TORRENTE MERULA
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Il Torrente Merula ha sempre caratterizzato la sua valle con ripetuti e periodici straripamenti lungo il proprio corso, aiutato dalle irruente confluenze dei propri rii affluenti maggiori.
Le piene e le alluvioni hanno segnato nel tempo eventi oggetto di pericolo e ripetuti danni alle coltivazioni limitrofe agli argini ed ai vari insediamenti abitati, principalmente rurali, sorti oltre le sue sponde.
Nelle vecchie generazioni, era tramandato il ricordo che, anticamente, in prossimità della borgata Rosseghina, ovvero l’attuale Piazza, esistesse soltanto il nucleo abitato dei “Calài”, su un penisolotto roccioso semicircondato dal torrente.
Restando ai tempi più moderni, l'alluvione del 28 maggio 1948, provocò ingenti danni, tra cui la compromissione della stabilità del ponte "di Stampino" o "di Nastasio", il quale venne operosamente recuperato con l'intervento dei contadini della zona, che ne curarono a proprie spese il recupero funzionale.
La successiva piena e fenomeno nuovamente alluvionale dell'autunno 1951, determinarono ancora una volta un importante danneggiamento dello stesso ponte, il quale, ritenuto ormai irrecuperabile, fu definitivamente eliminato contestualmente ai lavori di arginatura a partire dal 1958 da parte della ditta Siniscalchi.
Durante il periodo in cui si svolsero i lavori per la costruzione degli argini, il Merula creò ancora danni alluvionali, in occasione della piena del 2 marzo 1965 e soprattutto del 24 e 25 ottobre 1966, durante la quale danneggiò seriamente e demolì completamente alcuni tratti degli argini murari appena completati.
Seguirono in tempi più recenti gli eventi del 7 settembre 1995 e del 16 novembre 1996, durante i quali i maggiori danni si verificarono nella zona di Molino Nuovo e San Pietro, a causa della esondazione dei rii Domo, Metta e Negri.
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