindi alla foce il Fiume Meira, un piccolo rivo
detto Pino e sul confine occidentale un agglomerato di case detto Poggiolo.
Ritornando ad est, incontriamo la Colla de Micheli, percorsa da una strada che saliva da Laigueglia, e scendeva verso la Marina (senza toccarla), attraversava il Fiume Meira, lambiva le falde di Rollo, e superato il rivo Pino raggiungeva la località Poggiolo, da dove proseguiva per Cervo.
Sulla sponda sinistra del Fiume Meira, da Sud a Nord incontriamo la località Marin, Castello d’Andora e Pigna.
(…..)
Il Castello è unito al resto della vallata da un’arteria stradale, che si diparte da quella che attraversa la costa, e superato il Castello, raggiunge Beneo. E’ questa una località ormai scomparsa, citata solo dal Giustiniani nei suoi Castigatissimi Annali (1).
Una seconda arteria univa Beneo a Musaigna (2) ed a Costa (3).
Ritornando all’arteria principale Beneo si collegava a Pian Rosso, proseguendo verso S. Pietro.
(…..)
Da S. Pietro la strada raggiugeva Roseghina (4) quindi Tegorella.
Sulla sponda destra del fiume da nord a sud, incontriamo Moltedo, Ferrera (5), Conna, Forti, Fraschi, Duomo, S. Giovanni, Rollo.
(…..)”
Analizzando la restituzione grafica del territorio andorese e relativa vallata effettuato dal Vinzoni, emergono alcune incongruenze ed imprecisioni sostanziali:
- il posizionamento della “Colla de Micheli”, ovvero Colla Micheri, risulta traslato a sud rispetto alla effettiva ubicazione territoriale;
- la borgata indicata come “Marin”, ovvero Marino, è in posizione del tutto errata, poiché riportata in corrispondenza di quella che dovrebbe essere Mezzacqua (arretrata rispetto alla “Marina”), anziché nella corretta ubicazione, dove il cartografo ha erroneamente riportato “Pianrosso” (tra “San Pietro” e “Castello d’Andora”);
- la borgata “Pigna”, posizionata a nord-est di “Castello d’Andora” è sostanzialmente errata, poiché in realtà ubicata dal versante vallivo opposto, sotto le pendici di “Rollo”;
- la borgata “Pianrosso”, come annotato in precedenza, sarebbe stata riportata nella effettiva posizione di Marino, mentre andrebbe correttamente a collocarsi più a nord, tra le borgate “San Pietro” e “Roseghina” (ovvero Piazza);
- la borgata “Musaigna”, ovvero Mezzacqua (anticamente citata “Musaigua”), è riportata in posizione errata sotto la “Costa” (ovvero Costa dei Galleani) ed andrebbe collocata dove Vinzoni indica erroneamente “Marin” (Marino);
- la borgata Fraschi è un toponimo non presente in altre fonti cartografiche e/o documentali riferite al territorio andorese;
- la borgata “Forti”, ovvero Ca’ dei Forti, è indicata in posizione errata, perché si trova in realtà sulla sponda opposta del Torrente Merula, poco prima di “Tegorella” (ovvero Tigorella);
- la borgata “Ferrera”, ovvero Ferraia, è posizionata in modo totalmente errata, poiché si trova non tra “Conna” e “Moltedo”, bensì tra “San Giovanni” e “Duomo”;
- la borgata "Moltedo" è posizionata in modo errato, in quanto in realtà sull'altro versante collinare rispetto al corso del torrente Merula.
Appare inoltre interessante come siano riportati:
- la posizione di “Beneo”, riconducibile alla zona degli attuali Maglioni, trattandosi di una località/denominazione scomparsa da secoli;
- la località “Duomo” stranamente per l’epoca non indicata come “Domo”, in quanto quest’ultima era la denominazione ufficiale e comune utilizzata sino alla fine dell’Ottocento.
Allargando l’osservazione all’interno della Valle del Merula, in territorio di Stellanello, si pongono in evidenza:
- l’errore di posizionamento reciproco inverso delle denominazioni legate alle due Chiese Parrocchiali di “San Lorenzo” e “San Vincenzo”;
- l’indicazione “La Madonna”, probabilmente riferita alla Madonna della Guardia di Alassio;
- la presenza di un presunto toponimo “San Giorgio”, che in realtà non compare in alcuno dei tre Comuni della Valle del Merula, non essendo, in Andora – Stellanello – Testico, presenti dedicazioni religiose in merito a tale santo.
y
- V. sopra, Cap. III, p. 62.
- Con ogni probabilità si tratta della località di Mezzacqua; in caso la sua collocazione è errata perchè Mezzacqua si trova tra la Marina e il Castello.
- Si tratta della località Costa d'Agosti.
- Si tratta della odierna località Piazza.
- Si tratta della odierna località Ferraia.
y
"COMMISARIATO DELLA SANITA' DI ALASSIO"
DI MATTEO VINZONI
Estratto da “Atlante dei Domini della Serenissima Repubblica di Genova e Terraferma” di Matteo Vinzoni
Biblioteca Civica Berio - Genova
"Il Commissariato di Alassio principia a Ponente dalla Chiappa detta del longo, continua alla Spiaggia della Valle d’Andora, Capo delle Mele Laigueglia, Alassio, e sino al Porto detto d’Airolo, ed alla Rocca di Vadino.
Questo tratto che contiene Scogli, Spiaggie, e Cale da Sbarco sarà miglie n° 7 circa guardato dalli seguenti Posti di guardia.
N° 1 Del Pino
In casetta di matteria al principio della Spiaggia d’Andora a PonenteUomini quattro Scelti o Molizie di notte solam.te che vi concorrono dalli luoghi di S. Giovanni distante mezzo miglio; Duomo miglie n° 2. Conna miglie n° 4. E Moltedo miglie n° 4 con un Caporale per ciaschedun luogo.
2 Della Torre alla Marina
Nella medesima TorreUomini n° 2 di giorno, e 4 di notte vengono da Tegorella distante miglie n° 5; Forti 4 ½; S. Bartolomeo 3; S. Pietro 2, Marino 1 ½ Castello d’Andora 1, Colla di S. Michele 1 ½ Marina con sue adiacenze, cioè Mezzatica, un Caporale per ogni luogoTutti questi provedono al detto Posto, ed alli due seguenti
3 Di Coscione al terminar della Spiaggia sopra sopra un erto di Scogly
In casetta a’ seccoUomini quattro di notte solamente.
4 Del Cavo, o sia della Mortola
In casetta a’ seccoUomini due di giorno, e tre di notteLe Ronde sono in n° 18Vi è un deputato, ed un LuogotenenteA’ Ponente sopra la Spiaggia un mezzo miglio vi è un luogo nominato Rollo, che concorre solam.te a far la guardia ad un Rastello per terra
5 Oltrepassato il Capo delle Mele nella Torre del Giunchetto quasi al principio della Spiaggia della Laigueglia a’ Ponente, postata sopra un erto di Scogly
Uomini due solam.te di notte
6 Dell’Oratorio di S. Sebastiano
Nella CapellaUomini due solam.te di notte, quattro di quali a’ vicenda battono la Spiaggia dal Corpo di Guardia seguente, ove si dà la pratica sino sotto la detta Torre".
"Omissis ......".
y
"PODESTARIA DI ANDORA"
DI MATTEO VINZONI
Estratto da “Atlante dei Domini della Serenissima Repubblica di Genova e Terraferma” di Matteo Vinzoni
Biblioteca Civica Berio - Genova
"Il Commissariato di Alassio principia a Ponente dalla Chiappa detta del longo, continua alla Spiaggia della Valle d’Andora, Capo delle Mele Laigueglia, Alassio, e sino al Porto detto d’Airolo, ed alla Rocca di Vadino.
"LAIGUEGLIA
Borgo mercantile in riva la Mare a’ Levante del Capo delle Meire, ora Residenza del Podestà, che dell’Ordine civile viene annualmente eletto dalla Rep.ca col salario di L. 436., per più comodo d’abitarvi, essendo quasi distrutto il Luogo detto il Castello d’Andora, ove però deve andare a tener udienza, et aministrar giustizia tre volte la settimana; Governa nel Civile, e nel Criminale, ove non vi entra pena afflitiva di corpo, nel resto soggetto al Capitano del Porto Maurizio.
Li suoi Abitanti sono inclinati alla navigazione, avendo molti Bastimenti, col traffico de quali anno acquistate molte Ricchezze".
"PODESTARIA DI ANDORA
Castello, che fù di 200. Case, et ora non arriva a’ 16. Circa, tanto è mancato da quello, che anticamente era per la cattiva aria. Resta fra’ terra un miglio sopra un Poggiolo.
La Valle è bagnata dal Fiume Meira, detto da Plinio Merula, dove il Promontorio vien chiamato delle Meire; Questa Valle fù già molto popolata, come ne fanno fede le rovine delle Case, che ancor si vedono; Il suo Territorio è abbondante d’Oglio, produce vino, et altri frutti.
Nel 1252. Per mezzo di Porchetto Strigliaporco, Genova acquistò da Emanuele, e Fran.co Marchesi di Clavesana il Castello, Borgo, e territorio d’Andora per L. 8000. Come appare dal Registro del Comune.
Compongono la Giurisdizione di questa Podestaria, e Valle, li seguenti Luoghi, et adiacenze.
S. Antonio da Padova Chiesa sul Promontorio, o Capo delle Meire, corrota.te detto delle Mele da …..
S. Bartolomeo.
Beneo.
Colla de Micheli.
Conna.
Costa de Vegli.
Costa.
Duomo.
Ferrera.
Forti.
Fraschi.
S. Giovanni.
Laigueglia.
Marina alla spiaggia del Mare, Foce del Fiume
Marin.
Mezzatica.
Moltedo.
Mussaigna.
Pianrosso.
Pigna.
S. Pietro.
Rollo.
Roseghina.
Tegorella".
"In questa Valle Stananello Capo di Feudo.
Ove hà origine il Fiume Meira, quale anticam.te fù de Marchesi Caretti del Finale, e ne hà ora il Dominio il Prencipe Doria per l’acquisto fattone dal Rè di Spagna; Del 1736: assegnato al Rè di Sardegna da i Preliminari di Pace. Li restanti Luoghi componenti tutto il Feudo; sono Duranti, S. Giorgio. S. Lorenzo; Rossi, S. Vincenzo; Poggio Bottoro parte del Prencipe Doria, e parte del Conte Lengueglia distanti dal Mare miglie sei".
Anche in questo caso, ripetendo quanto rappresentato nelle altre mappe redatte e relative al territorio di Andora, Matteo Vinzoni commette alcuni errori di posizionamento grafico e nell'annotare nomi di luoghi che non appartengono al contesto andorese:
- posiziona il toponimo Pigna nel versante collinare vallivo opposto, tra Castello e Colla (de Micheli);
- assegna quali luoghi andoresi le località Costa de Vegli e Fraschi, le quali non risulterebbero presenti tra i possessi andoresi;
- confonde e "duplica" il toponimo "Mezzatica" e "Mussaigna".
y
CARTA TIPOGRAFICA DELLA MAGNIFICA COMUNITA' E VALLE DI ANDORA - 1785
y
La carta venne incisa a Genova nella stamperia degli eredi di Adamo Scionico (incisione in rame mm 272 x 176), quale allegato ad una memoria presentata al Senato di Genova dall'Avvocato Angelo Maria Anfosso, nativo di Duomo “Borgata insigne”, dal titolo "Li diritti della M. Comunità di Andora e la Primazia del suo Castello dagli attentati di Laigueglia, altra delle Ville di detta M. Comunità di Andora".
La causa, iniziata l'11 marzo 1771 e discussa poi davanti alla Giunta dei Confini, comprendeva varie motivazioni di scontro sulla gestione economica ed amministrativa tra i quattro “quartieri” di Andora (San Giacomo, San Pietro, Sant’Andrea e San Giovanni) e quello di Laigueglia.
In conclusione, il 25 maggio 1794, il "Ser.mo Senato" di Genova concesse la tanto sospirata separazione tra le località di Andora e Laigueglia, sancendo l’autonomia amministrativa e territoriale del Comune di Laigueglia.
La realizzazione della carta è dovuta al prete Ambrogio Multedo (1753 - 1840), di famiglia originaria di Cervo e illustre matematico, che verso la fine del secolo insegnò all'Università di Genova e venne incaricato dalla Repubblica Ligure di una missione a Parigi per l'introduzione in Liguria del nuovo sistema metrico decimale e dove fece conoscere le unità di misura genovesi del "palmo" e della "libbra".
La carta venne realizzata nell'ottobre del 1785, divenendo oggetto di denuncia da parte dei Consoli di Laigueglia, i quali accusarono l’autore di avere effettuato studi e rilievi in modo furtivo, senza averne informato, al fine di creare arbitrariamente la rappresentazione grafica della valle.
I quartieri della Magnifica Comunità di Andora erano costituiti territorialmente nel modo seguente:
1. l. Il “quartiere” di San Giacomo, nella parte della Valle di Andora a Levante del torrente Merula, si componeva delle borgate Castello, Borgo (Castello), Marino, Colla Micheri, Mezzacqua, e Marina, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Propositura”) di San Giovanni Battista, perimetrato tra la sommità ed il promontorio di Capo Mele (che lo divideva dal “quartiere” di Laigueglia), il torrente Merula, il mare e il fossato del Baoso (che lo divideva dal “quartiere” di San Pietro.
2. Il “quartiere” di Laigueglia, composto dalla sola borgata Laigueglia, sotto la Chiesa Parrocchiale di San Matteo, perimetrato dalla sommità di Capo Mele (che lo divideva dal “quartiere” di San Giacomo e dal “quartiere” di San Pietro), il mare e il territorio di Alassio.
3. Il “quartiere” di San Pietro, nella parte della Valle di Andora a Levante del torrente Merula, si componeva delle borgate Negri, Costa dei Galleani, Metta e Pianrosso, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Rettoria”) di San Pietro, e delle borgate Rosseghina (Piazza), Costa d'Agosti, Lanfredi, Sjffredi, Divizi, Ca' dei Forti e Tigorella, sotto la Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo, perimetrato dai territori di Garlenda e Alassio, dal “quartiere” di Laigueglia, dal torrente Merula, dal fossato del Baoso (che lo divideva dal “quartiere” di San Pietro), dal “quartiere” di San Giacomo e dal territorio di Stellanello.
4. Il “quartiere” di Sant’Andrea, nella parte della Valle di Andora a Ponente del torrente Merula, si componeva della borgata Ferraia, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Propositura”) di San Giovanni Battista, della borgata Duomo, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Rettoria”) di San Pietro, delle borgate Garassini, Conna e Moltedo, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Rettoria”) di Sant’Andrea, della borgata Barò, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Rettoria”) di San Bartolomeo, perimetrato dal “quartiere” di Sant’Andrea, dal territorio di Diano, dal torrente Merula, dal fossato della Ferraia (che lo divideva dal “quartiere” di San Giovanni) e dal territorio di Stellanello.
5. Il “quartiere” di San Giovanni, nella parte della Valle di Andora a Ponente del torrente Merula, si componeva delle borgate di Rollo, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Rettoria”) della Santissima Trinità, delle borgate Confredi, e Canussi, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Propositura”) di San Giovanni Battista, perimetrato tra la sommità e il promontorio di Capo Cervo, dai territori di Cervo e Diano), dal torrente Merula, dal mare e dal fossato della Ferraia (che lo divideva dal “quartiere” di San Giovanni e dal “quartiere” di Sant’Andrea).
y
CARTA TIPOGRAFICA DELLA MAGNIFICA COMUNITA' E VALLE DI ANDORA - 1785 - LEGENDA
CARTA TIPOGRAFICA DELLA MAGNIFICA COMUNITA' E VALLE DI ANDORA - 1785
CARTA TOPOGRAFICA IN MISURA DEL LITORALE DELLA RIVIERA DI PONENTE
y
Si tratta di una mappa di realizzazione francese, risalente alla fine del Settecento, non databile, ma sicuramente precedente al 1796, suddivisa in varie tavole che rappresentano estensioni territoriali costiere, dal litorale marino verso l’interno, nel caso di Andora per una distanza intorno ai 5 km.
La tavola presa in esame comprende una parte del territorio andorese, Laigueglia, Alassio ed una parte di Albenga e Ceriale.
Per quanto riguarda l’estensione territoriale di Andora, resta esclusa la parte di Rollo e tutta la vallata oltre la borgata Lanfredi.
Si tratta di una mappa a colori che riporta, tra l’altro, l’indicazione sommaria del quadro vegetativo del territorio, distinguendo le aree alberate da quelle verosimilmente impiantate a vigneto e orticole.
Una buona corrispondenza si ha anche sui percorsi dei corsi d’acqua, rappresentando il “Torrente di Andora”, cioè il torrente Merula (sebbene non denominato), nella sua estensione frastagliata, comprensiva di laguna/palude in prossimità della foce, che è contornata a triangolo da un’ampia area associata graficamente ad un esteso arenile, nonché un secondo rivo “parallelo” verso Levante, che sfocia davanti al Bastione della Marina, creandovi in prossimità una sorta di laguna palustre; tale corso d’acqua potrebbe essere associato alla “Dia”, tanto ricorrente nei ricordi andoresi del Novecento e di fatto mai cartografata in tutti gli altri casi esaminati, mappe catastali “moderne” incluse.
Tuttavia, è interessante notare come detto corso d’acqua avrebbe uno sviluppo maggiore in lunghezza rispetto a quello raccontato dalle testimonianze locali, ma sarebbe confermabile e corrispondente alle rappresentazioni dettagliate del “Catasto Napoleonico”, il quale non indica esplicitamente tale elemento idraulico territoriale, ma lo stesso sarebbe ricostruibile dalla comparazione con i vari tratti della rete di canalizzazioni mappate sulle mappe stesse, in particolare sulla B3.
Altrettanto interessante è la forma e l’estensione dell’alveo del torrente Merula in prossimità del poggio del Castello, dove sarebbe rappresentato presente sino alle pendici collinari con un’ansa graficizzata come se vi appartenesse una sorta di arenile, ipotizzabile nell’attracco storicamente accennato in alcune fonti documentali antiche.
Altrettanto interessante è la percorrenza stradale giungente a “Colla de Michelli” da Laigueglia, scendente dal versante collinare toccando “S. Damiano” e “S. Lazaro”, per dirigersi, in parte in forma di percorrenza arginale, verso Rollo, identificando il possibile tracciato per alcuni tratti della via romana Ligure Costiera.
Stesso discorso per la percorrenza stradale che, scendendo dalla “Colla de Michelli” si dirige verso il “Castello d’Andora” e poi a “S, Giovanni” attraversando il torrente Merula in corrispondenza del Ponte Romanico.
Una stranezza è rappresentata dall’alveo del torrente Merula prima della laguna verso la foce, in quanto in tale tratto è rappresentato molto stretto, come un qualsiasi rio ed in posizione addossata al piede del versante collinare di Ponente, sotto “La Pigna” e “La Concezione”.
Altro elemento di rilievo, a differenza di tutte le altre mappe esaminate, è l’indicazione “stradale” degli attraversamenti del torrente Merula, pure non esistendo altri ponti oltre il Ponte Romanico citato.
Concentrando l’attenzione sulle indicazioni toponomastiche riportate, si possono rilevare i seguenti dati.
Restando nella parte a Levante rispetto al torrente Merula:
- “Capo delle Mele” in corrispondenza dell’omonimo promontorio, con l’oratorio di “S. Antonio” (indicato da una croce) sul crinale e poco sotto la “Madonna delle Pene”;
- “Mollino à Vento” (ovvero Mulino Tagliaferro), sul crinale collinare a confine con Laigueglia, poco prima della borgata di “Colla de Michelli” (Colla Micheri);
- proseguendo sullo stesso crinale collinare si incontrano due coppie di edifici a pianta circolare, indicati come “Mollini a Vento” e riconducibili ai Mulini di Spaleta e Mulini di Pilato;
- al centro del litorale costiero compare la borgata di “Marina d’Andora, rappresentata con alcune case in ordine sparso, tra le quali si riconosce per la pianta circolare il Bastione, distaccato e in posizione più avanzata rispetto alle altre;
- poco distante, verso Levante, la borgata di “La Mezz’acqua”, in due gruppi di case tra cui attraversa un rio;
- poco lontano verso Ponente, invece, è indicato un edificio, che per posizione (si trova a Levante rispetto al Merula, anche se il torrente sembrerebbe in questo tratto posizionato in modo non rispondente) potrebbe essere ricondotto alla antica casa di proprietà Anselmo, anche se sembra strano che sia indicato questo fabbricato e non Villa Tagliaferro (sicuramente già esistente);
- più arretrato “La Vignassa” rappresentata da due case agli opposti lati di una strada, che sarebbe riconducibile all’attuale via Rattalino, e pertanto associabili alle proprietà Caviglia – Perato – Degola;
- più indietro “Cascina Noseo” ovvero la “torretta di Noceto”, limitrofa ad una strada che permette di raggiungere “S, Lazaro” (contrassegnato con una croce - oratorio dei Santi Nazzario e Celso), associabile alla odierna via San Lazzaro;
- “Cascina La Spalletta”, a metà tra “S. Lazaro” e “S. Damiano”, associabile all’odierno fabbricato agricolo nella località “Cianò”;
- “S. Damiano” (contrassegnato con una croce), corrispondente all’oratorio dei Santi Cosma e Damiano;
- “Castello d’Andora”, riportato con evidenziate le costruzioni non diroccate e “scolorite” quelle in stato di rudere, con un nucleo perimetrato da una linea poligonale a ripetere la forma di una cinta di mura, oltre ad un secondo agglomerato edificato, in minor numero di edifici, poco lontano ed addossato a percorsi stradali (quest’ultimo associabile al crocevia in prossimità del rudere della “Casa del Dazio” o “Dogana”); la Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo è indicata da una croce, ma apposta su un fabbricato limitrofo;
- “Il Marino”, con evidenza la borgata Marino, con un piccolo fabbricato poco discosto contrassegnato da una croce, corrispondente all’oratorio di San Rocco;
- “Case de Negri” (borgata Negri) e poco lontano, verso il greto del torrente Merula “La Pitot”, che non è traducibile e/o associabile;
- sottostante, a Nord, scorre il rio che definisce il “Vallone de Negri”, alla cui sommità si trova “Poggio di Fasse Grasse” (Poggio Fasciale) e poco lontano compare “Cassina Pillato” (non associabile);
- “S. Pietro” (contrassegnato con una croce - Chiesa di San Pietro), con nelle immediate vicinanze l’indicazione della Casa Canonica e dell’oratorio di San Luca Evangelista, quest’ultimo affacciato sull’antistante rio (rio Metta), il quale definisce il “Vallone di Caccolino”; tale rio è generato da due affluenti, uno dei quali principia nei pressi del “Tetto di Morin” (non associabile), mentre l’altro nei pressi della “Cassina Fè” (non associabile);
- “La Costa dè Metti”, corrispondente alla borgata Metta;
- “Pian Rosso”, corrispondente alla borgata Pianrosso;
- “Li Strazani”, toponimo non associabile;
- “Li Cuncuani”, toponimo non associabile;
- “La Ciasa de Rosighini”, corrispondente alla borgata Piazza;
- “Li Lanfredi”, corrispondente alla borgata Lanfredi;
- “Costa delli Agosti”, corrispondente alla borgata Costa d’Agosti; in questo caso è da notare che l’indicazione del tessuto edificato è riportata come se si trattasse di luogo abitato e non con la grafica convenzionale dei ruderi.
Restando nella parte a Ponente rispetto al torrente Merula:
- “La Concezione”, contrassegnata con una croce, corrispondente alla comunemente denominata “Cappellina” della Pigna o di Rollo, cioè l’antica Cappella dell’Immacolata Concezione;
- “La Pigna”, un nucleo edificato da ritenersi principalmente indicativo, in quanto non corrispondente ad elementi noti particolari;
- “S. Gioanni”, contrassegnato da una croce, corrispondente alla Chiesa di San Giovanni Battista; sebbene non specificatamente denominati, sono riconoscibili e corrispondenti la limitrofa Casa Canonica, l’oratorio di Santa Caterina, le borgate Canussi e Confredi, le case della Garotta, ai lati della strada che collega la Chiesa di San Giovanni Battista con la borgata Ferraia (Strada Mandamentale);
- “Mollino”, corrispondente al Gumbassu;
- “Li Stampini”, che in base al posizionamento rispetto alla Strada Mandamentale, corrisponderebbe alle “Rimesse di Stampino”, mentre la “Villa Stampino” sembrerebbe non ancora presente e nelle sue vicinanze ricorrono un paio di edifici di ridotte dimensioni;
- “Mollini di Ciolada”, non associabili;
- “La Ferrara”, corrispondente alla borgata Ferraia, con indicata una croce vicina ad un edificio dall’altro lato della strada (a monte) rispetto al nucleo edificato, corrispondente alla Cappella di Nostra Signora del Carmine;
- “Castello d’Armeno”, corrispondente al Castello degli Alemanni;
- “Domo”, corrispondente alla borgata Duomo, con un edificio contrassegnato da una croce e corrispondente all’oratorio della Natività di Nostra Signora delle Grazie ed un’altra croce oltre il rio limitrofo, vicina ad un fabbricato di piccole dimensioni associabile all’oratorio di San Sebastiano; è presente il fabbricato corrispondente a Villa Musso e poi sono presenti due edifici che in particolare rappresentano una testimonianza storica unica, ma che sono oggetto di analisi dettagliata in seguito;
- “Molini”, corrispondente ai gumbi presenti nella valletta di Duomo;
- “Poggio della Croce”, nei dintorni della borgata Garassini;
- “Li Garazini”, corrispondente alla borgata Garassini, mentre Conna non è rappresentata, perché esterna ai limiti di rappresentazione grafica dell’intera mappa.
Analizziamo nel dettaglio la zona compresa tra le borgate Duomo, Pianrosso e la Chiesa di San Pietro.
Come accennato in precedenza, ai piedi della borgata Duomo compaiono due caratteristiche cartografiche di particolare interesse storico, rappresentando una serie di informazioni uniche, non reperibili in altre fonti grafiche storiche.
Si tratta del posizionamento cartografico del Molino di Zanzi (in tempi più recenti noto come “gumbo di Testa), e l’assoluta mancanza di altre presenze edificate ai piedi della collina di Duomo oltre Villa Musso.
Partiamo dall’alveo del torrente Merula.
Rapportando tutto alle proporzioni dimensionali della scala grafica utilizzata, per comparazione allo stato di fatto attuale, l’alveo del Merula viene rappresentato con arenile di estensione coprente oltre tutta l’attuale via Molineri, indicativamente oltre l’attuale Ufficio Postale, ex Locanda Manin, Farmacia Comunale, “u Giardìn”: questo significa che praticamente tutto il sedime della borgata di Molino Nuovo, per esemplificare quella esistente sino a fine Novecento (prima dell’intensa edificazione che l’ha trasformata nelle condizioni attuali), era alveo del torrente Merula, il quale lambiva le case del “rione na burca”.
Il “molino nuovo” (costruito dagli Anfosso pochi anni prima la stesura della presente mappa) sorgeva direttamente all’interno del greto torrentizio (in modo simile al “Molino di Zanzi” in posizione più a monte).
La mappa ci mostra che non esisteva ancora il l’ex “gumbo di Rafè” (costruito nell’Ottocento dai Musso) e che il “molino nuovo” degli Anfosso dato in gestione ai Siccardi non era ancora edificato.
Inoltre, la rappresentazione grafica mostra che esistevano due canalizzazioni idrauliche “di uso parallelo” al torrente Merula: una, la nota “beŗa”, si sviluppava in corrispondenza della strada arginale sulla riva destra del Merula, mentre una seconda correva rispetto alla sponda opposta, ma non in posizione arginale, bensì all’interno dell’alveo, sdoppiandosi in alcuni tratti e probabilmente in tali posizioni per adattarsi assecondando le entità di piena e di scorrimento del flusso torrentizio.
La “beŗa” attraversava in diagonale il Merula subito dopo il Mulino di Zanzi, andandosi a congiungere con una delle altre due opposte, in prossimità della confluenza con il rio Negri.
Pertanto, si deduce che il “molino nuovo”, che sarà edificato dagli Anfosso poco dopo la stesura di tale mappa cartografica, sfrutterà la forza idraulica servito solo esclusivamente mediante lo scorrimento del torrente e non dalle canalizzazioni idrauliche che invece alimentavano tutti gli altri mulini/frantoi.
y
CATASTO FRANCESE - NAPOLEONICO
y
Facendo un salto indietro nel tempo, alla scoperta delle denominazioni dei luoghi risalenti ed estraibili dalla cartografia del Catasto Francese, di epoca napoleonica (primo decennio dell'Ottocento), possiamo raccogliere e riscoprire una importante eredità che identifica il territorio andorese con testimonianze ormai dimenticate anche da quanto tramandato dalla memoria dei nostri nonni.
y
Partendo dalla parte alta della vallata, a confine con Stellanello e considerando le pendici collinari a sinistra del torrente Merula troviamo i seguenti toponimi:
- le “borgate di”:
- Tigorella, Biancardi (Giancardi), Bondati (Bondai, nucleo scomparso), Forti (Cà dei Forti), Divizia (Divizi), San Bartolomeo (chiesa) Brighei (nucleo scomparso e poi in parte sostituito), Siffredi, Lanfredi e Agosti, Lanfredi, Agosti, Calai (nucleo scomparso e poi in parte sostituito), Cà di Cialamino, Piazza, Lanfredi (errore di trascrizione, in realtà Pianrosso), Metta, Galliani (Costa dei Galleani), San Pietro (chiesa parrocchiale), Negri, Marchiani, Tacorè (nucleo scomparso), Melotti, Marino, Gaggini (nucleo sostituito), San Rocco, Maglioni, Cazassi (nucleo scomparso), Borgo Castello (nucleo scomparso), Castello, Micheri, Colla Micheri, Mezaigua e Mezzacqua (doppio nucleo di cui uno sostituito), Marina di Andora;
- edifici:
- San Bartolomeo (Chiesa), Parrocchia di San Pietro, Cappella di San Rocco, Torre (Mulino Tagliaferro), Castello, Cappella di San Lazzaro, Cappella di Sant’Antonio (Sant’Antonio del Cavo), Semaforo;
- strade:
- sentiero da Stellanello a Alassio, sentiero di Garlenda, sentiero d’Armo, sentiero di Fontanette Soprane, sentiero della Colletta, sentiero di Pelato al Passo, sentiero della Colla, sentiero di San Bernardo, sentiero dei Negri, sentiero Scorin, sentiero Gagini, sentiero di Laigueglia, sentiero del Castello, sentiero da Andora a Alassio detto di Colla dei Micheri, sentiero di San Lazzaro, sentiero di Mezz’acqua, Grande Strada da Nizza a Genova, sentiero dei Piani, sentiero del Capo, sentiero della Marina;
- rii e corsi d’acqua:
- Torrente Merula, rio Varighi, rio Cunio, rio Terre rosse, rio Bozzanetto, rio di Costiglione, rio delle Mortine, rio di Picinin, rio dei Leali, rio della Castagna, rio di Piagia, rio di Pagliassa, rio delle Vecchie, rio di Valceresa, rio Bondati, rio Divizia, rio Gorghi, rio Arnioli, rio Siffredi, rio di Nafelina, rio d’Armo, rio di Moriano o Santa Lucia, rio di Lausegna, rio Solco (o rio Folco), rio Pendenti, rio della Bianca, rio di Fenochiato, rio di San Bernardo, rio del Vallone, rio di Cantalupo, rio delle Guardie, rio Fossato degli orti o dei Marchiani, rio dei Gagini, rio di Leoni, rio dei Tetti, rio della Cisterna, rio di Castello, rio della Rovora, rio di Colla, rio del Vallone, rio Zerbate, rio Bura, rio della Rocca, rio detto Fossato Croso, rio Solco, rio di Mezzacqua.
Partendo dalla parte alta della vallata, a confine con Stellanello e considerando le pendici collinari a destra del Torrente Merula troviamo i seguenti toponimi:
- le “borgate di”:
- Castello (nucleo scomparso), Moltedo, Case Dorè (nucleo scomparso), Duchi (nucleo scomparso), Gallian (nucleo scomparso), Barrò (Barò), Costa (Costa di Conna), Carogio (nucleo scomparso e poi in parte sostituito), Chiesa di Conna (Costa della Chiesa), Luchi (Cà de’ Lucchi), Poggio della Morra (nucleo scomparso), Garassini, Domo (Duomo), Ferraira (Ferraia), Canossi (Canussi), Confrei (Confredi), Rollo (Case Sottane), Perrati (Case Perato), Tagliaferri (Case Tagliaferro), Cadilà (Case Bande di Là), Stalla (Case Stalle), Berneri (Case Bernei), Bricole (nucleo scomparso);
- edifici:
- Mulini (Mulini di Barò), Mulino di Frassada, Mulini da olio, Casa Bèina, Casa Ca del Prete, Mulino di Zanzi, Cappella di San Sebastiano, Mulino a vento, Mulini da olio, Mulino (Villa Tagliaferro);
- strade:
- sentiero da Stellanello a Faraldi, sentiero da Conna a Villarelli, sentiero di Faraldi, sentiero di San Bartolomeo, sentiero di Conna, sentiero di Garzi, sentiero di Domo, sentiero da Andora a Stellanello, sentiero di Rollo, sentiero da Cervo a Andora;
- rii e corsi d’acqua:
- rio Cantalupo, rio Capramorta, rio Binella, rio Chiapa, rio Bragalea, Torrente di Moltedo, canale dei Mulini (Mulini di Barò), rio Casella, rio Basan, rio Basare, rio di Crose, rio Zerbaje, rio Bande da ca, canale (Beȓa), rio Caudera, rio dell’Erta, rio Brusaje, rio dei Boschi, Torrente di Duomo, canale del Mulino (beȓa del Domo), rio dell’Acqua Donnetta, rio delle Ciante, rio Coloi, Torrente San Giovanni, rio Bevuo, rio del Rinnovo, rio dei Binelli, rio delle Vignette, rio del Ratto, rio dei Sotti.
y