BORGATA MOLTEDO
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MOLTEDO
(Sabrina Lunghi)
Estratto mappa impianto Nuovo Catasto Terreni - Agenzia delle Entrate
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Se il Duomo risulta essere la propaggine sud-orientale di Conna, Barò e Moltedo costituiscono una diramazione settentrionale della frazione appena esaminata (…).
Entrambi appartenevano al quartiere di S. Andrea, ma mentre Moltedo era anche inserito nell’Arcipretura di S. Andrea, Barò era compreso nella Rettoria di S. Bartolomeo, essendo più vicino a quest’ultima.
Un sentiero di dorsale, situato ad un’altezza di m. 3/400, univa Conna - o meglio la frazione della Costa Maggiore - con Moltedo. Quest’ultima poi era collegata a Barò tramite un percorso che scendeva verso il torrente (…).
Fra le due frazioni quella pili significativa è senz’altro quella di Moltedo (…). La sua estensione è molto modesta, essendo costituita da un gruppo di case allineate lungo la strada principale, quindi secondo un impianto di tipo lineare [92], e da un gruppo di abitazioni sparse nelle fasce sovrastanti l’abitato. Sono proprio queste ultime a fornire una delle migliori testimonianze di edifici rurali della zona. Si tratta infatti di costruzioni inserite all’interno del contesto agricolo, realizzate fra i muri a secco e quindi a stretto contatto con la principale risorsa economica del luogo: la coltivazione dell’ulivo (Fig. 53).
Il loro impianto è molto semplice: non più di due/tre vani, tutti sistemati al piano terreno. Fra quest'ultimo e la copertura, era poi ricavato un mezzanino. In alcuni casi è ancora possibile osservare questo tipo di struttura, costituita da robusti architravi (semplici tronchi non sbozzati) infissi nelle pareti portanti, su cui poggiavano perpendicolarmente travicelli più piccoli, anch’essi inseriti in parete, e, sopra questi, sempre disposto perpendicolarmente, fasciame che poteva poi essere ricoperto di paglia o fieno e utilizzato a seconda delle esigenze (Fig. 54). Talvolta le travi portanti fuoriescono dai muri esterni e consentono di osservare il sistema con cui esse venivano fissate alla parete (Fig. 55).
Le murature esterne sono molto irregolari, generalmente costituite da conci derivati dallo sfaldamento di roccia, composti in corsi sottili e irregolari. I blocchi più lavorati si possono osservare solo agli angoli (Fig. 56).
Generalmente le uniche aperture sono costituite dalle porte di ingresso; il che fa presumere che si tratti di abitazioni stagionali, utilizzate solamente come dimore durante alcuni periodi dell’anno (Fig. 57).
Vicino all’abitato di Moltedo, lungo la strada che lo attraversa, incontriamo l’oratorio dei S.S. Fabiano e Sebastiano, m. 14 x m. 5 e m. 3 x m. 4 l’annessa sacrestia, (Fig. 58 e A …), citato dal Giardinello [93], che si presenta attualmente con una facciata barocca ad andamento convesso.
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92 VARALDO 1985, p. 155.
93 GIARDINELLO 1624, c. 426.
Testo tratto dalla Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo.
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