CHIESA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
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CHIESA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
(Mario Vassallo)
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Dalla fine del 1957, su progetto dell’Arch Felice BALLEI, approvato nell’ottobre dello stesso anno, viene realizzata la chiesa provvisoria: uno spazio chiuso rettangolare, con zona altare rialzata, retrostante sacrestia comunicante ed adiacente casa canonica.
Tale edificio è destinato alle funzioni celebrative, in attesa della Chiesa vera e propria che è già in fase di studio progettuale.
Tale edificio è destinato alle funzioni celebrative, in attesa della Chiesa vera e propria che è già in fase di studio progettuale.
CHIESA PROVVISORIA
Sopra: pianta, sezione e prospetto principale di progetto.
Le riproduzioni grafiche sono riprese dagli elaborati progettuali redatti dall’Arch. Felice BALLEI e fornite da Don Rinaldo BERTONASCO
Sopra: pianta, sezione e prospetto principale di progetto.
Le riproduzioni grafiche sono riprese dagli elaborati progettuali redatti dall’Arch. Felice BALLEI e fornite da Don Rinaldo BERTONASCO
Per quest’ultima si effettua uno studio progettuale piuttosto complesso che dura alcuni anni ed al quale sono interessati progettisti diversi: si passa dalla soluzione di una chiesa moderna piuttosto regolare ed architettonicamente “piatta” ad altra di edificio dotato di matronei, pulpito laterale rialzato e più navate, con area presbiteriale e coro a diversi livelli e forma volumica equiparabile alle vecchie cattedrali, seppure ridisegnata in stile moderno e di dimensioni decisamente più contenute.
Alla fine, viene sviluppata la soluzione studiata dagli Architetti Gianfranco FASANA e Beppe ABBATE, la quale rappresenta, dopo varie modifiche stilistiche ed architettoniche migliorative e/o di adattamento in corso d’opera, il progetto che verrà realizzato a partire dall’agosto 1960, periodo di approvazione del progetto redatto.
Alla fine, viene sviluppata la soluzione studiata dagli Architetti Gianfranco FASANA e Beppe ABBATE, la quale rappresenta, dopo varie modifiche stilistiche ed architettoniche migliorative e/o di adattamento in corso d’opera, il progetto che verrà realizzato a partire dall’agosto 1960, periodo di approvazione del progetto redatto.
Sopra in ordine a scendere: planimetria, sezione longitudinale, sezione trasversale, prospetto principale, prospetto laterale di progetto, schema materiali costruttivi.
Le riproduzioni grafiche sono riprese dagli elaborati progettuali redatti dagli Architetti Gianfranco FASANA e Beppe ABBATE e fornite da Don Rinaldo BERTONASCO.
Le riproduzioni grafiche sono riprese dagli elaborati progettuali redatti dagli Architetti Gianfranco FASANA e Beppe ABBATE e fornite da Don Rinaldo BERTONASCO.
Nel progetto originario realizzato, viene indicata la possibile posizione di un futuro ed eventuale campanile, senza dettagliare oltre tale elemento architettonico.
La chiesa intitolata al Cuore Immacolato di Maria diventa la Chiesa Parrocchiale del nucleo centrale cittadino.
Nel 1961 arriva il crocefisso ligneo.
In seguito verranno approntate ed eseguite alcune modifiche estetico – funzionali, soprattutto caratterizzanti la scala esterna di accesso, la casa canonica ed il retro dell’edificio – chiesa.
In particolare la chiusura di un porticato e l’eliminazione dell’accesso secondario, nel periodo compreso tra gli anni 1978 ed il 1982.
Negli anni ’70 viene realizzata la costruzione del “Salone” – Opere Parrocchiali esterno, rispondendo in parte alle esigenze di una comunità che sta crescendo di numero in modo veloce ed in poco tempo.
Continuando con tale passo, presto si verifica la necessità di ampliamento e di completamento di una chiesa che, per la sua posizione centrale nel centro urbano della nuova cittadina, attira sempre più fedeli e diventa un polo determinante per il riferimento sociale e spirituale della collettività.
Nel 1988 si comincia a studiare come ampliare la chiesa, come allungarla e come abbellirla con un campanile: nel 1990 è pronto il progetto redatto dall’Architetto Eugenio ABRUZZINI di Roma.
Sopra: planimetria, sezione e prospetto principale di progetto.
Le riproduzioni grafiche sono riprese dagli elaborati progettuali redatti dall’Architetto Eugenio ABRUZZINI e fornite da Don Rinaldo BERTONASCO.
Le riproduzioni grafiche sono riprese dagli elaborati progettuali redatti dall’Architetto Eugenio ABRUZZINI e fornite da Don Rinaldo BERTONASCO.
Nell’Agosto 1992, Don Giuseppe BAZZANO accetta il nuovo incarico di Vicario Foraneo ed arriva come parroco Don Rinaldo BERTONASCO e, con l’aria innovativa ed il coraggio apportati da quest’ultimo, si materializza la possibilità di effettuare un adeguamento della struttura esistente.
A fine gennaio 1993 inizia lo scavo e la costruzione delle fondazioni del campanile: dodici grossi pali di 80 cm di diametro, piantati fino alla profondità di 35 metri.
Alla metà di febbraio, unendo i 12 pali sotterranei in un’unica platea, viene fatta la base del campanile e si inizia la costruzione: entro maggio si raggiunge l’altezza della pensilina della chiesa (circa ml 7,50).
A dicembre 1993 si ricomincia: i cementi armati vengono conclusi ad aprile; poi inizia il rivestimento con le mattonelle (maggio - luglio).
Il giorno 3 luglio 1994 vengono solennemente benedette, dal Vescovo Mons. Mario Oliveri, le 5 campane fuse dalla Ditta “Trebino” di Uscio (GE):
1) in LA - bemolle (kg. 410), intitolata al CUORE IMMACOLATO DI MARIA - dedica: "LA COMUNITA' PARROCCHIALE: INSIEME... PER FARE ARMONIA" - immagini: Maria col Bambino e Maria Assunta in Cielo.
2) in SI - bemolle (kg. 295), intitolata a SAN GIUSEPPE - dedica: "CUSTODISCI E PROTEGGI LE NOSTRE FAMIGLIE" - immagini: San Giuseppe e Sacra Famiglia
3) in DO (kg. 205), intitolata a SANT'ANNA "a ricordo di Anna BAZZANO" - dedica: "DONA GIOIA E SAGGEZZA A TUTTI GLI ANZIANI" - immagini: Sant'Anna e Gesù Cristo Risorto
4) in RE - bemolle (kg. 170), intitolata a PAOLO SESTO "ricordando Ginia e Anna (Milano)" - dedica: "LA CHIESA, SEGNO DELL'AMORE DI DIO PER IL MONDO INTERO" - immagini: Paolo Sesto e Gesù Cristo Crocifisso
5) in MI - bemolle (kg. 120), intitolata ai SANTI ANGELI CUSTODI "a ricordo della famiglia Angelo Nebuloni (Parabiago)" - dedica: "GUIDATE I GIOVANI SULLE STRADE DEL SIGNORE" - immagini: S.S. Angeli Custodi e Gesù Bambino
Nello stesso mese viene posata la cuspide ricoperta in rame e, tra luglio e agosto viene messa in opera anche la scala in acciaio zincato.
Nel mese di settembre viene fatto l’impianto elettrico, che sarà collegato con l’illuminazione comunale.
Infine, la ditta “Trebino” mette in opera l’impianto di automatizzazione delle campane e l’orologio della torre.
Il campanile Torre civica, può essere visitato all’interno fino alla quota delle campane e le fessure laterali lasciano, fuoriuscire una luce notturna.
Foto per gentile concessione Miriam Tumbarello
Foto per gentile concessione Miriam Tumbarello
L’inaugurazione della Torre Campanaria e Civica avviene il giorno 24 settembre 1994, alla presenza del Vescovo, Mons. Mario Oliveri, del Sindaco, avv. Francesco Bruno, delle autorità civili e militari, dei parroci del Vicariato e di una vera moltitudine di parrocchiani: da tale momento il Campanile svolge la funzione di Torre Campanaria della parrocchia nonché di Torre civica, col suo orologio di giorno e la sua illuminazione di notte.
Successivamente, a partire dal mese di giugno del 2001, si effettua l’ampliamento ed il completamento dell’intera Chiesa.
Sopra: planimetria e prospetto principale.
Le riproduzioni grafiche sono riprese dagli elaborati progettuali redatti dall’Architetto Eugenio ABRUZZINI e fornite da Don Rinaldo BERTONASCO.
L’ampliamento dell’aula è stato previsto ai lati dell’area presbiteriale e sul fondo della navata come prolungamento della stessa ed esclude la possibilità di allargare la navata principale in quanto le strutture verticale esistenti lungo il perimetro dell’aula stessa impediscono la visione dell’altare dagli spazi laterali: un allargamento degli spazi laterali è stato comunque previsto nel progetto ma con funzione di disimpegno.
La ventilazione.naturale dell’aula viene incrementata del 200% con l’introduzione, nelle due nuove navate laterali di disimpegno, di una vetrata continua regolabile nelle aperture, posta alla quota di calpestio e perciò di agevole uso.
La ventilazione.naturale dell’aula viene incrementata del 200% con l’introduzione, nelle due nuove navate laterali di disimpegno, di una vetrata continua regolabile nelle aperture, posta alla quota di calpestio e perciò di agevole uso.
L’eliminazione delle “barriere architettoniche”, costituta sostanzialmente dai quindici gradini continui di accesso al piano della chiesa, è stata realizzata suddividendo l’unico ingresso in due ingressi, ai quali si accede sia da due scale, divise in due rampe tra loro ortogonali, che da una rampa pedonale curvilinea di pendenza non superiore all’8%.
La suddivisione delle rampe, con l’introduzione di un pianerottolo intermedio, rende meno faticosa la salita di chi utilizza le scale, mentre la rampa costituisce un percorso di ingresso gioioso e comunitario che si snoda all’interno del giardino.
Nella cappella destra del “transetto” nuovo, è stata prevista la realizzazione di un centro per la “riconciliazione” costituito da due piccoli ambienti che si affacciano nella cappella.
Nella facciata di mattoni risaltano il “rosone” vetrato e le vetrate a “mosaico” che proiettano, all’interno, una luce colorata, mentre finestroni “a pozzo creano illuminazione zenitale, per mezzo della loro copertura a cupola.
Complessivamente, gli interventi di adeguamento ed ampliamento hanno lasciato inalterati gli elementi celebrativi interni, quali l’altare e l’ambone, mentre sono stati modificati il posizionamento del crocefisso e il fonte battesimale.
Il significato di un intervento importante, come quello realizzato, deve essere lasciato con rispetto e gratitudine a chi lo ha concepito:
“L’attenzione e la delicatezza con la quale si sono lasciate inalterate le caratteristiche positive dello spazio interno attuale, è un atteggiamento di rispetto per la comunità che da tempo si riferisce a questo spazio architettonico. Roma. Maggio 1989
- EUGENIO ABRUZZINI ARCHITETTO”
- EUGENIO ABRUZZINI ARCHITETTO”
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LA CHIESA OGGI
INFIORATA DEL CORPUS DOMINI
Foto di Piero Dagati
LE CAMPANE DELLA PARROCCHIA CUORE IMMACOLATO DI MARIA
(Don Stefano Caprile)
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LE CAMPANE DELLA PARROCCHIA CUORE IMMACOLATO DI MARIA IN ANDORA (SV)
La storia delle campane della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria affonda le radici più remote nel progetto iniziale della nuova chiesa negli anni ’60, rimandato poi, quanto al campanile, agli inizi degli anni ’90.
Dopo l’ampliamento laterale della Chiesa voluto da don Giuseppe Bazzano, parroco dal novembre 1966 all’agosto 1992, si inizia a pensare alla realizzazione del campanile della parrocchiale, ma anche Torre civica del Comune di Andora.
Viene anche organizzata una cerimonia di posa della prima pietra alla presenza del Vescovo di Albenga – Imperia, Mons. Alessandro Piazza e dell’amministrazione comunale, allora guidata dal Sindaco Francesco Bruno.
Nonostante quel momento il progetto viene accantonato, perché considerato eccessivamente esoso e impegnativo.
Con l’arrivo del nuovo parroco (agosto 1992), nella persona di don Rinaldo Bertonasco, il progetto viene riconsiderato, sottoposto alla attenzione del Consiglio Parrocchiale Affari Economici, i cui membri – si dice – espressero per il 50% parere favorevole e per il 50% parere contrario all’iniziativa. Fu l’intraprendenza di don Bertonasco a decidere coraggiosamente per la realizzazione del progetto, del valore, tutto compreso, di circa ottocento milioni delle vecchie lire.
Il progetto si presenta davvero ardito, oltre che per l’entità, anche per la conformazione geologica del terreno sul quale il campanile sarebbe venuto a poggiare. Per porre buone fondamenta perché potesse essere stabile, si è dovuto scavare fino a trentacinque metri sottoterra, prima di trovare la roccia che potesse reggere l’imponente struttura. Dodici macro-pali in cemento armato sostengono il basamento su cui oggi posa il campanile.
Il 3 luglio 1994, ad opera quasi ultimata, il Vescovo di Albenga – Imperia, Mons. Mario Oliveri benedice le cinque campane che saranno poi collocate sul campanile della parrocchiale. Si tratta di un concerto il La bemolle 3, fornito dalla Ditta Trebino di Uscio (Genova), fuse dalla fonderia Allanconi di Bolzone di Ripalta Cremasca (CR), fiduciaria della ditta genovese. All’inaugurazione è presente il maestro campanaro genovese Angelo Ferrari.
Sabato 24 settembre dello stesso anno è il giorno dell’inaugurazione. Il campanile – torre civica inizia ufficialmente il suo servizio alla comunità religiosa e civile. Il campanile suona le ore, scandisce il tempo, invita alla preghiera dell’Angelus al mattino, a mezzogiorno e alla sera, a partecipare alle celebrazioni liturgiche, in particolare alla Messa quotidiana e festiva, a salutare i momenti lieti e tristi della vita dei singoli e della comunità.
Le campane sono tutte dedicate.
La campana maggiore (La bemolle 3) è dedicata al Cuore Immacolato di Maria, pesa 410 kg, e reca la scritta “la comunità parrocchiale insieme per fare armonia”. La campana è stata offerta dai parrocchiani che si sono autotassati mensilmente (per esempio con diecimila lire) per contribuire alla spesa (circa dodici milioni di lire).
La seconda campana (Si bemolle 3) è dedicata a San Giuseppe, pesa 295 kg, porta la scritta “Custodisci e proteggi le nostre famiglie”.
La terza campana (Do 4) è dedicata a Sant’Anna, pesa 205 kg, offerta a ricordo di Anna Bazzano e reca la scritta “Dona gioia e saggezza a tutti gli anziani”.
La quarta campana (Re bemolle 4) è dedicata a Papa Paolo VI (oggi santo), pesa 170 kg, offerta a ricordo di Ginia e Anna (Milano) reca la scritta “La Chiesa, segno dell’Amore di Dio per il mondo intero”.
La quinta campana (Mi bemolle 4) è dedicata ai Santi Angeli Custodi, pesa 120 kg, offerta a ricordo della famiglia Angelo Nebuloni (Parabiago), reca la scritta “Guidate i giovani sulle strade del Signore”.
Le quattro campane minori sono state tutte offerte da famiglie che si sono accollate la spesa proponendo una dedica a ricordo di qualche familiare.
Circa venticinque anni dopo l’inaugurazione del campanile, il giovane parroco andorese don Stefano Caprile, da sempre appassionato del suono delle campane, tenta di realizzare un ampliamento del concerto, portandolo a dodici bronzi, compresa la settima minore, secondo l’usanza di molti campanili liguri che troviamo nel genovesato oppure nella Liguria di levante.
Il primo passo si concretizza con la realizzazione di una tastiera per il suono manuale delle cinque campane esistenti, realizzata ad opera degli amici della Genova Carillons, associazione genovese di campanari, in vista del concerto del 24 settembre 2019 nel venticinquesimo anniversario del campanile.
La visita ad un campanile genovese in una piccola frazione di Genova, Cesino, certamente contribuisce a convincerlo al progetto.
Per intendere se il progetto è realizzabile, e non soltanto una mera fantasia, è necessario trovare persone, parrocchiani, amici, che lo apprezzino, sostengano e finanzino (anche perché sarebbe preferibile non utilizzare i beni della cassa parrocchiale, ma soltanto mezzi dedicati a questa opera… e così accade).
Trovati i finanziatori delle sette nuove campane, occorre trovare i fondi per il lavoro della posa e l’elettrificazione delle stesse e della nuova tastiera e la conseguente posa della tesatura di cavi e rimandi per il suono manuale, per un totale di sedicimila euro.
In brevissimo tempo, si trovano i mezzi per portare a termine il progetto.
L’opera è realizzata dalla Ditta Trebino di Uscio (Genova) quanto alla fornitura, alla posa e alla elettrificazione delle nuove campane.
La fusione è affidata alla Fonderia De Poli di Revine (Treviso). Le campane sono fuse il 29 gennaio 2020, sono benedette dal parroco, nella Chiesa parrocchiale il 09 marzo 2020 in una celebrazione a porte chiuse a causa del Covid-19. Una volta collocate sul campanile, perfezionata l’elettrificazione, viene poi collocata la tastiera e la realizzazione della tesatura per il suono manuale.
La prima suonata si ha in occasione della festa di Santa Rita, il 22 maggio 2020; l’inaugurazione ufficiale attende il 07 settembre 2020, con la partecipazione di numerosi campanari della Associazione Genova Carillons, alla presenza della Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Mauro Demichelis.
Le note delle nuove campane vanno a completare secondo la scala musicale il concerto esistente.
La sesta campana (Fa 4) è dedicata a Maria Regina della famiglia e a Santa Rita, offerta in parte dal Comitato Santa Rita e in parte da una famiglia andorese; pesa 85 kg, porta la scritta “Custodite genitori e figli”.
Siccome nel concerto la seconda campana, dedicata a San Giuseppe, già recava una benedizione per le famiglie, si è pensato di caratterizzare la sesta con il rapporto, talvolta delicato, tra genitori e figli.
La campana settima minore (Sol bemolle 4) è dedicata ai Santi Ambrogio e Giorgio, offerta da Giorgio Mariani, pesa 72 kg, reca la scritta “Cristo è tutto per me”, espressione tratta dai testi di Sant’Ambrogio.
La settima campana (Sol 4) è dedicata a San Bartolomeo, donata dalle Famiglie Lanfredi, Moreno, Scatti, in occasione del sessantessimo anniversario di Matrimonio di Desiderio Scatti e Anna Moreno, pesa 60 kg, reca la scritta “Rabbì, Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il Re d’Israele” (Gv 1,49), parole dell’Apostolo rivolte al Signore.
L’ottava campana (La bemolle 4) è dedicata al Buon Pastore, offerta dal parroco, don Stefano Caprile, pesa 50 kg e reca la scritta “Dona Signore alla tua Chiesa sante vocazioni sacerdotali”. La dedica prettamente vocazionale rivela l’origine della chiamata di questo sacerdote, legata anche alla passione per il suono delle campane.
La nona campana (Si bemolle 4) è dedicata a Sant’Agostino, in memoria della maestra Augusta Ferrari in Risso (1935-2019), pesa 42 kg e porta la scritta “Ci hai fatti per Te e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in Te”, espressione ispirata agli scritti del Vescovo d’Ippona.
La decima campana (Do 5) è dedicata alla Madonna delle Grazie, pesa 37 kg e reca la scritta “Pregate Dio per i vivi e per i defunti”; è la campana che, in accordo con la terza, caratterizza l’annuncio di morte e cioè se si tratta di un uomo o di una donna.
La decimaprima campana (Re bemolle 5) è dedicata a San Giovanni Battista, offerta da Silvio e Teresa Pagano, pesa 32 kg e porta la scritta “aiutaci a riconoscere l’Agnello di Dio e testimoniarlo”, in riferimento alla missione del Santo Precursore.
Il concerto completo che troviamo in Liguria ha la caratteristica di poter esprimere una larga varietà musicale perché consta di undici intervalli secondo la scala musicale maggiore La♭3 - Re♭5. L’aggiunta del semitono Sol♭4 (alla settima minore) permette, da un lato, la modulazione da la bemolle a re bemolle, e inoltre permette di realizzare una ottava completa partendo dal quarto grado (Re♭4) della scala musicale maggiore fino all’undicesimo (Re♭5), ottenendo in questo modo tre intervalli sotto la tonica (dalla dominante La bemolle), nonché l’alterazione Sol 4 (e cioè il quarto grado alzato) sulla scala di Re♭, che permette la cadenza perfetta sulla dominante. Queste accortezze offrono al campanaro un’ampia molteplicità di espressioni per un repertorio flessibile, ricco, e per nulla scontato.
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QUANDO E PERCHÉ SUONANO LE CAMPANE
Il suono delle campane è un suono anzitutto religioso, un suono sacramentale (ecco perché le campane vengono benedette, prima della riforma liturgica venivano anche consacrate/battezzate) della voce di Dio. Esso essenzialmente richiama alla preghiera dell’Angelus al mattino, a mezzogiorno e alla sera; invita la popolazione a prendere parte alla liturgia e ai riti religiosi come una sorta di segnale di richiamo. Scandisce i momenti lieti e tristi della vita della comunità cristiana (i lutti, ma anche i momenti gioiosi della vita cristiana, la nuova vita che sboccia, la prima Comunione, la Cresima, la Celebrazione delle nozze).
Spesso ha una funzione anche civile, anzitutto nello scandire il tempo attraverso i rintocchi dell’orologio, ma anche talvolta per annunciare celebrazioni/commemorazioni civili.
Al suono delle campane solennemente benedette si attribuisce anche un valore apotropaico (= che serve cioè ad allontanare un influsso magico maligno) o talvolta di segnale di allarme (campana a martello). È tradizione popolare – ormai praticamente abbandonata – suonare le campane per allontanare le tempeste (in particolare la grandine), o per avvertire di un imminente pericolo.
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QUALI MODI PER SUONARE LE CAMPANE
Sui sistemi di far pulsare i sacri bronzi si potrebbe dire davvero molto. Esistono molteplici modi di suonare le campane secondo le tradizioni e gli usi locali. Qui ci soffermeremo unicamente sulla tradizione ligustica.
Le campane possono essere suonate a “distesa”, cioè facendo dondolare la campana in modo che il battacchio per caduta batta sul labbro interno della campana ed emetta il suono.
La campana a distesa può essere lanciata finché possa essere fermata “in piedi”, cioè rovesciata rispetto alla posizione di riposo. Questo modo, chiamato “a concerto” o “a bicchiere” o “in piedi”, permette il suono della campana a comando. In Liguria si usa per il suono a morto (con una o più campane “a bicchiere”), perché in questo modo possono essere scanditi rintocchi lenti e cadenzati, oppure per il suono festivo e cioè con la campana maggiore o le due campane maggiori “in piedi”, accompagnate dalle altre più piccole che creano melodie o ritornelli gioiosi che si concludono con una cadenza che risolve con il suono imponente della campana “a concerto”. L’antico glossario dei campanari della Liguria chiama queste suonate festive “all’ingrande”, oppure “ducale”, anche “solenne”.
La campana può essere suonata anche da ferma, manualmente attraverso la percussione del battacchio sul labbro interno della campana comandato da cordette in mano al campanaro oppure da una tastiera collegata mediante catenelle o cavi e rimandi ai battacchi delle campane, per il suono festivo di baldette (baudette), o melodie religiose o quanto sta alla fantasia e all’estro del campanaro; elettricamente attraverso un “telebattente”, il cui martello batte, in genere, sul labbro esterno della campana, ricevendo l’impulso da un quadro di comando.
Nel nostro campanile tutte le campane hanno il martello (telebattente) per il suono elettrico (automatico o manuale). Le cinque campane del 1994 hanno tutte anche il movimento a distesa, le tre maggiori anche il sistema “a concerto” con doppia spinta e doppia frenata, le due minori soltanto la distesa a spinta semplice e senza freno (non possono andare “a bicchiere”, ma soltanto a dondolo). Le sette campane minori del 2020 sono state montate fisse (e cioè non possono dondolare a distesa), ma suonate soltanto mediante il telebattente elettrico o manualmente attraverso il battacchio collegato alla tastiera.
Per il suono manuale le campane in movimento devono essere collegate alla tastiera ogni volta che è necessario e ogni volta scollegate, proprio perché possano essere libere di suonare anche in movimento.
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L’USANZA DEL SUONO DELLE CAMPANE NELLA NOSTRA PARROCCHIA
Ogni giorno l’orologio del nostro Campanile – Torre civica batte le ore e le mezzore dalle ore 08 antimeridiane alle ore 09 pomeridiane.
Al mattino un timido richiamo alla preghiera dell’Angelus e di fatto anche per la S. Messa suona alle ore 08,15 nei giorni feriali, alle ore 07,45 nelle domeniche e nei giorni festivi di precetto.
Alle ore 12 e alla sera la campana dell’angelus è accompagnata (ad eccezione delle ferie del tempo di Quaresima) da un motivo religioso, quasi sempre mariano, che ne richiama bene il senso. La campana della sera suona normalmente alle 19,30, ma può essere posticipata per esigenze liturgiche di culto, perché dopo l’Ave Maria della sera il campanile tace in silenzio fino all’angelus della mattina seguente. Fanno eccezione alla regola, la notte di Pasqua e di Natale. Il campanile osserva il silenzio assoluto dal canto dell’inno “Gloria in excelsis Deo” del Giovedì santo fino allo stesso canto durante la solenne Veglia nella notte di Pasqua.
Per la celebrazione della Messa feriale un primo richiamo viene dato mezz’ora prima della celebrazione attraverso il suono della seconda campana a distesa con la terza, quarta e quinta che fanno accompagnamento a martello. Pochi minuti prima della celebrazione viene ancora offerto un secondo segno con una melodia religiosa.
Alla domenica avviene più o meno nello stesso modo, ma con la campana maggiore a distesa e tutte le altre (meno il semitono) che accompagnano. Nei giorni festivi, può capitare facilmente di trovare l’occasione per il suono manuale piuttosto che il mero suono programmato dalla centralina computerizzata.
A tal proposito, è bene ricordare che il ministero del campanaro, e con questo s’intende la persona che suona le campane, è sempre stato tenuto in grande considerazione dalla Chiesa nella storia come un vero e proprio servizio ecclesiale. E si è discusso – peraltro con esito positivo – sulla liceità di avere un “campanaro elettronico”. Seguendo la strada tracciata dal Verbo eterno di Dio, che, nel grembo della Vergine Maria, ha assunto e unito a sé l’umana natura, comprendiamo come il coinvolgimento dell’uomo mediante la cooperazione alla vita e alla missione della Chiesa, risulti necessario e auspicabile in modo sempre più importante. Questo per chiarire che il suono del campanaro è sempre da ritenersi la forma più adeguata a richiamare i fratelli nella fede alla preghiera o alla liturgia, sebbene sia tollerato anche l’uso del programmatore.
Anche i momenti della vita della comunità e dei suoi componenti sono sottolineati dal suono delle campane. La celebrazione del Battesimo e del Matrimonio viene annunciata attraverso una suonata a festa (Carillon). Si è voluto recuperare l’usanza di segnalare la morte di un fedele, attraverso il suono dell’annuncio di morte, con la tradizionale distinzione ligustica nel caso si tratti di un uomo o di una donna, rispettivamente con tre colpi per un uomo, due colpi per una donna, con il bicordo della campana terza e decima, dopo il suono lento e cadenzato della seconda campana “a bicchiere”. Per la celebrazione esequiale, mezz’ora prima e un quarto d’ora prima della stessa, si esegue un vero e proprio concerto funebre con le tre campane maggiori “in piedi”, sganciate lentamente e secondo un tempo e uno schema preciso.
Altre celebrazioni occasionali, vengono in genere annunciate da melodie religiose che ne richiamano il senso, ad esempio per l’Adorazione eucaristica del venerdì, si esegue un motivo eucaristico; per la preghiera del rosario serale, nel mese mariano, si eseguono melodie di canti alla Madonna; nel periodo natalizio i tradizionali canti di Natale; nel periodo pasquale la melodia “Regina cæli” si caratterizza come motivo mariano del mezzogiorno e della sera.
Con un concerto di dodici campane, compresa la settima minore, è davvero molto ampia la gamma di suoni che si possono realizzare, nel tentativo di caratterizzare ancor più chiaramente gli aspetti essenziali legati al suono delle campane: l’invito alla preghiera, il richiamo alla partecipazione alla liturgia.
Possiamo considerare il suono manuale delle campane una vera e propria forma d’arte musicale motivo per cui sarebbe auspicabile che questa espressione artistica potesse avere futuro quale patrimonio della nostra terra e delle nostre tradizioni, da salvare, conservare e promuovere.
Il suono delle campane, quale segno sacramentale della voce di Dio, contribuisce alla missione della Chiesa, suscitando nel cuore di chi lo ascolta sentimenti di elevazione, di preghiera, di gioia, di invocazione, di speranza. In tal modo la mente dei fedeli è spinta a riconoscere la vicinanza di Dio, che richiama oggi alla vita di fede e di carità, nella speranza di ottenere il premio eterno, al fine di essere partecipi in pienezza del mistero dell’Amore di Dio.
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Vorrei esprimere un pensiero di vivo ringraziamento a tutti coloro che, in molti modi e a diverso titolo, hanno sostenuto e apprezzato questo progetto.
Alla Amministrazione comunale rivolgo un particolare ringraziamento per il Patrocinio del concerto di inaugurazione e per la bella e costante collaborazione tra istituzioni religiose e civili.
Ringrazio, inoltre, il Sig. Roberto Fiorini per il prezioso e importante contributo economico al progetto, offerto in memoria della mamma Nella Pace.
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LE CAMPANE DELLA PARROCCHIA CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Foto per gentile concessione Don Stefano Caprile
LA PARROCCHIA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
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IL SOGNO
Siamo alla fine degli anni ’30 del Novecento.
La zona di Marina di Andora, a livello parrocchiale, appartiene in parte alla parrocchia della Santissima Trinità di Rollo (dal Torrente Merula sino al confine di Cervo) ed in parte alla parrocchia di San Giovanni (dal Torrente Merula sino al confine con Laigueglia).
La domenica, data la distanza della Marina dalle rispettive chiese parrocchiali, gli abitanti del ponente si recano a Messa presso il Seminario del Padri Lateranensi (Santa Matilde), mentre quelli del levante non hanno una loro chiesa.
Per questi ultimi, ogni domenica, il Parroco di San Giovanni celebra la Messa presso la Cappella di Mezzacqua, in inverno, e presso la colonia di Cuneo (vicino a Santa Rita), in estate.
Le famiglie di questo territorio soffrono per la lontananza dalla chiesa e per la situazione di provvisorietà; il loro sogno è di avere una “vera chiesa” tutta per loro.
A gran voce, tutte le 140 famiglie (498 persone) sollecitano prima il parroco Padre Raffaele Biehler e successivamente Mons. Angelo Cambiaso - Vescovo di Albenga presentando una formale richiesta datata “1 maggio 1940”, nella quale dichiarano di “cedere il terreno e fornire materiale e a concorrere secondo le proprie forze e sostanze”.
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IL PARROCO DI QUEL PERIODO
Padre Raffaele, nato in Francia nel 1875, è un giovane sacerdote appartenente all'ordine religioso dei Canonici Regolari dell'Immacolata, che deve lasciare, con suoi confratelli, la Francia ai primi del Novecento, quando il governo impone lo scioglimento di tutti gli ordini religiosi e la confisca di tutte le scuole cattoliche.
Questi sacerdoti si stabiliscono nel palazzo Tagliaferro, dove rimangono diversi anni, fino a quando nel loro paese non vengono abolite dette leggi.
Padre Raffaele, che si era innamorato di Andora e soprattutto della sua gente, decide di non tornare in Francia e inserirsi nel clero Diocesano.
Di lì a pochi anni, diventa Parroco di San Giovanni e un punto di riferimento per tutta la popolazione.
Oltre al suo primario impegno di vero pastore amante di Dio e della Santa Vergine, si prodiga per aiutare i suoi ragazzi nello studio: centinaia sono coloro che, grazie a lui, hanno raggiunto la licenza elementare.
Inoltre, accompagna molti giovani nell'apprendimento di diverse materie, tra le quali la musica.
Come ringraziamento per quanto fa in questo campo, la nostra banda musicale si è intitolata “Banda San Raffaele”.
Le 140 famiglie della Marina trovano un grande alleato nel loro parroco, il cui sogno è erigere un santuario Mariano internazionale e dedicarlo al Cuore Immacolato di Maria: sogno che coltiva già dagli anni ’20 del Novecento e per i quali inizia una raccolta di fondi a livello internazionale.
Arriva la seconda guerra mondiale e purtroppo il progetto si arena.
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LA SPERANZA DIVENTA REALTA'
(Dal 1954 al 1960)
Dopo la guerra, stabilizzatasi un po' la situazione, gli abitanti della Marina bussano nuovamente alle porte di Mons. Raffaele De Giuli, divenuto il nuovo Vescovo di Albenga nel 1946.
Con l'aiuto anche di una lettera di richiesta dell'Amministrazione Comunale, di lì a pochi anni arriva il tanto sospirato parere favorevole del Vescovo.
Da questo momento, sospinto dall'entusiasmo, il progetto comincia a svilupparsi.
Padre Raffaele, finalmente, vede che il suo sogno si sta concretizzando, ma gli anni avanzano ed ha bisogno di un collaboratore per portare avanti la nuova opera.
Il Vescovo viene in suo aiuto nominando curato, nel 1954, il giovane sacerdote Don Michele Bazzano.
Nel 1956, i fratelli Giovanni e Anna Carla Musso, con la madre Sig.ra Edvige Florio, facendosi interpretI delle volontà del padre defunto Giovanni Battista, donano alla Parrocchia di San Giovanni il terreno nella zona di “Villa Rosetta” o “Villa Musso”, per edificare la tanto desiderata chiesa.
Con Don Michele parte l'iter burocratico per ottenere tutti i permessi, sia della Curia che del Comune, della Provincia e della Prefettura.
La pratica si chiuderà nel 1958.
Si inizia così a pensare ad un progetto per la costruzione della Chiesa e per il reperimento dei mezzi finanziari….
Nel frattempo, per sopperire alle esigenze dei parrocchiani della Marina in attesa della nuova chiesa, nel 1957, viene dato inizio alla costruzione di un capannone provvisorio, che permette di avere un luogo dove celebrare la Santa Messa alla domenica.
Finalmente, uniti sotto un solo tetto, i parrocchiani della Marina sono felici di dare una mano ai loro Sacerdoti anche nel reperimento dei fondi necessari per la costruzione della nuova chiesa, attraverso una grande “sottoscrizione”.
Gli abitanti della Marina, fedeli all'impegno preso, per prima cosa si autotassano e poi iniziano, con una certa regolarità, a distribuire ed a raccogliere le buste; vengono coinvolti non solo gli andoresi, ma anche i primi turisti che cominciano a soggiornare nella zona.
La generosità è tanta e lo dimostrano i vari verbali, che l'apposito comitato redige mensilmente, registrando una per una le varie donazioni.
Anche i bambini si sentono coinvolti, consegnando i loro piccoli risparmi alle maestre.
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INIZIANO I LAVORI
Il primo progetto della chiesa risale agli anni 1957/58, risulta abbastanza ambizioso ed anche costoso; dopo diversi ripensamenti, si opta per una struttura più agile, abbastanza funzionale e soprattutto meno costosa.
Il 31 luglio 1960, avviene la solenne “posa della prima pietra” e il 17 agosto partono finalmente i lavori, i cui tempi previsti sono di 3-4 anni.
Nello stesso anno, purtroppo, il caro anziano Padre Raffaele viene a mancare e gli succede Don Michele Bazzano, nella veste di parroco di San Giovanni.
Egli si profonde nel grande sforzo di portare avanti i lavori, ma si dedica ancor di più alla nuova comunità, per aiutarla a crescere spiritualmente e umanamente.
Tra i benefattori, che non cessano di continuare a sostenere il gravoso impegno della costruzione, troviamo anche quelli che vogliono contribuire con qualcosa di diverso, come Maurice Lapaire, un artista svizzero innamorato della luce e del mare di Andora, tanto da considerarla la sua seconda patria.
Egli decide di creare per la nuova chiesa una vetrata, attraverso la quale vuole esprimere “la presenza della grazia divina, la presenza di Dio stesso che possiede ogni cosa creata.”
Troviamo anche i fratelli Sironi di Milano, che donano alla parrocchia di San Giovanni il terreno nella quale sorge la cappellina della Madonna di Lourdes, in Via Puccini (Villaggio Pineta).
Mentre i lavori della chiesa proseguono, la situazione della zona mare sta cambiando molto rapidamente, in quanto Andora si trova in un grande fermento edilizio, che porta, in poco tempo, ad una grossa crescita della sua popolazione, sia residente che turistica.
In Diocesi, il 18 maggio del 1965, arriva il nuovo Vescovo Mons. Alessandro Piazza, il quale, vista la situazione che si sta creando in questa parte di Andora, ritiene prioritaria la costituzione di una nuova parrocchia.
L'anno successivo, appena terminata la costruzione della chiesa (rimane da completare tutto il piano terra), decide di realizzare questo progetto.
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NASCE LA PARROCCHIA
Il 30 ottobre 1966, il Vescovo Mons Alessandro Piazza emette il tanto atteso DECRETO:
“Erigiamo in perpetuo, e vogliamo che sia canonicamente eretta, la nuova Parrocchia di Andora Marina sotto il Titolo del CUORE IMMACOLATO DI MARIA”.
Detto decreto entra in vigore il 13 novembre 1966.
Il territorio della nuova parrocchia comprende tutta la piana, che ha come limite la ferrovia, con uno sconfinamento sulla collina verso Cervo da via Marchesi Maglione (Suore di Sant’Eusebio) fino al rio Garibbo (zona passaggio a livello).
Contemporaneamente, il Vescovo nomina, con la stessa decorrenza, Parroco della nuova parrocchia Don Giuseppe Bazzano, con il titolo di Arciprete.
Il 13 novembre 1966, Don Giuseppe, accompagnato dall'infaticabile Don Michele, fa il suo ingresso ufficiale nella nuova chiesa e nella nuova Comunità Parrocchiale, accolto da tanta gente felice e commossa.
Don Giuseppe accompagna i suoi parrocchiani per ben 26 anni fino al 1992, anche se non smette mai di stargli vicino, restando sempre, con molta discrezione, il punto di riferimento per moltissimi di loro.
Il 20 giugno 1967, è il termine ufficiale dei lavori della costruzione della chiesa, della casa canonica, saloni ed aule sottostanti.
Il 22 novembre 1967, avviene il riconoscimento ufficiale della costituzione della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria da parte del Presidente della Repubblica.
Continuando l'opera iniziata da Don Michele, il parroco, come priorità, mette la crescita della nuova comunità parrocchiale, prodigandosi affinché la parrocchia diventi più accogliente e così, negli anni successivi, anche con l'aiuto di tantissimi benefattori, la chiesa si arricchisce:
- del Crocifisso e della statua della Madonna donate dalla parrocchia di San Giovanni;
- dell'altare e del fonte battesimale;
- delle panche.
Partono nuovi lavori e, nei primi anni ‘70 del Novecento, viene demolito il vecchio capannone e costruito il nuovo Salone Parrocchiale.
Andora continua a crescere ad un ritmo elevato e, il 2 Dicembre 1973, nasce la nuova parrocchia di Santa Matilde, dei Padri Lateranensi, con giurisdizione del territorio che va dal Torrente Merula a buona parte della collina di ponente.
Anche la nuova Parrocchia, di lì a poco, inizierà la costruzione di una nuova chiesa dedicata alla Vergine dell’Accoglienza.
Il 22 giugno 1974, il Vescovo Mons Piazza consacra l'altare.
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QUANTI RICORDI ….
Trascorrono gli anni e restano tanti ricordi di momenti vissuti insieme:
- la prima pesca di beneficenza nel lontano 1976, durata tutta l'estate, fatta per aiutare i fratelli del Friuli colpiti dal terremoto;
- le Sante Messe per i fanciulli, che si celebravano nel salone San Giuseppe;
- la presenza in parrocchia di tanti gruppi (Cursillo, Rinnovamento, scout, ecc.), che sempre trovano le porte aperte nella parrocchia;
- i vari gruppi giovani (gruppo 25 Dicembre e altri);
- il gruppo della “terza età”, con tanta voglia di fare per la parrocchia e per le missioni;
- la prima infiorata “mignon”;
- le castagnate a San Giovanni e ad Ormea;
- la benedizione della statua della “Madonna du scöggiu”, nel 1988;
- lo spettacolo al Cinema Rossini, rappresentato da tutti i vari gruppi della parrocchia (dai bambini del catechismo e dell'ACR, ai giovani, agli adulti, ai meno giovani).
Mentre la Parrocchia cresce sotto tutti gli aspetti, la chiesa diventa sempre più piccola e, verso la seconda metà degli anni ’80 del Novecento, si comincia a pensare a nuovi lavori.
Nel 1988, l'architetto Eugenio Abruzzini presenta un suo progetto di ampliamento, che prevede la creazione di circa 250 nuovi posti a sedere.
Ci si rimboccano le maniche e si riparte ancora una volta.
Nel 1990, la chiesa, dopo un periodo di chiusura (si celebrava nel salone San Giuseppe), riapre più grande, più accogliente, più luminosa.
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LE FIGURE CHE HANNO ACCOMPAGNATO IN QUESTI ANNI
Sono state tante le persone che, con Don Giuseppe, hanno sostenuto negli anni le varie attività della parrocchia:
- per tanti anni, l’affetto e l’amore delle care Suore della Carità: Suor Domenica, Suor Maddalena, Suor Giuseppina, Suor Celeste, Suor Melania, Suor Silvestrina;
Suor Domenica
Nella foto a sinistra Suor Melania - Nella foto a destra Suor Maddalena
- i giovani vice-parroci:
- Don Rinaldo Bertonasco, tra l'agosto 1971 e settembre 1972;
- Don Aldo Rosso, tra ottobre 1972 e il 1975;
- Don Daniele Fiorito, dal 1989 e il 1992;
- il Padre Salesiano Don Dario Pintarelli, tra la fine degli anni ’70 ed inizio anni ’80 del Novecento;
- Don Edoardo.
Ricordiamo anche Corrado Camandone che ha donato l'organo.
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ARRIVA DON RINALDO
Nel 1992, il Vescovo Mons Mario Oliveri accoglie la richiesta di rinuncia da Parroco del Cuore Immacolato di Don Giuseppe, che viene nominato Vicario Foraneo del nostro territorio.
Il 1 luglio 1992, il Vescovo emette il seguente Decreto Vescovile:
“nominiamo il Rev.do Sacerdote Don Rinaldo Bertonasco Arciprete della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria in Andora, trasferendolo dalla Parrocchia N. S. Assunta in Leca d'Albenga...”.
E' un felice ritorno a “casa”, avendo già trascorso alcuni anni come diacono, in attesa della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta al Albenga nel 1972.
Don Rinaldo è stato il naturale continuatore di Don Giuseppe e come Lui si è profuso con tutte le sue forze per aiutare a crescere nella fede e come comunità.
Quanto sono state utili le sue profonde omelie, che trasmetteva con il suo particolare stile farcito di battute e di qualche parola ligure!
Anche con Lui, come con Don Giuseppe, la parrocchia non fu solo la casa per i fedeli locali, ma lo fu anche per tanti gruppi, movimenti e tante realtà di tutta la diocesi e non solo: ricordiamo i ragazzi scout, le feste con gli ammalati dell'Oftal, l'Azione Cattolica con l'ACR, il Cursillo, il Rinnovamento, ecc.
Con Don Rinaldo sono state una gioia le presenze anche di Livio, che è sempre stato un po' il factotum della parrocchia e la bellissima figura di “Mamma Elena”, che è stata per tutti i parrocchiani non solo una grande amica, ma anche una seconda madre.
Appena arrivato, Don Rinaldo si è buttato a capofitto nella grande impresa della costruzione del Campanile e/o Torre Civica.
Questo nuovo lavoro comporta un grande sforzo, sia come lavori dovuti alla particolarità del terreno paludoso, sia soprattutto come costo.
Si ricordano ancora le assemblee parrocchiali di quel periodo, abbastanza tese, tra i sostenitori della costruzione dell'opera vista come completamento naturale di una Chiesa e quelli che consideravano l'opera troppo onerosa e poco utile.
Don Rinaldo, con molta calma e capacità, è riuscito a mediare le due posizioni e, dopo la posa della prima pietra avvenuta il 29 gennaio 1993, iniziano i lavori di costruzione del campanile.
Terminati i lavori nell'estate, il 24 settembre 1994, Mons. Mario Oliveri benedice la nuova torre campanaria.
Anche di Don Rinaldo restano tanti ricordi e tanti fatti da raccontare:
- le feste e le castagnate a San Giovanni con i bambini del catechismo;
- le Marce della Pace con i ragazzi dell’ACR;
- le Missioni Popolari, avvenute dal 24 al 31 gennaio 1999, che sono state un momento molto significativo per la nostra Parrocchia;
- sempre in quell'anno, sono stati celebrati, con grande gioia e partecipazione, i 50 anni di Sacerdozio di Don Giuseppe;
- il 2 gennaio 2000, “Anno Santo”, sulla piazza della chiesa avviene la posa della Targa ricordo del Grande Giubileo;
- in questo stesso Anno Santo, Don Rinaldo ha guidato il pellegrinaggio di tutto il vicariato di Andora al Santuario Mariano di Rezzo;
- le camminate con Suor Maddalena.
Sempre in questo anno, arriva in parrocchia il Diacono Don Tiziano Gubetta, che resterà diverso tempo e che è stato, fino ad oggi, il primo e unico Sacerdote ordinato nella Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria.
Per rendere più armoniosa l'intera struttura della Chiesa, il progetto dell'Architetto Eugenio Abruzzini prevede un ampliamento della facciata e la ristrutturazione dell'abside, con lo spostamento del fonte battesimale nella zona vicina all'ingresso.
Così, ancora una volta, il coraggio di Don Rinaldo spinge i parrocchiani ad affrontare nuovi lavori, avvenuti negli anni 2001/2002.
Nel 2004, arriva la notizia che le Suore, per motivi legati al proprio ordine, devono lasciare la Parrocchia per andare a Viguzzolo (Diocesi di Tortona).
A nulla servono tutte le intercessioni dei parrocchiani, sia con la loro Madre Superiora, sia col Vescovo: da quel momento, tutti in Parrocchia si sentono un po' orfani …. ancora oggi.
Intanto, il “piccolo chierichetto” Stefano cresce e, nel 2005, viene ordinato diacono.
Il 5 gennaio 2006, tutta la comunità parrocchiale lo accompagna nella sua Ordinazione Sacerdotale.
Nel 2007, la comunità accoglie con piacere il novello diacono Don Pablo Aloy e presto condividerà con Lui la sua ordinazione Sacerdotale, avvenuta a Cervo il 12 gennaio 2008, divenendo poi vice-parroco del Cuore Immacolato di Maria per tanti anni.
Un momento molto bello e significativo è stato quando Don Rinaldo è stato nominato “Cappellano del Santuario di Lourdes”.
Il Giovedì Santo del 17 Aprile 2014, per tutta la comunità è ancora una ferita aperta e profonda, quando la sua vita si è spezzata improvvisamente, mentre si stava recando a concelebrare la Santa Messa in “Cena Domini”, col Vescovo e con tutti i suoi confratelli.
Per misurare la sua grandezza non ci sono parole, basta la testimonianza delle innumerevoli persone accorse da ogni parte della Diocesi, e non solo, che lo hanno voluto accompagnare nel suo ultimo cammino terreno.
Don Rinaldo … “UN PRETE, UN AMICO, UN FRATELLO”.
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ARRIVA DON STEFANO
Sotto la guida di Don Giuseppe, cresce in parrocchia Stefano, che già a 12 anni guarda molto in alto …..
La sua formazione continua anche con l'aiuto del nuovo parroco Don Rinaldo.
Stefano è sempre in prima fila nella vita parrocchiale e la sua vocazione sta maturando.
Dopo la maturità classica, nel 2000, fa la grande scelta e decide di entrate in Seminario ad Albenga, dove rimane per 5 anni.
Completata la sua formazione, il 28 giugno 2005, viene ordinato Diacono della Chiesa di Albenga Imperia dal Vescovo Mons. Mario Oliveri, seguito dallo sguardo amoroso dei suoi parroci e di Don Pablo.
Dopo solo 6 mesi, arriva il gran giorno della sua ordinazione Sacerdotale, il 5 Gennaio 2006, nella Cattedrale di Albenga.
La comunità parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria, che lo ha accompagnato e sostenuto nelle sue preghiere per tutti questi anni, dopo essergli stata vicino nel giorno della sua Ordinazione, il giorno dopo, 6 Gennaio 2006, lo accoglie festosa e numerosa per la sua seconda Messa nella chiesa che è sentita e vissuta come “propria casa”.
Dopo l’Ordinazione, Don Stefano va a completare gli studi presso il Pontificio Ateneo di Sant'Anselmo a Roma, che lo vede alunno dell'Istituto Liturgico.
Rientrato in diocesi, diventa Amministratore Apostolico delle parrocchie di San Gregorio e San Vincenzo in Stellanello, dove rimane sino a febbraio 2008, quando viene nominato Vicario Parrocchiale di Sant’Ambrogio di Alassio.
In questa nuova comunità, con l'aiuto del parroco Don Angelo De Canis, ha modo di crescere ulteriormente, soprattutto come pastore.
Con i nuovi parrocchiani, che lo apprezzano moltissimo, nasce subito una simpatia reciproca ed insieme fanno un bel cammino per tutti i sei anni che Don Stefano passa con loro.
La comunità parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria, dopo quel 17 aprile 2014, si trova disorientata ed ha bisogno di una nuova guida.
Mentre si fanno previsioni sul nuovo parroco, il Vescovo nomina Amministratore Parrocchiale il Vicario Foraneo Don Tadeusz Krasuski (Don Taddeo), coadiuvato dal curato Don Pablo.
Con Decreto del 1 settembre 2014, il Vescovo nomina “Arciprete della parrocchia del Cuore Immacolato di Maria in Andora il reverendo Sacerdote Don Stefano Caprile”.
Don Stefano fa ritorno come Parroco nella sua parrocchia, che lo ha visto crescere sia come uomo che come cristiano e dove è maturata la sua Vocazione Sacerdotale.
Sulla scia dei precedenti parroci, Don Stefano, nei primi due anni, anche se con qualche difficoltà, ha voluto essere vicino a tutti i suoi parrocchiani, privilegiando in modo particolare i bambini del catechismo, i ragazzi dell’AC, il gruppo giovani e soprattutto gli anziani e ammalati, andandoli a trovare nelle loro case.
Uno dei primi segni più belli che Don Stefano, e con lui tutta la Comunità Parrocchiale, hanno voluto compiere, è stato quello di ricordare Don Rinaldo.
E così, domenica 26 aprile 2015, con la presenza del nuovo Vescovo Mons. Guglielmo Borghetti, tanti parrocchiani e non si sono ritrovati per “l'intitolazione del Salone Parrocchiale a Don Rinaldo Bertonasco”.
Nel 2016, arrivano a Don Stefano due importanti e impegnative nomine: prima quella di Vicario Foraneo e poi quella di Direttore Ufficio Liturgico della Diocesi.
Intanto, Don Pablo completa brillantemente prima i suoi studi a Roma, presso l'università Lateranense, dove ha ottenuto la licenza di Diritto Canonico, e poi presso l'Università di Torino.
Arriva la sua nomina a Parroco della Collegiata di San Nicolò in Diano Castello e, domenica 14 agosto 2016, molti parrocchiani andoresi lo accompagnano per il suo ingresso ufficiale nella nuova parrocchia, dove viene accolto con tanta gioia e trepidazione.
Il 13 novembre 2016, si ricordano e vengono celebrati i primi 50 della Comunità Parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria: rivivere gli anni trascorsi, con lo stimolo per guardare avanti, con l’impegno di rendere la comunità sempre più attenta agli altri, più aperta, più accogliente.
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DEDICAZIONE DELLA PARROCCHIA - 13 NOVEMBRE 2013
Foto di Piero Dagati
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