SAN NICOLO - Andora nel tempo

iniziativa ideata e realizzata da MARIO VASSALLO
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SAN NICOLO

SAN NICOLO'
(Ovidia Siccardi - Mario Vassallo)
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Chiamato localmente San Nicolò o San Nicola, si tratta dell'Oratorio dei Santi Nicolau e Sebastiano.
E' denominato anche chiesa, chiesetta oppure Oratorio, e tutti e tre gli appellativi gli appartengono, perchè da tempo è l'Oratorio della Borgata di Castello, ma in origine ne era la chiesa e successivamente diventò la "chiesetta", perchè superato in grandezza dalla Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo.


L’originaria Chiesa del borgo fortificato medioevale è di costruzione antichissima (secoli XI – XII), come riscontrabile dalla fiancata a nord, dove fino all’altezza di circa 2 metri, si nota una muratura a corsi regolari in conci sbozzati allungati e sottili, nella quale si apre una porta con architrave voltato a sesto acuto, oggi tamponata.



La consistenza attuale mantiene la pianta e l’orientamento dell’impianto originario, con l’interno costituito da un’unica navata.


Nei secoli XVI e XVII, furono apportate modifiche a seguito di rifacimenti successivi, oggi individuabili nella zona absidale e nelle finestre affacciate sotto lo spiovente della copertura.
In questo periodo divenne "oratorio de Disciplinanti" con il nome di "Santi Nicolao et Sebastiano" ed a tale epoca sono riconducibili il portico ed il campanile a vela.

Al suo interno sono conservati tre crocefissi e due statue lignee figuranti la Vergine col Bambino e San Nicola.


    

Affresco e statua raffiguranti San Nicolò


    

Particolare del dipinto ormai distrutto che compariva sopra all'altare, in cui era raffigurata una processione dei Disciplinanti
Tale processione è stata tradizionalmente continuata in occasione del Corpus Domini, unendo la Chiesa del Borgo di Castello sul poggio alla Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista nella valle.
Di tali eventi sono tramandate testimonianze fotografiche antiche.


    

La foto sopra a sinistra riprende un tratto di processione sulla stradina che costeggiava l'ex Casa Canonica di Castello (attuale Ristorante "La Casa del Priore").
La foto sopra a destra riprende un tratto di processione nei luoghi antistanti la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista.
In entrambi i casi si possono notare le lanterne a bastone o fanali, appartenenti ed utilizzate dalla Confraternita di San Nicolò, abitualmente esposte quali arredi all'interno della Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo fino agli anni '30 del Novecento.





(*) Testo rielaborato tratto da "Studio per il recupero architettonico - urbanistico del Castello di Andora" - Ovidia Siccardi - Facoltà di Ingegneria - Università di Genova - 1995/96 – Revisionato e aggiornato in digitale - 2021

GLI ANTICHI CROCIFISSI

(Ovidia Siccardi - Mario Vassallo)
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Alcuni decenni fa, l'Oratorio dei Santi Nicolau e Sebastiano avrebbe ospitato tre antichi Crocifissi.
All’interno della Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo, fino agli anni ‘20 del secolo scorso, era utilizzato un quadro ligneo della Crocefissione ed il Cristo Crocifisso ligneo a grandezza naturale, che per lunghi anni successivi fu “depositato” in abbandono all’interno dell’Oratorio dei Santi Nicolau e Sebastiano.
Tale Crocifisso, molto antico e databile al XV secolo sebbene l’iscrizione riportasse la data dei primi del 1300 (forse 1301) e riportava un cartello che indicava la data dell’ultimo restauro: 1837.

Un secondo Crocifisso, ritenuto opera del XV – XVI secolo, riportava le dita della mano sinistra mancanti, a seguito di urti ricevuti in cerimonie di matrimonio celebrate nella chiesa dei Santi Giacomo e Filippo, dove per un certo periodo fu affisso al fondo absidale.



Secondo i ricordi raccontati da alcuni parroci andoresi, tali Crocifissi furono nel tempo ripetutamente spostati tra Chiesa e Oratorio, in occasione di opere di manutenzione e cerimonie.

Un terzo Crocifisso ligneo, di dimensioni minori e dotato di un basamento fisso in legno, di stile barocco, era databile al XVIII secolo.


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LA MADONNA NERA

(Ovidia Siccardi - Mario Vassallo)
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Fino agli anni ’20 del secolo scorso, nelle zone absidali delle sue navate laterali della Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo si trovavano due altari dedicati uno alla Madonna del Rosario (dichiarata Capellania nel 1614) e l’altro ai Santi Cosma e Damiano (dichiarata Capellania nel 1590).
La statua lignea della Madonna del Rosario (chiamata anche “Madonna nera” e citata come “Madonna de Nigris”, perché di colore scuro, ma forse in quanto riferita ad una famiglia benefattrice De Negri), è stata per decenni conservata all’interno dell’Oratorio dei Santi Nicolau e Sebastiano, in una nicchia a destra dell’altare.
Tale alloggiamento era in origine occupato dalla statua di San Sebastiano, scomparsa nel tempo, così come un quadro che ritraeva il benefattore che aveva donato la statua della Madonna (che era conservato nella sacrestia dell'Oratorio).

La "Madonna nera" portava anticamente un rosario prezioso, passante dalla mano sinistra della Vergine e dalle mani del Bambino, unitamente ad orecchini preziosi.
Fu vittima di furto e deturpazioni che ne lesionarono le dita della mano e staccarono i lobi e parte inferiore delle orecchie.
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